NAPOLI - Chi, come, quando? Le domande che sorgono spontanee sono direttamente collegate e non c’è verso di staccarle, di renderle autonome e indipendenti, di lasciarle vivere da sole: perché è chiaro che dipenda tutto (ed esclusivamente) da Gonzalo Higuain, dal suo destino. C’è un Napoli con “el Pipita” - ed è quello che vuole Aurelio De Laurentiis - ma ne va immaginato pure un altro e va attrezzato sospettando che un bel giorno, piegatisi all’autaut della clausola, bisognerebbe organizzarsi per vivere il post-Higuain. Il mercato è ampio, vario, ma il football inteso come progetto non è fantacalcio, è idee allo stato puro, da sposare con la propria identità, con una natura ch’è vincente e che va assecondata attraverso profili autorevoli e di prospettiva: dovesse succedere, ci sarà da scegliere nell’universo elitario.
IL PRIMO - Mauro Icardi (23) è già stato vicinissimo al Napoli, che l’aveva strappato in anticipo ai suoi pretendenti nel gennaio del 2013, prima che il bomber dicesse sì all’Inter. La voracità, la capacità di essere centravanti, quell’indole da rapace lo sistema nella lista di gradimento e ne definisce la figura d’erede al trono. Icardi è «lo scugnizzo» che meglio si incastra nel mosaico: ha il fiuto del gol, è argentino e dunque ha dentro di sé l’empatia che diviene collante.
IL SECONDO - Un acquisto, e di spessore, viene inseguito attraverso riflessioni ampie, che investono non solo la sfera tecnica e/o economica: dipendesse (soltanto) da queste Pierre- Emerick Aubameyang sarebbe al fianco di Icardi. La carta d’identità ha un suo peso, nelle riflessioni, e l’attaccante del Borussia Dortmund, che pure in Italia non dovrebbe faticare ad integrarsi, essendoci calcisticamente nato, ha appena compiuto 27 anni: non tanti, neanche pochissimi, per un investimento che sarebbe massiccio. Ma Aubameyang ha il suo fascino.
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