Miroslav Klose: il tedesco in cima al mondo

Miglior marcatore nella storia dei Mondiali, re dei bomber della Germania, in Italia ha scritto la storia della Lazio facendo innamorare il popolo biancoceleste
Miroslav Klose: il tedesco in cima al mondo
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Il 9 giugno del 1978 la nazionale della Germania Ovest sta disputando i mondiali di calcio in Argentina, una terra legata a doppio filo con l'inizio e la fine del nostro racconto. Precisamente a Opole, da una famiglia appartenente alla minoranza tedesca in Polonia, nasce un bambino che scriverà la storia della coppa del mondo. Nato con il nome di Miroslaw Marian, verrà poi chiamato Miroslav Josef: per tutti sarà universalmente noto come Miro Klose. Si trasferisce con la famiglia in Germania nel 1986. Inizia a giocare a calcio nel Blaudach-Diedelkopf, il ragazzo fa la punta e come ogni attaccante che si rispetti parla con il gol. Come dimostra anche all'Homburg, il club che lo preleva, mai una parola fuori posto, solo tanta corsa e tanto sudore. L'ascesa lucente, per uno con il suo senso del gol e con un carattere invidiabile da qualsiasi atleta, è scritta nelle stelle. Nel 1999 approda al Kaiserslautern: con i Diavoli Rossi debutta in Bundesliga. Segna e lavora per i compagni, ed è qui che sboccia definitivamente, tanto da guadagnarsi la chiamata in nazionale. La sua avventura in Germania procede a suon di gol: passa cinque stagioni al Kaiserslautern, tre al Werder Brema – dove vince la Coppa di Lega 2006 – e quattro al Bayern Monaco.

Bayern

I bavaresi lo acquistano nel 2007, quando Klose è già un cannoniere di livello mondiale, grazie soprattutto alle incredibili performance con la nazionale tedesca. La società fa ambo sul mercato, servendo al tecnico Ottmar Hitzfeld un reparto offensivo formidabile: Luca Toni e il Totem Miro Klose da affiancare al gioiellino Lukas Podolski. La prima gioia per Miro è indimenticabile: firma l'1-0 contro lo Schalke nella finale della Coppa di Lega, bissando il trionfo ottenuto con il Werder. Con i “Die Roten” (i Rossi) vince al primo colpo Bundesliga e Coppa di Germania, si laurea vice capocannoniere dell'edizione 2008-09 della Champions League e perde la finale di Madrid contro l'Inter nel 2010, anno in cui però vince tutte e tre le competizioni nazionali. Nell'ultima stagione il tecnico van Gaal, il più delle volte, gli preferisce Gomez e Muller. Termina il contratto che lo lega alla società tedesca, e a 33 anni è libero di scegliere dove andare. Molti pensano che sia finito, la Lazio no.

Nella Capitale

Un mese più tardi Tare mette a segno un altro colpo di mercato, ingaggiando Djibril Cissé. Per molti le maggiori aspettative sono riposte nell'attaccante francese che, invece, si rivela un flop. Segnano entrambi nel 2-2 all'esordio stagionale a San Siro contro il Milan: per Cissé è il primo di soli cinque gol in biancoceleste, per Miro è l'inizio di una storia d'amore fantastica: quella tra lui e il popolo laziale. La scintilla scocca la sera del 16 ottobre 2011, perché a Roma c'è solo un modo per conquistare i tifosi: al 93' di un derby ringrazia Matuzalem per l'assist e trafigge Stekelenburg. La Lazio torna a vincere una stracittadina dopo due anni e Miro è il nuovo idolo della Curva Nord. Trascina la squadra a un passo dalla qualificazione in Champions, è l'ariete perfetto per il gioco di Edy Reja, ma soprattutto mostra, nonostante l'età che avanza, eccellenti doti atletiche unite a un'intelligenza tattica fuori dal comune. Nella stagione successiva è nuovamente il miglior marcatore della squadra e dimostra ancora una volta di essere un campione a tutto tondo, anche sotto il punto di vista del Fair Play: alla quinta giornata contro il Napoli segna di mano, l'arbitro convalida ma Miro confessa prontamente. Il gesto viene elogiato da tutti, anche dal presidente della Fifa Blatter.

Maggio 2013

Nel mese di maggio, poi, scrive la storia. Realizza cinque reti nel 6-0 al Bologna – per trovare il precedente pokerissimo in Serie A, bisogna azionare la macchina del tempo e fermarsi alla stagione 1985-86 per leggere il nome di Roberto Pruzzo (Roma-Avellino 5-1) – ma soprattutto, il 26 maggio 2013, è uno dei protagonisti del trionfo in Coppa Italia contro i cugini giallorossi. Un trofeo che nella Capitale viene ricordato dai tifosi laziali come leggendario.

Con Pioli

Klose non ha finito di stupire: nel campionato 2014-15 raggiunge le 50 reti in biancoceleste e, con Pioli in panchina, centra la qualificazione ai preliminari di Champions League. Ovviamente c'è anche la sua firma nel 4-2 al San Paolo contro il Napoli che consente alla Lazio di raggiungere il traguardo. Il preliminare si decide nella gara di ritorno contro il Bayer Leverkusen: Klose cade insieme ai compagni nella sua terra, decisivo il 3-0 che ribalta la vittoria laziale dell'andata. Nell'ultimo match stagionale segna nel “Klose day” all'Olimpico su rigore contro la Fiorentina. Lascia la Lazio da miglior marcatore straniero del club in campionato, lascia da campione assoluto amato e rispettato da tutti, lascia un segno indelebile nella storia biancoceleste.

La leggenda tedesca

Si potrebbe scrivere un romanzo per raccontare la storia d'amore tra Klose e la Germania: Miro si colloca di diritto tra le leggende di questa gloriosa nazionale. Dobbiamo però tornare indietro di qualche anno, precisamente al 24 marzo 2001, dove tutto ha inizio: Klose debutta, Klose segna. La Germania vince, sì vince, perché tutte le 71 volte in cui il numero 11 segnerà, “L'Equipaggio” (“Die Mannschaft”) non affonderà mai, non perderà mai. La sua prima tripletta arriva il 13 febbraio 2002, nello stadio in cui gioca abitualmente: il Fritz Walter Stadion di Kaiserslautern. Non segna per tre match ma poi ecco due tris di fila, il secondo è il suo biglietto da visita nei Mondiali di calcio 2002, i primi giocati dal fuoriclasse tedesco. Quel torneo lo perde in finale contro il Brasile di Ronaldo. Ne gioca altri tre e altrettanti Europei. Guida l'attacco tedesco per 13 lunghi anni, superando delusioni scottanti: l'eliminazione casalinga nel 2006 contro l'Italia, la sconfitta in finale a Euro 2008 contro la Spagna, un'altra eliminazione in semifinale nel 2010, sempre contro le “Furie Rosse”, e ancora una sconfitta in semifinale agli Europei 2012 per mano degli azzurri. Poi la gloria. Arriva al Mondiale 2014, disputato in casa della Seleçao, dopo la rete segnata all'Armenia, che lo porta a essere il re dei bomber tedeschi di tutti i tempi (superato Gerd Muller). Segna a Fortaleza contro il Ghana la rete che gli consente di raggiungere Ronaldo come miglior marcatore nella storia della manifestazione iridata, e, proprio contro il Brasile, lo supera nel pesante 7-1 che i tedeschi rifilano alla nazionale verdeoro, siglando il 2-0. Il successivo 13 luglio si chiude quel “doppio filo”: contro l'Argentina di Messi, grazie alla rete di Mario Gotze, si laurea finalmente campione del mondo. Questo è Miro Klose, un unicum negli almanacchi della storia del calcio.

 

 

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- # Il 9 giugno del 1978 mentre la nazionale della Germania Ovest sta disputando i mondiali di calcio in Argentina, una terra legata a doppio filo a questa storia, precisamente a Opole, da una famiglia appartenente alla minoranza tedesca in Polonia, nasce un bambino che scriverà la storia della coppa del mondo. Il ragazzo debutta in Bundesliga con il Kaiserslautern e diventa grande con il Werder Brema. Vince con il Bayern Monaco e nel 2011 approda alla Lazio. Decide un derby al 93', riportando al trionfo i biancocelesti dopo due anni. Resta il centravanti della squadra per cinque stagioni nelle quali diventa l'idolo della tifoseria. Nel 2013 segna un pokerissimo al Bologna e il 26 maggio dello stesso anno vince, contro la Roma, una Coppa Italia diventata leggenda per il popolo laziale. Per 13 lunghi anni guida l'attacco della Nazionale tedesca: gioca quattro Mondiali e tre Europei. Polverizza record su record: è al primo posto tra i bomber della Germania ma soprattutto è il calciatore che ha segnato più di chiunque altro nei campionati mondiali. Strappa questo record a Ronaldo “Il Fenomeno” nell'edizione 2014 disputata in Brasile: lo raggiunge contro il Ghana e, ironia della sorte, lo supera, nella gara di Belo Horizonte nel pesante 7-1 inflitto proprio alla Seleçao. Il 13 luglio chiude quel “doppio filo” battendo in finale l'Argentina di Messi e laureandosi, finalmente, campione del mondo. È Miro Klose, un unicum negli almanacchi della storia del calcio. Oggi compie 41 anni: tanti auguri campione. #amodonostro#ilcuoio#miroklose#miroslavklose#klose#happybirthday#hbd#germany#deutschland#lazio#sslazio#ssl#sslazio1900#worldcup#bayern#bayernmonaco#kaiserslauten#werderbrema#mk11#berlin#fussball#football#buoncompleanno#seriea#legend#serieatim#story#adidas#diemannschaft

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