Milan-Juve e quel precedente nel giorno della Befana

Nel 1999 l'unico match della storia tra le due squadre giocato il 6 gennaio. Al Meazza terminò 1-1 e a fine stagione i rossoneri vinsero lo scudetto
Milan-Juve e quel precedente nel giorno della Befana
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Stasera il Meazza sarà il teatro del big match del sedicesimo turno della Serie A tra Milan e Juventus. Una gara che può portare ulteriori conferme tra i rossoneri allenati da Pioli che comandano la classifica, e che, al contrario, può rivelarsi da dentro o fuori nell’ottica della lotta scudetto per la Juve di Pirlo. Vista la loro militanza da calciatori a maglie invertite, i due tecnici conoscono alla perfezione l’ambiente con cui vanno a scontrarsi: Pioli giocò alla Juve tra il 1984 e il 1987, Pirlo al Milan dal 2001 al 2011. Nessuno dei due era quindi in campo il 6 gennaio ‘99, giorno in cui le compagini si affrontavano per la quindicesima giornata di campionato. Pioli, 14 anni più grande di Pirlo, giocava la sua ultima stagione da calciatore nelle serie minori con il Colorno; il Maestro, invece, si affacciava al grande calcio appena diciottenne con l’Inter.

Gennaio ‘99

Quello del 6 gennaio 1999 è l’unico dei 217 precedenti tra Milan e Juve andato in scena nel giorno della Befana. Si saluta  il campionato nel turno prima di Natale e lo si riabbraccia, come da consuetudine, nel secondo giorno di festa del nuovo anno, sempre con il calciomercato in copertina. Quella sessione risulta frustrante per i bianconeri, che visto il grave infortunio di Del Piero, vedranno approdare a Torino due attaccanti: Juan Esnaider (al quale forse spetta un posto nel podio dei più grandi bidoni di sempre) e un giovanissimo Thierry Henry (che alla Juve fallirà, ma per tutto quello che combinerà poi, risulta essere ancora oggi uno dei più grandi rimpianti della storia bianconera). Inoltre, l’ambiente è scosso dall’imminente ufficialità della firma di Marcello Lippi con l’Inter per l’anno che verrà. In casa Milan, gennaio non porterà grandi novità dal mercato, ma sarà un mese assolutamente decisivo, che vedrà il debutto in Serie A del 22enne Christian Abbiati. Il giovane portiere partito a inizio anno come terza scelta, sfruttando anche il flop di Jens Lehmann (che saluterà in quella sessione) riuscirà a togliere il posto da titolare a Sebastiano Rossi, risultando l’arma in più del Milan di Zaccheroni. 

La gara

La posta in palio è importante, il Meazza è gremito da oltre 81mila spettatori. Milan e Juventus (rispettivamente al terzo e al settimo posto con 25 e 21 punti) devono accorciare sulla Fiorentina che guida la classifica a quota 32, ma ha già giocato, e vinto, nel pomeriggio. La gara è frizzante e combattuta, è il classico big match degli anni ’90 con tanti campioni da una parte e dall’altra. Inizia meglio il Milan: Weah crea il panico sulla fascia destra, Ferrara lo ferma con un intervento ai limiti del regolamento in area di rigore. Nella Juve fa tutto Tudor: prima si propone in attacco e impegna Rossi con una conclusione da lontano, poi pasticcia in zona difensiva e si fa scippare il pallone da Weah. L’ex Pallone d’Oro scappa via e viene steso dal croato, questa volta per l’arbitro Bettin non ci sono dubbi: rigore. Albertini è freddo e porta in vantaggio i rossoneri al 27’. La Juve reagisce con due tentativi di testa di Amoruso, andando concretamente vicina al pari solo nel finale di tempo, quando il fresco Pallone d’Oro Zidane scarta due avversari e impegna Sebastiano Rossi. In avvio di ripresa gli ospiti segnano subito con Tudor, ma sugli sviluppi della punizione battuta da Zizou e insaccata dal croato, l’arbitro vede un fallo in attacco e annulla. Al 62’ l’episodio favorevole ai rossoneri: Montero ferma con un braccio il passaggio di Leonardo, il difensore uruguagio è già ammonito e finisce sotto la doccia. La superiorità numerica dei padroni di casa dura pochissimo: solo quattro minuti più tardi Weah stende ingenuamente il neo entrato Birindelli e riceve il secondo giallo. Parità numerica ristabilita e ospiti che continuano a cercare con insistenza il pareggio. Lippi azzecca il cambio mandando in campo Fonseca al posto di Amoruso. L’uruguagio è una spina nel fianco per la difesa di Zaccheroni: all’85’ sfrutta alla perfezione il bellissimo assist di Antonio Conte per firmare il meritatissimo 1-1. La Juventus rischia anche di vincerla, con Zidane che sfiora il palo alla destra di Rossi e con Inzaghi che manca di un soffio l’appuntamento con il gol in pieno recupero. Un punto a testa che nell’immediato non serve a nessuno e che, invece, farà tutta la differenza del mondo. Grazie a quel punticino il Milan vincerà un tricolore insperato, in una corsa punto a punto con la Lazio, che terminerà seconda a una sola lunghezza dalla squadra di Zaccheroni. 


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