Alessandro Nesta: un cuore diviso a metà

Il difensore centrale è stato una colonna di Lazio e Milan
Alessandro Nesta: un cuore diviso a metà
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La mattina del 31 agosto 2002, Alessandro Nesta era ancora in campo a Formello, con la maglia biancoceleste addosso. I tifosi erano convinti che il pericolo di perderlo fosse scongiurato. La Lazio, sebbene fossero passati soltanto due anni dallo scudetto, non se la passava bene dal punto di vista economico: aveva bisogno di risanare, e per risanare c’era bisogno di cedere. Nesta, a quei tempi, era il massimo che una grande squadra potesse desiderare nel ruolo di difensore centrale.

Ma i laziali non volevano rassegnarsi: anche nell’ultimo giorno di mercato, implorarono il loro idolo di non lasciare la Capitale. Niente da fare: «La cessione del nostro capitano Alessandro Nesta (per 31 milioni di euro, ndr) è un grande sacrificio effettuato per agevolare il riequilibrio finanziario in corso della società e per garantire alla squadra la necessaria tranquillità per nuove stagioni di successi sempre nell’élite del calcio mondiale - disse l’allora presidente della Lazio, Sergio Cragnotti -. Un grazie di cuore per tutto quello che ha fatto e dato alla Lazio in questi 18 anni in maglia biancoceleste. Lui sa che il sacrificio della sua cessione ha soltanto queste giustificazioni di risanamento della società e io lo ringrazio, a nome di tutti i laziali, per la disponibilità dimostrata. Alessandro Nesta resterà per sempre nel patrimonio della tifoseria biancoceleste». Una storia d’amore, quella di Nesta con la Lazio, iniziata nel 1985, quando aveva soltanto nove anni: i derby contro Francesco Totti, lo scudetto Primavera vinto nel 1995, quando Dino Zoff lo aveva già promosso tra i grandi.

Ci mise pochissimo, Nesta, a diventare il simbolo della Lazio: orgoglio romano di una squadra che con un allenatore svedese - Sven Goran Eriksson - e tanti giocatori arrivati dall’estero si stava affacciando anche al grande calcio internazionale. Nel 1998, vinse la Coppa Italia e perse la finale di Coppa Uefa, ma quello fu anche l’anno del grave infortunio al ginocchio durante il Mondiale di Francia. La Lazio si avvicinò allo scudetto nel 1999: lo perse, ma seppe consolarsi con la vittoria della Coppa delle Coppe e, pochi mesi dopo, della Supercoppa Europea contro il Manchester United, prologo di una stagione storica conclusa con il tricolore conquistato a distanza di 26 anni da quello della Lazio di Maestrelli.

ALESSANDRO NESTA AL MILAN - Complessivamente, nella sua carriera, Nesta ha vinto altri due scudetti con la maglia del Milan: il primo nel 2004, il secondo nel 2011. Ma quelli rossoneri sono stati anche gli anni di altri trofei internazionali, sia con il club che con la Nazionale: Nesta, alla prima stagione a Milano, ha subito centrato l’obiettivo della Champions League, in finale a Manchester contro la Juventus, segnando anche uno dei rigori della serie. La seconda Champions sarebbe arrivata nel 2007, un anno dopo il titolo mondiale, a parziale rivincita di quello che era accaduto nel 2005 a Istanbul, con il Milan avanti di tre gol sul Liverpool ma rimontato e battuto ai calci di rigore.

A 35 anni, Nesta rinnovò il suo contratto con il Milan fino al 2012: il tempo di vincere un’altra Supercoppa Italiana, a Pechino contro l’Inter. Nei dieci anni in rossonero, 326 partite e 10 gol, con due scudetti, una Coppa Italia, due Supercoppe italiane, due Champions League, due Supercoppe Europee e un Mondiale per Club. Abbastanza per lasciare l’Italia da eroe e concedersi un’esperienza in Canada, prima di dire basta con il calcio giocato.


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