Italia, non succede ma se succede...

Italia, non succede ma se succede...© Getty Images
Ivan Zazzaroni
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Imbattibili, prim’ancora che imbattuti. Dopo trenta risultati senza una sola sconfitta lo possiamo spudoratamente e orgogliosamente scrivere. Imbattibili, gli azzurri, e sicuri di sé e di gioco, la testa sempre nella partita, nell’impegno e adesso nell’evento. Imbattibili e nuovi, freschi come il linguaggio così semplice e efficace con cui Mancini li ripresenta ogni volta: i giocatori che ha scelto non sono “importanti”, sono “bravi”, bravi giocatori. Un aggettivo che riassume alla perfezione questa Nazionale priva di campioni e che ce la fa amare di più. Anche il continuo ricorso del ct alla gioia e all’allegria è parte di un successo e di una popolarità che superano ogni provvisorietà. Da troppo tempo non riuscivamo a riconoscerci negli azzurri, ad essere orgogliosi di loro. In due anni, il terzo conta il giusto, visto che li ha potuti allenare pochissimo per le ragioni che conosciamo, Mancini ha compiuto una selezione che ha del miracoloso: molto deriva dal fatto che è il commissario tecnico più tecnico (da giocatore) della nostra storia. Mancini è facile ai cambiamenti e rispetta le caratteristiche dei suoi. Contro il Galles ha dato spazio a Toloi e Bastoni e per metterli a loro agio ha investito sulla difesa a tre; operazione che ha completato nella ripresa preservando Bonucci, abituato alla linea a quattro, e sostituendolo con Acerbi.

Italia, le scelte vincenti di Mancini

Imbattibili e fortunati: il gruppo nel quale i nostri hanno affermato la loro superiorità non era infernale come quello di Francia, Germania e Portogallo. Al massimo, purgatoriale. L’aspetto più esaltante del percorso compiuto all’Olimpico risiede nella capacità dell’Italia di non far giocare gli avversari o di farli giocare male: soltanto alla Svizzera ha concesso una decina di minuti di palleggio; il Galles non ha saputo sfruttare un paio di errori. Anche il turnover ha premiato il ct: Pessina ha addirittura segnato sottolineando una volta di più l’incidenza degli atalantini su questo Europeo: da Gosens a Malinovskyi, a Miranchuk. Mentre Verratti ha fatto di tutto per affermare la sua prevalenza tecnica su Locatelli: in alcuni momenti mi è sembrato di rivedere Pirlo, in particolare quando Marco chiedeva ai compagni di passare da lui, ch’era pronto ad assumersi tutte le responsabilità della manovra. Non so se siamo da finale, chi può dirlo? E francamente mi interessa il giusto. Mi basta il divertimento che la Nazionale ci sta regalando, mi godo i momenti di entusiasmo che riesce a garantire. Mi bastano i sorrisi e le braccia al cielo degli azzurri e degli italiani. Prima dell’Europeo avremmo firmato per trovarci dopo tre partite in questa situazione. Non succede, ma se succede...


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