Turchia-Italia, la moviola: rigore evidente negato agli azzurri

Tanti gli errori della terna arbitrale, ma in particolare il tocco con il braccio dell'esterno Celik: l'arbitro non assegna il penalty e non viene richiamato dalla Var room
Turchia-Italia, la moviola: rigore evidente negato agli azzurri© Getty Images
Edmondo Pinna
2 min

Per undici minuti e diciassette secondi, Danny Makkelie deve aver pensato: ma cosa ci sto a fare io, qua? Poi, quando Calhanoglu l’ha costretto ad intervenire, e per la prima volta, il poliziotto olandese ha riscoperto la sintesi del proprio ruolo. Arbitrare la partita inaugurale di un Europeo dà soddisfazioni e però anche qualche preoccupazione, perché qui il calcio cambia da un giorno all’altro e la rivoluzione è un colpo di mano che può rovinarti una serata. Infatti! Succedono piccolissime cose per 45’ poi ne capita una grande e grossa proprio allo scadere del primo tempo, sul traversone di Spinazzola che Celik strozza con la destra, assai larga, sempre distante dal corpo. L’Ifab ha offerto nuove indicazioni, ha allargato la discrezionalità dell’arbitro: può esserci movimento congruo pur senza che il braccio sia attaccato al corpo, ma è rigore se "mano/ braccio ingrandiscono in modo innaturale l’ampiezza del corpo". E Celik questo fa, anzi fa pure di più.

Il Var

C’è l’arbitro a due passi, però stavolta non è semplicemente una questione di discrezionalità, perché in area - e dinnanzi ad un errore così evidente - almeno un invito ad andarsi a rivedere un episodio è consentito, anzi consigliabile, forse addirittura indispensabile. Ma Blom se ne lava la mano. Dodici falli rendono assai marginale la presenza di Makkelie e se non c’è bisogno di intervenire, non c’è neppure la necessità di usare i cartellini. Che restano in tasca per 87’: il primo va a Soyuncu, il secondo, dopo un paio di minuti, a Dervisoglu. Impossibile starsene con le mani in mano, in quel caso.


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