Donadoni: «Il ct va aiutato per fare un'Italia competitiva»

L'ex commissario tecnico: «Per troppi club la Nazionale è un ostacolo ma è anche giusto che si metta in condizioni il commissario tecnico al meglio per costruire una squadra altamente competitiva»
Donadoni: «Il ct va aiutato per fare un'Italia competitiva»© LaPresse
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ROMA - "Per molte società la nazionale è non dico un fastidio, ma un ostacolo". Anche Roberto Donadoni, dopo Cesare Prandelli, lancia l'allarme sugli azzurri. "È giusto che si pretenda molto dalla nazionale - ha detto l'ex ct a Radio Anch'io sport - ma è anche giusto che si metta in condizioni il commissario tecnico al meglio per costruire una squadra altamente competitiva". Quello del difficile rapporto tra nazionale e club è un problema datato, ricorda Donadoni. "È un male che si trascina da sempre - sottolinea - in Italia c'è una cultura che non privilegia molto la nazionale. Quando ero ct io, avevo chiesto di cominciare il campionato due settimane prima come fanno all'estero, per trovare gli spazi e preparare al meglio la nazionale, ma tutto è rimasto com'era. E invece bisognerebbe cambiare e modernizzare". Anche per i giocatori, aggiunge Donadoni, "spesso la nazionale è una valvola di sfogo dalle tensioni dei club: insomma, la coperta è troppo corta, da qualsiasi lato la si tiri. E poi troppe persone fanno dichiarazioni a favore di microfono e poi nei fatti... Servirebbero più serietà e coerenza".

DONADONI: «C'È MENO FAME» - "Al nostro calcio - ha aggiunto Donadoni - è venuta meno la fame. Diamo tutto troppo per scontato, e non c'è tempo, non c'è pazienza. Ho avurto Pellè al Parma, riconoscevo le sue qualità ma lui subiva pressioni troppo forti, non è stato accettato". L'unica via, conclude Donadoni, "è la programmazione: chi programma, come Germania e Belgio, ottiene i risultati. Noi invece no, poi esce una nazionale come il Belgio e ci meravigliamo, da dove vengono questi?...".


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