ISERLOHN (dall’inviato) - Avere solo l’8 per cento di possibilità significa pescare il famoso ago nel pagliaio, il biglietto della Lotteria vincente. Avere solo l’8 per cento di possibilità significa chiamarsi Mattia Zaccagni, l’Arciere azzurro (festeggia scoccando la freccia) e avere il coraggio e l’incoscienza, la classe e la tecnica, di sistemare il piede prima ancora che arrivi il pallone e di mandarlo lì come a spingercelo con le mani, tanto è stato preciso. Calafiori in versione Gilardino 2006 “coast-to-coast”, monumentale e fiero, lo scarico verso Mattia («Mi ha visto con la coda dell’occhio»), il gol che spegne i sogni della Croazia e riaccende l’azzurro. Tutto in 9 minuti (quelli che si contano per le statistiche, anche se la rete è arrivata dopo 7' e 20" del recupero di 8'), tutto in 35 minuti giocati in questo Europeo (quelli reali, come i contachilometri di una macchina senza maquillage, sono 51'). Una rivincita per l’esterno sinistro, dopo le esclusioni con Mancini ct. Ha preso l’aereo all’ultima chiamata, vincendo la corsa con Orsolini nel cuore di Spalletti. E’ qui la felicità.
Zaccagni, la telefonata con Del Piero
La rete che spinge l’Italia, la mente che vola subito a casa, alla moglie Chiara e al piccolo Thiago che esulta e balbetta un accennato «Ba-ba-ba» come da video postato sui social. Il cuore che riconosce il cuore, l’abbraccio della curva azzurra (dopo il placcaggio di Vicario) e quello ideale che parte da Roma, dove lady Zaccagni è in attesa di un altro bebè. «Il gol più importante della mia vita è per loro, per Chiara che mi renderà papà per la seconda volta» si lascia andare ad una dedica dolce nel ventre della Red Bull Arena. Un gol che assomiglia a quello di Del Piero, sempre qui in Germania contro la Germania, allora era una semifinale, a Dortmund, ci valse il Mondiale 2006. Mattia aveva 11 anni, andò anche lui per strada a festeggiare con l’Italia. Adesso è lui che ha fatto esplodere di gioia un Paese intero. «Con Alex ci siamo sentiti stanotte. Era molto felice e molto contento per me e per l’Italia, mi ha detto di continuare così» ha detto a Vivo Azzurro Tv. Il suo è il gol più tardivo segnato dall’Italia nei tempi regolamentari degli Europei (97'19"). «Volevo avvicinarmi il più possibile alla panchina, sono arrivato alla bandierina e sono stato sommerso da tutti. Spalletti è venuto subito da me, mi ha baciato e abbracciato, una notte che mi porterò per sempre nel cuore».
Zaccagni, il racconto del gol
Sette minuti e diciannove secondi, Italia agli ottavi senza aspettare la rumba dei ripescaggi. «Cala è stato bravo a portarsi la palla avanti, poi mi ha visto con la coda dell'occhio e mi ha dato la palla perfetta. Io non ci ho pensato due volte». Il coraggio e la fantasia di sfruttare fino alla fine il recupero concesso da Makkelie. Contestato da Dalic e dalla Croazia, ritenuto eccessivo. Si può discutere la mancanza di uniformità fra gli arbitri, l’arbitro olandese ha usato il metro della... Fifa (quello dei maxirecuperi), spostando sulla ripresa parte del recupero non dato nel primo tempo (un solo minuto, eppure in occasione di due angoli sotto la curva dei tifosi croati il gioco è stato fermo per il lancio di bicchieri e bottiglie). Nella ripresa, poi, ci sono stati i cambi (quelli ad inizio secondo tempo non contano) divisi in 5 slot, lo stop per aspettare il controllo del VAR e l’OFR per il rigore concesso alla Croazia, le perdite di tempo di entrambe (prima del 1-0 dell’Italia, dopo la rete di Modric della Croazia). «Siamo un gruppo bellissimo, il mister è stato bravo. Dobbiamo continuare così, lo dobbiamo ai tifosi». Erano una decina, nella notte dopo Lipsia, alle 4 ad aspettarli davanti all’albergo.