Il gesto di Vlahovic in risposta agli insulti dei tifosi della Fiorentina 

Tanti fischi come fu per i grandi ex Berti, Baggio e Batistuta: l'attaccante non sembra provato e addirittura alla fine del riscaldamento resta da solo in campo per provare una punizione. In partita sbaglia tanto, prova il colpo e se ne va felice per il successo
Il gesto di Vlahovic in risposta agli insulti dei tifosi della Fiorentina © Getty Images
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Da Centomila Violoncelli, sigla dello sceneggiato (allora si chiamavano così) Rai “Il tenente Sheridan” a 10 mila fischietti, sigla del ritorno di Dusan Vlahovic a Firenze. La sceneggiatura della storia dell’ex che riappare al Franchi dopo aver “tradito” non cambia mai, dai tempi di Nicola Berti in poi, al crepuscolo degli anni ‘80. E il “traditore”, al solito, non segna. In questo caso l’addio scotta ancora, incendiato da 49 gol in 108 presenze in maglia viola, 17 reti in questo anno sociale. Vlahovic comincia a venire bersagliato già nel riscaldamento e sembra proteggersi con gli auricolari. Forse è una falsa sensazione, perché DV7 non appare come un tipo impressionabile, però 10 mila fischietti non sono centomila violoncelli: l’effetto è decisamente più fastidioso. E anche sotto la scorza più dura c’è un briciolo di sensibilità. Qualcuno, inoltre, il fischietto non lo usa e malgrado gli appelli, anche del sindaco Nardella, preferisce l’insulto: «Zingaro» e altro. Peccato, un’occasione perduta. I fischi sì, il resto non va bene.

La reazione del Franchi

Comunque tutto questo provoca sentimenti negativi più a noi che a Dusan: resta perfino in campo da solo, per nulla intimorito, a tirare una punizione, quindi attraversa il prato di corsa. DV7 non è toccato neanche al lenzuolo dantesco che fa riferimento al canto XXXII dell’Inferno, quello che racconta dei traditori dei parenti. Molto poetico. A voler essere pignoli, anche Dante non venne trattato benissimo da Firenze, costretto a morire in esilio. [...] 

Mentre il sipario sta calando, visto che il calcio è beffardo, il gol vendicativo che sognava la Fiorentina, il gol oltraggioso che cercava Vlahovic, non è nient’altro che un’autorete di Venuti (consolato dal materno Dusan). La Juventus si aspettava il quinto gol di DV7 in quattro partite, il primo in Coppa Italia, per chiudere il cerchio delle manifestazioni. Invece vince di nuovo al 91’ come in campionato e di nuovo grazie a Cuadrado. Più o meno dalla stessa posizione: allora diretto, ora di sponda. E Vlahovic, non c’è quota, è contento lo stesso.


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