La partita del secolo: Italia-Germania Ovest 4-3

La semifinale dell'ultima Coppa Rimet passò alla storia, fu raccontata ai telespettatori dall'inconfondibile voce di Nando Martellini
La partita del secolo: Italia-Germania Ovest 4-3

Dal lontano 1930 la Coppa del Mondo è senza alcun dubbio la competizione del pallone per eccellenza. Noi italiani ne siamo pionieri grazie a due trionfi nelle prime tre edizioni. Ma, oltre all'Italia, ci sono due nazionali che hanno recitato un ruolo da protagonista nella storia di questa manifestazione: il Brasile e la Germania. Italia-Germania (Germania Ovest dal 1949 al 1990) costituisce l'emblema della rivalità calcistica tra le rappresentative nazionali. Basti pensare che queste due squadre hanno partecipato a 14 finali mondiali (8 la Germania, 6 l'Italia), tante quante tutte le altre nazionali europee messe insieme. Nella Coppa del Mondo, però, la gara iconicamente passata alla storia, definita come “La Partita del Secolo” non è una finale ma bensì una semifinale, il penultimo atto di un Mondiale che vinse proprio la Seleçao di Pelè.

Innovazioni

L'anno in questione è il 1970 e il Mondiale è quello giocato in Messico, quello delle alture impossibili, quello della rivoluzione totale: il primo trasmesso in mondovisione dalla televisione a colori, il primo ad avere un pallone ufficiale, allontanando definitivamente il classico pallone di cuoio scuro, quello con cui tutto ebbe inizio, quello che rimane l'essenza di un tempo ormai andato per i più fedeli nostalgici. É il primo in cui gli arbitri possono decidere di tirare fuori dai loro taschini due cartellini colorati: il giallo per l'ammonizione, il rosso per l'espulsione. Ma anche il primo in cui gli allenatori possono effettuare due sostituzioni. Tra tante innovazioni, qualcosa ci abbandona: è l'ultima competizione iridata denominata Coppa del Mondo Jules Rimet, cambierà il suo nome in Coppa del Mondo FIFA perchè la Rimet se la aggiudicherà per sempre il Brasile con la sua terza vittoria.

Estadio Azteca

Il 17 giugno l'Azteca di Città del Messico diventa il teatro di una rappresentazione che rimarrà in eterno negli annali della storia del gioco: un turbine di energia, una confusione di emotività che resterà indelebile per sempre. Due comitive del vecchio continente, Italia e Germania Ovest, di certo non abituate a giocare una partita di calcio a 2.200 metri d'altitudine, danno vita a un qualcosa che, scevra dalle “semplici” ma sapienti mansioni indicate dalla tattica, trasformando l'incontro in qualcosa di irripetibile. A dire il vero nel tempo regolamentare può sembrare una partita normale: una staffilata di Boninsegna apre al 9' e Schnellinger pareggia al 92', semplicemente la più classica delle beffe, sì certo, in una semifinale mondiale, ma nulla che il calcio non ci abbia già concesso centinaia di volte. Il fascino di questa sfida inizia con la seconda vita del match, con quei tempi supplementari dall'epilogo leggendario.

Una voce storica

La voce di Nando Martellini – telecronista che ha accompagnato le gesta della nazionale per quattro mondiali – narra agli italiani l'evolversi del match e non è ancora consapevole che ciò che sta raccontando verrà riascoltato milioni di volte da milioni di persone, che la sua voce rimarrà iconica come colonna sonora di cassette e filmati di repertorio. La sua voce sembra sconfortata quando Seeler prolunga di testa e Muller prende il tempo a Poletti portando avanti i suoi. Sembra rinascere quando Burgnich sfrutta l'errore di Held e sigla il 2-2 e addirittura infervorarsi quando: «Riva, Riva, Riva, tiro... ed è gol Riva. Riva ha segnato, 3-2 per l'Italia». Per schiacciarsi ancora, al 110' di una sfida infinita, quando Gerd Muller fa passare il pallone tra il corpo di Rivera e il palo che il Golden Boy avrebbe dovuto difendere con più attenzione. A questo punto l'Italia centra la sfera per riprendere il gioco, Rivera passa a De Sisti il quale allarga verso capitan Facchetti che lancia in profondità un inesauribile Boninsegna. Il numero 20 di potenza salta Schulz e, dal fondo, mette il pallone sul dischetto del rigore: «Rivera, rete! Rivera ancora, 4-3, 4-3 gol di Rivera! Che meravigliosa partita ascoltatori italiani. Non ringrazieremo mai abbastanza i nostri giocatori per queste emozioni che ci offrono...». Aveva ragione non potremo mai ringraziare abbastanza quella nazionale, perché solo chi ha visto le immagini di quella straordinaria partita, accompagnate dall'inconfondibile voce di Nando Martellini, può veramente capire il motivo per il quale fuori dallo Stadio Azteca ci sia una targa che ricorda che qui, il 17 giugno 1970, si è giocata la partita del secolo.


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