Napoli, è una Real Sociedad nel segno di Guardiola

Il 4-1-4-1, il fascino del tiki-taka, l’importanza del possesso-palla con giocolieri come David Silva e Oyarzabal e il primo posto nella Liga: c’è anche l’impronta della scuola di Pep negli schemi della squadra basca, allenata da Alguacil e avversaria stasera di Gattuso in Europa League
Napoli, è una Real Sociedad nel segno di Guardiola© EPA
Stefano Chioffi
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Luis Arconada in porta, Murillo e Olaizola sulle fasce, Cortabarria e Gorriz al centro della difesa. Bakero, Zubillaga e Zamora a centrocampo. Uralde, Satrustegui e Lopez Ufarte in attacco. Era disegnata con il 4-3-3, la Real Sociedad più bella della storia, allenata da Aberto Ormaetxea e campione di Spagna nel 1981 e nel 1982. Sono trascorsi trentotto anni, anche se quel doppio trionfo non rappresenta l’ultimo successo di un club basco nella Liga. Nel 1984 il campionato fu vinto dall’Athletic Bilbao, guidato in panchina dal ct Javier Clemente, con Zubizarreta tra i pali e il centravanti Sarabia (9 gol).

La Real Sociedad, che stasera affronterà il Napoli, ha ricominciato a sognare dopo salite e ostacoli, stagioni tribolate e in chiaroscuro. E’ prima in classifica con quattordici punti: quattro vittorie, due pareggi e solo una sconfitta (0-1 in casa, allo stadio Anoeta di San Sebastian, contro il Valencia). Quattordici gol realizzati e appena tre subiti. Spigliata anche la partenza nella fase a gironi di Europa League: 1-0 sul campo del Rijeka, grazie a Jon Batista.

La squadra è allenata da Imanol Alguacil, 49 anni, ex difensore, che dirigeva la squadra B fino al 2018. Ha uno stile di gioco che la rende molto vicina, per modulo e atteggiamento, alla cultura tattica di Pep Guardiola. E’ una Real Sociedad bella e spregiudicata: organizzazione, lampi di tiki-taka, palleggio, manovra verticale. E David Silva, arrivato gratis in estate, dopo dieci anni nel Manchester City e una trattativa sfumata con la Lazio, ha contribuito a portare a San Sebastian un altro po’ del calcio e della filosofia di Pep. 

Il modulo è un 4-1-4-1 che premia ritmo e fantasia. Elustondo e Le Normand sono i difensori centrali, davanti al portiere Remiro. Hanno fisico, forza, sono bravi di testa, ma soffrono le punte rapidi. Gorosabel e Nacho Monreal sono i due terzini. Zubimendi è il mediano: ha il compito di unire il reparto arretrato e la batteria di trequartisti formata da Portu, dal mago David Silva e da Oyarzabal, fisico e colpi alla Ilicic, 23 anni, maglia numero 10, fascia di capitano, mancino, clausola da 75 milioni. Oyarzabal e Portu sono i capocannonieri della squadra in campionato con quattro gol. L’altra pedina è Guridi, che in fase di copertura trasforma il 4-1-4-1 in un 4-2-3-1, aiutando Zubimendi. Il belga Januzai, ex promessa del Manchester United, è la prima alternativa ai fantasisti. Il centravanti è Willian José, si alterna con lo svedese Isak, 21 anni, cresciuto a pane, pallone e gol in tv di Ibrahimovic. In estate è andato via, per fine prestito, il norvegese Odegaard, classe 1998, riportato a casa dal Real Madrid dopo quattro gol e sei assist.   


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