Doumbia: «Arrivai a Roma che non mi reggevo in piedi»

Il neo attaccante del Basilea: «In giallorosso sono arrivato nel momento sbagliato, dopo aver vinto con la mia Nazionale la Coppa d'Africa. Festeggiammo tantissimo ma se tornassi indietro farei le stesse cose. La Roma voleva cedermi in Cina ma io mi sono rifutato»
Doumbia 3© LaPresse
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ROMA - Seydou Doumbia torna a parlare dopo il suo passaggio (in prestito) al Basilea. La Roma è un ricordo ormai lontano eppure l'attaccante ivoriano parla ancora del periodo negativo in giallorosso ai media svizzeri. «Quando ho avuto l'occasione di trasferimi in Italia, avevo due club tra cui scegliere: il Tottenham, che aveva fatto un'offerta, ma lì io non conoscevo nessuno. E c'era la Roma, dove conoscevo l'allenatore Garcia e Gervinho. Ho riflettuto e alla fine ho scelto la Roma». Una scelta non azzecatissima che Doumbia ha rimpianto quasi da subito. «Arrivai a Roma dopo dieci giorni di festa per la vittoria in coppa d'Africa con la mia nazionale. Avevo dormito a malapena, non mi reggevo in piedi. Con la nazionale avevamo appena vinto un trofeo che aspettavamo da 22 anni. E' stato qualcosa di incredibile, ci siamo divertiti tanto. Purtroppo mi ero dimenticato di essere un calciatore professionista... - ha detto Doumbia -. Se potendo tornare indietro festeggerei di meno? No, anzi forse di più. Mi sarebbe piaciuto finire la stagione in Russia, ma con la Roma era impossibile, hanno rifiutato categoricamente questa possibilità perché volevano cedermi in Cina. Ma io ho rifiutato e da allora mi hanno fatto allenare 3 volte al giorno, per punizione», ha concluso l'attaccante ivoriano.

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