Europei al via: le favorite, le possibili sorprese e i giovani più interessanti

La squadre da battere è la Francia dei fenomeni e super-Mbappé, CR7 e Modric i grandi vecchi, Yamal la baby star
Alberto Polverosi

Ci siamo. Parte oggi l’Europeo numero 17, sessantaquattro anni di calcio continentale, il primo lo vinse una nazionale che non esiste più, l’Unione Sovietica, la scritta Cccp sulle maglie, Jashin in porta. L’ultimo è nostro, a Wembley contro i padroni di casa. Come sarà questa edizione? Chi sarà la stella? Il giovane più forte? Chi mostrerà il gioco più bello? Proviamo a interrogare Germania 2024 fissando i 10 grandi temi di questo torneo.

1. Le favorite

In ordine alfabetico: Francia, Germania, Inghilterra e Spagna. Come sappiamo, l’Europeo è un torneo particolare, dove può vincere anche una nazionale accompagnata da una certa diffidenza. Per non andare tanto indietro nel tempo, basta ricordare che nemmeno l’Italia tre anni fa era fra le grandi favorite. Non ci eravamo qualificati per il Mondiale, figuriamoci se potevamo avanzare una candidatura tanto audace. Eppure vincemmo a Londra. Oggi la Francia è chiaramente la più forte, con Mbappé e il resto di quei fenomeni a disposizione di Deschamps. Forse anche la Francia 2 arriverebbe in finale. Poi la Germania che gioca in casa, l’Inghilterra della coppia Kane-Bellingham, potenza e tecnica a livelli mostruosi, e la Spagna che non sbaglia mai una generazione.

2. La seconda fascia

Possiamo metterci Belgio, Croazia, Italia, Olanda e Portogallo, anche queste seguendo l’alfabeto. Il Belgio per Lukaku e De Bruyne, ma anche per Doku e De Ketelaere; la Croazia perché non finisce mai di stupire (e il più stupefacente è il quasi quarantenne Modric); l’Olanda perché è più forte rispetto al recente passato e perché arriva in Germania in una condizione fisica notevole (otto gol segnati nelle ultime due amichevoli); l’Italia perché almeno in questa griglia dobbiamo esserci.


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3. Le sorprese

Austria, Danimarca, Serbia, Svizzera e Turchia. Puntano tutte ai quarti di finale. L’Austria ha un ct, Ralf Rangnick, conteso da club europei di primo livello e poi Sabitzer è uno che sa farsi rispettare; la Danimarca ha qualità in mezzo al campo con Eriksen e Hojbjerg; la Serbia ha la fame di Vlahovic e la tecnica di Sergej Milinkovic-Savic; la Svizzera è da sempre una squadra difficile da eliminare, brilla poco ma di forza ne ha a sufficienza; la Turchia ha un ct italiano, Montella, e un regista, Calhanoglu, che da noi ha imparato tanto e questo basta.

4. Le stelle

Una su tutte, Kylian Mbappé. Già campione del mondo con la Francia, cerca il suo primo Europeo con i Bleus in attesa di vincere anche quello per club col Real Madrid. E visto che si parla di Real, nella categoria delle stelle va iscritto Toni Kroos che chiuderà la sua fantastica carriera nel suo Paese. Sullo stesso piano Harry Kane e Jude Bellingham, il nostro Donnarumma, uno dei veri protagonisti del trionfo azzurro di tre anni fa, e Kevin De Bruyne.

5. I grandi vecchi

Nel 2025 festeggeranno (in campo!) i loro primi 40 anni, Cristiano Ronaldo e Luka Modric sono ancora oggi riferimenti principali non solo delle loro nazionali ma di tutto il calcio mondiale. L’età avanza a pari passo della loro classe. C’è un altro grande vecchio che potrà raccontarci, magari attraverso le sue splendide giocate, il senso di un riscatto, è Josip Ilicic. Con lui, altri over 35 dello spessore di Giroud, Arnautovic, Perisic e Kjaer. Sarà un Europeo anche per vecchi?

6. I giovani

Se Lamine Yamal incanterà la Germania come ha fatto nella Liga, ci divertiremo a vedere la Spagna. Classe 2007, per ora esterno destro, ma in futuro chissà, anche trequartista, anche centravanti alla maniera spagnola. È destinato a una carriera luminosa e al suo primo torneo internazionale promette meraviglie. Può essere l’Europeo anche di Yildiz, il ragazzino turco (2005) lanciato da Allegri nella Juventus. La Francia presenterà Barcola (2002), il Portogallo il figlio dell’ex laziale Conceiçao, il giovane Francisco (2002). Sulla scena, con l’Olanda, all’ultimo momento compare anche Joshua Zirkzee (2001). Per l’Italia la grande scommessa di Spalletti, lo juventino Fagioli (2001).


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7. I grandi bomber

Nell’edizione 2020 sono stati Ronaldo e il ceco Schick a vincere la classifica dei cannonieri con 5 gol. In quella del 2016 primo posto per Griezmann con 6 reti, mentre quattro anni prima c’era anche un azzurro, Mario Balotelli, in testa alla classifica con 3 gol insieme a Mandzukic, Mario Gomez, Cristiano Ronaldo, Dzagoev e Fernando Torres. Stavolta la rosa è ampia e qualificata: ancora CR7, naturalmente, poi Kane, Mbappé, Lukaku, Dovbyk, Morata, Sesko, Vlahovic. E se invece alla fine spuntasse Scamacca?

8. I grandi assenti

Mancheranno alcuni pezzi da novanta del calcio europeo, a cominciare da Erling Haaland, capocannoniere della Norvegia che non è riuscita a qualificarsi. Ha fatto rumore, e non poco, l’esclusione di Courtois nel Belgio: dopo il brutto infortunio è tornato a giocare nell’ultimo mese, ma ha vinto da titolare la finale di Champions e si sarebbe candidato come miglior portiere di Euro 2024. Non ci sarà Gavi, ancora fermo per la rottura del crociato, e nemmeno Grealish, messo fuori da Southgate. Nella Germania è saltato Hummels, finalista della Champions col Borussia Dortmund: si è detto profondamente deluso dalla scelta di Nagelsmann.

9. Il gioco

Quale sarà la nazionale più divertente in Germania? Potremmo indicare la Spagna, ma in certi fasi (a volte troppo lunghe) della partita il suo giro palla diventa monotono. Oppure potremmo puntare sull’Inghilterra quando la palla passerà dai piedi di Bellingham a quelli di Kane. Ma la squadra che, per il suo traboccante talento individuale, potrebbe davvero impressionare sul piano del gioco è quella di Deschamps che ha un giocatore per tecnica&tattica di livelli irraggiungibili: Griezmann. Attenzione alla velocità con cui l’Olanda ribalta il gioco sfruttando le doti dell’imprendibile Frimpong.

10. I nostri ct

Con una punta di orgoglio chiudiamo con i tecnici italiani. Nelle tre finali delle coppe avevamo due squadre (Atalanta e Fiorentina), ma tre allenatori (Gasperini, Italiano e Ancelotti). In questo Europeo, su 24 squadre abbiamo cinque ct: Luciano Spalletti (Italia), Francesco Calzona (Slovacchia), Vincenzo Montella (Turchia), Marco Rossi (Ungheria) e Domenico Tedesco (Belgio), l’unico a non aver mai allenato nel nostro Paese. Male che vada, in panchina abbiamo già vinto.


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Ci siamo. Parte oggi l’Europeo numero 17, sessantaquattro anni di calcio continentale, il primo lo vinse una nazionale che non esiste più, l’Unione Sovietica, la scritta Cccp sulle maglie, Jashin in porta. L’ultimo è nostro, a Wembley contro i padroni di casa. Come sarà questa edizione? Chi sarà la stella? Il giovane più forte? Chi mostrerà il gioco più bello? Proviamo a interrogare Germania 2024 fissando i 10 grandi temi di questo torneo.

1. Le favorite

In ordine alfabetico: Francia, Germania, Inghilterra e Spagna. Come sappiamo, l’Europeo è un torneo particolare, dove può vincere anche una nazionale accompagnata da una certa diffidenza. Per non andare tanto indietro nel tempo, basta ricordare che nemmeno l’Italia tre anni fa era fra le grandi favorite. Non ci eravamo qualificati per il Mondiale, figuriamoci se potevamo avanzare una candidatura tanto audace. Eppure vincemmo a Londra. Oggi la Francia è chiaramente la più forte, con Mbappé e il resto di quei fenomeni a disposizione di Deschamps. Forse anche la Francia 2 arriverebbe in finale. Poi la Germania che gioca in casa, l’Inghilterra della coppia Kane-Bellingham, potenza e tecnica a livelli mostruosi, e la Spagna che non sbaglia mai una generazione.

2. La seconda fascia

Possiamo metterci Belgio, Croazia, Italia, Olanda e Portogallo, anche queste seguendo l’alfabeto. Il Belgio per Lukaku e De Bruyne, ma anche per Doku e De Ketelaere; la Croazia perché non finisce mai di stupire (e il più stupefacente è il quasi quarantenne Modric); l’Olanda perché è più forte rispetto al recente passato e perché arriva in Germania in una condizione fisica notevole (otto gol segnati nelle ultime due amichevoli); l’Italia perché almeno in questa griglia dobbiamo esserci.


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