Roma, con il Betis non è il momento di fare calcoli

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Roma, con il Betis non è il momento di fare calcoli© EPA
Ugo Trani
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Premessa sicuramente scontata: nessuno meglio di Mourinho può conoscere il momento psicofisico dei suoi interpreti. Anche tenendo conto della sosta di quasi due settimane per gli impegni delle nazionali che a quanto pare è stata utile: più calciatori del previsto hanno avuto la possibilità di lavorare a Trigoria e altri sono stati risparmiati dai rispettivi ct. José sa, insomma, su chi potrà contare per le due partite in quattro giorni, entrambe fondamentali e da giocare in casa, contro il Betis Siviglia e il Lecce. Tolti gli infortunati Karsdorp e Wijnaldum, ai quali per il primo match bisogna aggiungere anche Pellegrini, la scelta è numericamente abbondante. Detto questo, però, sembra improbabile che Mou decida di affidarsi al turnover, soprattutto nella partita di domani in Europa League che probabilmente ha la priorità per la Roma e quindi per il suo allenatore.

Mourinho, del resto, non è favorevole alla rotazione. Da sempre, anche per non compromettere l’identità. Se può, la evita. Ancora di più in questo caso. La partita contro il Betis, a punteggio pieno con 6 punti in 2 gare, ha già il sapore della sfida da dentro o fuori. È più di uno scontro diretto, colpa del ko inaspettato in Bulgaria contro il Ludogorets. Sarà testa a testa con la squadra spagnola per il primato nel gruppo C che porta direttamente agli ottavi senza passare per gli spareggi con chi dovrà abbandonare la Champions. La Roma, dunque, non si può permettere di rinunciare a diversi titolari in questa gara, concedendo loro un turno di riposo e risparmiandoli per il Lecce. Sarebbe un messaggio sbagliato per il gruppo giallorosso e al tempo per l’avversario di coppa. Significherebbe per certi versi non dare il giusto peso a una gara già decisiva. Dentro la formazione migliore o quasi. L’intenzione di Mourinho è di limitare le novità dopo la tappa di sabato a Milano. Due-tre al massimo, stando comunque attento al lavoro di queste ore a Trigoria. Ovviamente servirà il sostituto di Pellegrini, con lo spazio da titolare per Belotti, e magari un esterno diverso da quelli visti a Milano, con il ritorno di Zalewski. Da verificare Dybala.

José valuterà poi che cosa fare durante il match. Come e quando intervenire. Senza pensare a domenica. Ormai il suo metodo è conosciuto. La rotazione chiama in causa di solito quattordici giocatori. Gli undici titolari più duetre panchinari scelti. Così, con la metà (poco più) dei calciatori della rosa, prepara le partite. Sono quelli che alterna all’inizio e anche in corsa. Se non c’è l’imprevisto, tende a confermare la formazione tipo. Cambia solo se è necessario. Ad inizio stagione non dà importanza al minutaggio. Rinuncia a un giocatore solo se deve prevenire un infortunio. Questo comportamento di Mou è ancora più evidente da quando c’è la possibilità di effettuare cinque sostituzioni. Il suo turnover ha come rampa di lancio la panchina. Con pazienza modifica la Roma in campo, pure tatticamente. E solo quando non può proprio farne a meno. Lo ritiene l’unico modo per non far stonare il coro.


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