Roma, Alisson: «Qui ha giocato Falcao, spero di ripercorrere le sue orme»

Il portiere brasiliano classe '92: «Per quanto riguarda Szczesny ribadisco che non è un tema importante, è forte e ha fatto bene, ci sarà una concorrenza leale»
Roma, Alisson: «Qui ha giocato Falcao, spero di ripercorrere le sue orme»
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ROMA - La Roma continua le presentazioni ufficiali dei nuovi acquisti: ieri era toccato a Gerson, stamattina è il turno del portiere classe '92 Alisson Becker. Nella sala stampa del centro tecnico di Pinzolo, dove la Roma sta svolgendo la preparazione pre-campionato, l'estremo difensore brasiliano si è presentato in compagnia di Mauro Baldissoni, che ha introdotto alla stampa il nuovo acquisto:

"Diamo il benvenuto ad Alisson, un altro brasiliano, abbiamo studiato la pronuncia perfetta. È molto giovane ma già ha 108 presenze con l'Internacional e 9 con il Brasile di cui ha difeso la porta in Copa America. La Roma ha già comprato un giocatore da quel club, ovvero Falcao, non possiamo che augurargli la stessa strada di successi con Falcao".

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PARLA ALISSON  - La parola è quindi passata al nuovo acquisto della Roma, il quale si è sottoposto alle tante domande dei giornalisti presenti nella sala stampa della struttura sportiva di Pinzolo. Ecco le risposte di Alisson alle domande dei giornalisti: 

In questi giorni ha parlato molto con Spalletti...
"Ho parlato con il mister, mi ha spiegato come devo comportarmi e far ripartire l'azione sempre da dietro. Sono contento di essere qui, a Roma ha giocato Falcao che è stato un idolo, spero di ripercorrere le sue orme".

Che differenze ha riscontrato rispetto agli allenamenti con l'Internacional?
"Differenze ce ne sono con l'allenamento dei portieri, per quanto riguarda gli altri momenti l'allenamento è molto simile all'Internacional".

La stimola o le dà fastidio l'eventuale ritorno di Szczesny?
"Sono felice di essere qui, sono qui per dimostrare il mio valore e per tutte queste persone darò il meglio".

Preferisce Buffon o Neuer?
"Sono cresciuto con il mito di Buffon, poi ora c'è Neuer. L'italiano è più forte tecnicamente, il tedesco si basa molto sulla velocità, li ammiro entrambi".

Quando ha firmato le è stata prospettata la possibilità di giocare titolare, ora rischia di stare in panchina: che ne pensa? Per quanto riguarda la possibilità di diventare comunitario?
"Per quanto riguarda Szczesny ribadisco che non è un tema importante, è forte e ha fatto bene, ci sarà una concorrenza leale. Sono qui per dimostrare il mio valore. Potrei diventare comunitario ma non c'è nulla di concreto".

Perché ha preferito la Roma alla Juventus?
"Il motivo è molto semplice, per la fiducia che da subito hanno riposto in me, mi hanno proposto un ottimo progetto di lavoro, per me è la scelta giusta, io e la mia famiglia staremo bene a Roma".

Quali sono le sue caratteristiche?
"È difficile parlare di me stesso, mi ritengo rapido che ha un buon senso della posizione e del piazzamento, cerco di vivere attivamente la partita, ho una buona uscita di palla per far ripartire l'azione ma posso migliorare, qua mi concentrerò nelle uscite di palla al piede".

Si aspettava di più dalla Copa America?
"Certo, volevamo vincerla ma il calcio è cosi, in Brasile c'è un momento di ricostruzione e lavoreremo per tornare a dare soddisfazioni ai nostri tifosi".

Nell'evoluzione del ruolo del portiere si guarda a come i portieri usano i piedi. Anche in Brasile è così oppure è una cosa che vede solo in Italia?
"Personalmente, a livello di club, ho sempre cercato di giocare con i piedi per diventare un portiere moderno e per aver un occhio nel calcio europeo. Anche il Brasile si sta adattando pur mantenendo il nostro stile ma restano ancora dei preconcetti, se un tifoso vede un pallone dietro al portiere inizia a rumoreggiare. Ho sempre cercato di giocare la palla al piede perché ho tanti compagni di nazionale abituati a giocare così, cerco di essere una risorsa aggiuntiva".

Cosa significa avere in squadra Totti? Le ha detto qualcosa?
"È un grande onore giocare con un giocatore come Totti, è un idolo italiano e mondiale. Mio nipote si chiama Francesco in omaggio a lui. Parlo poco italiano e ancora non ho parlato con Totti.

Ha conosciuto l'ex portiere giallorosso suo connazionale Doni? Come procede l'ambientamento?
"Non lo conosco personalmente, ho visto alcune partite con la Roma e mi piacerebbe conoscerlo. Roma è una città simile a Porto Alegre almeno per il clima, d'estate è calda e d'inverno è freddo. Non avrò problemi con la lingua, già in Brasile parlavo italiano, non avrò problemi".

A Roma spesso si dice che i portieri brasiliani sono discontinui: se la sente di smentire tale affermazione?
"Non sapevo di questa visione che si ha dei portieri brasiliani, spero di smentirli".

Perché ha scelto la maglia numero 19?
"Non c'è un motivo specifico, anche nelle altre squadre in cui ho giocato ho indossato numeri diversi".

In passato Falcao ha dichiarato che hai problemi a guidare la difesa...
"Mi sorprendono queste voci, sono diventato capitano per la mia capacità di guidare la squadra. Il portiere deve usare la forza e la testa e può capitare di prendere una decisione errata".


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