Euro 2016 Italia, Bernardeschi: Da Shevchenko a Buffon, sogno in grande

Il più giovane tra i 23 azzurri confessa la sua emozione e il suo orgoglio alla vigilia del suo primo Europeo: «Voglio dare tutto come mi ha insegnato mio padre»
Euro 2016 Italia, Bernardeschi: Da Shevchenko a Buffon, sogno in grande© Getty Images
Andrea Santoni
4 min

FIRENZE - Il più giovane, il più tatuato, il più speranzoso. Federico Bernardeschi ha raccontato tutte le sue sensazioni di giovane azzurro alla vigilia della sua prima avventura: «Io l’outsider? Sono il più giovane in mezzo a tanti campioni, sono qui per dare il massimo e il mio contributo». Disponibile ma con le idee chiare, Berna: «Tatticamente sono un esterno destro ma mi piacerebbe un giorno fare il trequartista, però mi adatto, come deve essere per ogni calciatore moderno. Tecnicamente mi piace giocare col pallone, ma sono uno che dà profondità e ha buona corsa». Tutte qualità che Conte sta plasmando, come racconta il giocatore stesso: «Il ct mi chiede di puntare l’uomo e creare superiorità; e in fase di non possesso mi chiede di stare collegato alla squadra. Poca qualità in questa Italia? La qualità c’è, sia come singoli che come gruppo; è proprio la forza del gruppo il valore aggiunto, il giusto mix tra la base di giocatori esperti e l’ingresso di giovani come me».
  
COME IL MARMO - Bernardeschi rivendica le sue radici carrarine («E’ vero, siamo forti, duri, è così, siamo fatti a modo nostro, mi riconosco in questa immagine. Anarchici? Al di là della politica, non siamo qui per parlarne») e ammette di aver temuto di non entrare nel gruppo dei 23: «Certo che ho avuto paura, se ne ha avuta un campione come Daniele De Rossi, figuriamoci io. Ma ho sempre dato al 100%, per fortuna sono qui per sfruttare questa grande occasione. L’Europeo è un punto di partenza: è stat una bella annata, questa convocazione è il coronamento di un sogno di bambino».

DE ROSSI DIFENDE THIAGO MOTTA

VENTURA CT, ORA SI DECIDE
  
SOGNI, IDOLI E MODELLI - Bernardeschi continua: «Non mi accontenterò di essere qui, è giusto che ognuno abbia i propri sogni, più quelli di squadra: vanno uniti; il mio sogno è vincere l’Europeo. Spero di essere una delle sorprese, lavorerò per questo». L’esterno viola poi rivela altro di sé: «Il mio idolo di bambino era Shevchenko, un fenomeno. Qui non ho un modello, cerco di prendere un po’ da tutti. Poi c’è Buffon. Lui a Carrara era ed è un Dio. Per me anche di più. Con lui ho un bellissimo rapporto, mi dà consigli; lui è un modello da seguire e osservare in ogni piccola cosa che fa». Martedì scorso, durante la presentazione show alla Rai della lista dei 23 azzurri, aveva colpito il messaggio di Alberto Bernardeschi, padre di Fede, che aveva confessato di non aver detto al figlio quanto fosse forte. E lui adesso ringrazia: «Le parole di mio padre in tv mi hanno fatto piacere; lui è sempre stato molto critico, questo mi ha aiutato a crescere. Adesso io sono molto autocritico, lui mi ha insegnato a volere sempre di più».


  
DIECI - Bernardeschi, che il 10 porta nella Fiorentina, dopo De Rossi sottolinea quanto sia stato giusto assegnare la quel numero di maglia azzurra a Thiago Motta: «Il 10 a Thiago è più che condiviso, lui è il massimo, nessun dubbio che lo meriti, per la carriera e la qualità che ha».
  
VIOLA - La sua ascesa nel calcio italiano è partita dal settore giovanile della Fiorentina, dove lui è arrivato a soli 9 anni. E dopo il bentornato a Corvino («ci siamo sentiti, sono molto contento del suo ritorno»), Bernardeschi manda un appello: «Ai ragazzi che come me sono entrati nei settori giovanili dico che il messaggio è fare sacrifici e mai perdersi, stare lì con la testa, dare il meglio, perché il talento non basta, servono altre qualità che vengono dall’uomo che uno è».


© RIPRODUZIONE RISERVATA