Capello per l'Italia se Conte se ne va

Ecco tutte le ipotesi per la panchina della Nazionale in caso di cambio di ct
Capello per l'Italia se Conte se ne va© LaPresse
Andrea Santoni
6 min

A dirla tutta, è solo un dettaglio. Ma appetibile come una prova. Galeotto fu il corso di lingua inglese, che va avanti per altro da un anno. Inevitabili le connesioni mediatiche: Antonio Conte si sta preparando al gran salto in Inghilterra; più di recente, viste le voci romane, a parlare da pari a pari con Pallotta. Ne avremo da scrivere, di qui ad aprile, stagione di amori, risvegli e accordi tra club e allenatori a venire. Tutto gli scenari sono possibili: resta forte la sensazione che l’attuale ct alla fine decida di lasciare l’azzurro dopo Euro 2016 ma potrebbe anche accadere il contrario, dovesse prevalere il certo per l’incerto, oltretutto adesso che l’ex allenatore della Juve a fare il commissario tecnico ci ha preso gusto. Di sicuro il tormentone Conte gira sì intorno al tre volte campione d’Italia juventino ma corre anche sul binario federale: se sarà il caso, il presidente Tavecchio dovrà scegliere un nuovo ct, meglio un nuovo papa, come ha detto lui, significativamente. Un’eventualità tutta da costruire, con nomi che si intrecciano anche col mercato attuale di aluni club di punta. Vediamo come. 

QUALE FUTURO? Un paio di settimane fa, a Parigi, subito dopo il sorteggio per Euro 2016, Antonio Conte, tra i molti messaggi lanciati, aveva evitato di entrare direttamente nella questione contratto, in scadenza il prossimo luglio. Va? Resta? Lascia o raddoppia? A riaccendere i riflettori sulla questione, mentre il nome dell’attuale allenatore della Nazionale sta rimbalzando da Roma a Londra, sponda Chelsea, ci ha pensato ieri l’anticipazione dell’intervista a Tavecchio, in onda stasera alle 23.30 (Raidue) all’interno dello speciale su un anno di sport. «A primavera si scopriranno le carte. Sono sicuro che Antonio rinnoverà; lui per me è come un figlio. Ma se dovesse decidere di andare via, come dico sempre, “morto un papa se ne fa un altro”...». Che Conte sia considerato tale (un figlio, soprattutto un papa) dal numero uno della Figc (che al suo ingaggio ha legato la prima forte svolta positiva di immagine del proprio mandato, nato tra mille tempeste) è poco ma sicuro; che Tavecchio coltivi un ottimo rapporto col proprio allenatore lo testimoniano anche le fresche frequentazioni pre natalizie tra loro (un paio di cene, una anche alla presenza della signora Elisabetta, moglie del ct), che il quadro generale ora come ora rimanga quello più volte illustrato nelle scorse settimane è anche un fatto: l’ex tecnico bianconero e la Federcalcio si sono dati appuntamento tra quattro mesi per un confronto chiarificatore. Intanto si lavora per assicurare al ct la realizzazione dei suoi desiderata: uno stage esplorativo (8/10 febbraio) a Coverciano (senza big), al quale la Lega di Milano ha dato un primo ok di massima e la chiusura della stagione agonistica italiana il 15 maggio, con finale di coppa Italia già disputata, per permettere al ct di preparare al meglio il prossimo Europeo (qui bisogna aspettare il quadro completo delle finaliste, e il percorso europeo della italiane). Tutto questo, oltre alla piacevole scoperta del ruolo avvenuta in questo anno e mezzo, aiuterebbe a convincere Conte a restare fino al mondiale russo del 2018. Ma le variabili restano molte. E così Tavecchio sa di non potersi far trovare impreparato. L’eventuale nuovo papa deve avere la p maiuscola. 

LE OPZIONI - Questo dice oltretutto l’accordo col la Puma, molto più di un semplice sponsor tecnico, che fino al 2018 ha messo sul piatto federale circa 5 milioni netti a stagione (bonus a obiettivo compresi) per garantire la presenza sulla panchina azzurra di un tecnico di prima fascia. Due anni fa Conte la spuntò su Mancini. Gli scenari da allora sono cambiati e stanno cambiando e potrebbero anche cambiare...Di sicuro in questo momento uno degli uomini prontissimi per l’avventura, è Fabio Capello, uno dei top coach nostrani di caratura internazionale. Vero che le esperienze da ct con Inghilterra e Russia non sono state esaltanti e che stiamo parlando di un gran senatore (compirà 70 anni a giugno), ma il suo nome pesa ancora tantissimo. Come quello di Marcello Lippi. L’ex campione del mondo, poco più giovane di Don Fabio, ci ha però spiegato nel recente passato che la sua eventuale terza volta in azzurro (record da condividere con Pozzo) dovrebbe prevedere un ruolo di Direttore tecnico. In questo caso, con lui potrebbero lavorare Cannavaro o Ferrara, un tandem che sarebbe gradito anche allo sponsor. Stesso discorso per Luciano Spalletti, altra generazione e altra bacheca, ma straordinaria capacità tecnica acclarata anche a livello europeo. In questo senso minor appeal garantirebbero Guidolin e Mazzarri, comunque maestri di calcio, pur con profili caratterali più problematici per un ruolo istituzionale come quello di commissario tecnico. Non va dimenticato che la prima scelta di Tavecchio due anni fu Zaccheroni, già ct del Giappone. Detto questo, un’opzione del genere, con tutto il rispetto per Zac, cambierebbe lo scenario, anche economico del dopo Conte. Potrebbero magari entrare in ballo soluzioni diverse, come quella di un giovane outsider (come fu 10 anni fa Donadoni): ci riferiamo a Pioli, Di Francesco o Montella. Improbabile (mai dire impossibile) invece che possano entrare in gioco i big attuali del campionato, da Mancini ad Allegri, a Sarri mentre Ranieri, leader in Inghilterra, dopo l’esperienza da ct greco, ha appena spiegato che di nazionali non vuol più sentir parlare. Sicuri che, dovesse chiamarlo l’Italia, il buon caro Claudio resterebbe sulle sue posizioni? Ranieri intanto l’inglese lo ha imparato, come sta facendo Conte. La qual cosa non preoccupa Tavecchio: «Oggi è fondamentale e giusto conoscerlo...» ha spiegato il presidente. E se arrivasse un papa straniero? Impossibile, almeno questo, anche con Conte ct emerito... 


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