Digne: "Ancelotti ci chiedeva di venire alle feste con noi"

L'esterno francese racconta i suoi allenatori: "Spalletti è passionale ed esigente, può urlare e battersi la testa. Con Luis Enrique solo 5-10 minuti di tattica"
Digne: "Ancelotti ci chiedeva di venire alle feste con noi"© Ansa
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Mentre si prepara al debutto con la Francia nei prossimi Europei (martedì 15 c'è il big match contro la Germania a Monaco di Baviera), Lucas Digne, esterno dei "Galletti", ha parlato degli allenatori che ha avuto in carriera in un'intervista a L'Equipe: "Il più esigente? Direi che è Luciano Spalletti - le parole del 28enne dell'Everton, che nel 2015-16 ha militato nella Roma - ha il rigore italiano. Facevamo un'ora e mezza di video prima delle partite e un'ora e mezza dopo. Per alcuni giocatori è pesante, ma io lo adoro. Per un difensore è davvero importante. Dopo un po' tutto diventa automatico in campo. Ti dici 'se non lo faccio, l'allenatore mi farà perdere i sensi domani con i video'".

L'esperienza con Ancelotti e Luis Enrique

Ricca l'aneddotica su Carlo Ancelotti, suo allenatore nelle ultime due stagioni nell'Everton: "E' il miglior stratega, analizza molto bene gli avversari, legge molto bene le partite. In ogni partita cerca di adattarsi ai giocatori a sua disposizione. Può variare il suo sistema con uno schiocco di dita. E soprattutto spiega molto bene ai giocatori cosa vuole. Il suo messaggio è trasmesso molto facilmente. Anche Luis Enrique a Barcellona era molto bravo in questo. Facevamo soltanto cinque o dieci minuti di tattica ed era quello che accadeva esattamente ogni fine settimana: era incredibile. Tutti erano ricettivi, le sue indicazioni erano molto chiare e precise. In allenamento saliva in alto, sulle impalcature, come nei cantieri. Osservava se le linee erano ben fatte, spiegava i movimenti che voleva. Le sessioni di allenamento venivano filmate. Anche Ancelotti lo faceva e rivedeva cinque minuti di allenamento, non di più. Con questo tipo di allenatori è ancora più facile fare il calciatore".

L'aneddoto su Ancelotti, la passionalità di Spalletti

Di Ancelotti, inoltre, Digne dice: "E' un brav'uomo e sa trasmettere i suoi messaggi con ironia. Durante il Covid, ad esempio, non voleva che facessimo feste. Ci ha detto: 'Se avete intenzione di fare una festa, ragazzi, invitatemi così vi terrò d'occhio'. Al mattino Ancelotti amava prendere il caffè con noi. Parlava di tutto, di niente, di quello che era successo il giorno prima, della quotidianità, delle nostre famiglie. Quando è nata mia figlia durante il Covid, lui e il suo staff si sono presi molta cura di me, erano molto presenti".  Poi aggiunge: "Spalletti è passionale. Può battersi la testa, urlare contro tutti, fare grandi gesti a bordo campo perché un giocatore passa all'indietro invece che in avanti. Vive le cose a fondo, con passione. All'improvviso passa e i giocatori lo perdonano. Anche Ancelotti è passionale, ma è diverso, non ha lo stesso temperamento. Sicuramente Spalletti è più vicino a un Sampaoli".


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