Ventura: «Suning? Ora il mio progetto è l'Italia»

Nella conferenza stampa prima del match con l'Uruguay il ct ha parlato del futuro e dell'offerta del Jiangsu
Ventura: «Suning? Ora il mio progetto è l'Italia»© ANSA
Andrea Ramazzotti
7 min

INVIATO A NIZZA - Gian Piero Ventura allontana l’ipotesi di andare al Jiangsu, ma non smentisce affatto (anzi…) l’offerta ricevuta da parte della formazione del gruppo Suning.

Ventura, come ha trovato gli juventini?
Dal punto di vista fisico bene, dal punto di vista morale abbastanza bene. Non avevo molti dubbi perché i grandi giocatori dopo la partita, che sia vinta o persa, devono voltare pagina perché ci sono sempre nuovi traguardi. La rabbia e la professionalità l’hanno ritrovata immediatamente.

Ci dice qualcosa della formazione che giocherà domani?
Vi dico solo il portiere perché porta bene: Donnarumma. E poi ce ne saranno altri dieci…

Quanto sei gratificato dall’offerta ricevuta dal Jiangsu?
Non c’è niente da spiegare. Se è vero che c’è stato un interessamento, mi lusinga perché arriva da una potenza del calcio mondiale. Se fosse concreta mi sentirei onorato, ma al momento ci sono dei punti fermi: a) sono l’allenatore della nazionale italiana, b) abbiamo iniziato un progetto e credo che sia quasi una conseguenza logica portarlo avanti. Abbiamo discusso con la Figc di arrivare agli Europei.

State trattando il rinnovo?
Abbiamo iniziato 8-9 mesi fa con l’obiettivo di andare al Mondiale, ma strada facendo gli obiettivi si sono ampliati anche se quello iniziale rimane il principale. Abbiamo iniziato gli stage, abbiamo tolto l’ansia ai più giovani che venivano qua e abbiamo fatto altre cose. Vogliamo essere la sorpresa di questo mondiale ed essere uno dei favoriti al prossimo europeo con i sopravvissuti di questo gruppo, dei punti cardine. Ho iniziato un progetto e mi è stato chiesto di fare una verifica per portarlo in fondo.

Da una parte il progetto della vita, quello della nazionale. Dall’altra l’offerta della vita, quello del Jiangsu. Se non le verrà consegnato il progetto Italia che vuole, potrebbe accettare l’offerta della vita del Jiangsu?
Il problema è stato affrontato recentemente, non oggi. Quando sono stato chiamato in nazionale, è stato perché è andato via Conte. Perché io vengo sempre dopo di lui… Io avevo 2 anni di contratto con il Torino e 3 squadre, 2 importanti, che mi volevano. Mi è stata offerta la panchina della nazionale e dopo 10 secondi di incertezza, i dubbi sono spariti. Perché non ho mai avuto la possibilità di giocarmi lo scudetto e questa era un incentivo, una gratificazione, un’emozione unica. Mi sono buttato a capofitto in questa avventura e abbiamo fatto grandi cose. Sono orgoglioso di rappresentare l’Italia. Sono orgoglioso, non ho il minimo dubbio di portare avanti questo progetto. Poi quello che succede in futuro, magari uscendo da quella porta, non si sa mai...

L’assenza di Verratti può complicare a lui il cammino verso Spagna-Italia?
La scelta di rinunciare a lui è finalizzata a questo. Ci aspettano delle partite importanti, ma quella del 2 settembre ha una valenza definitiva. Essendo arrivato a Coverciano dopo una stagione complicata era meglio non rischiarlo anche se utilizzando i farmaci sarebbe potuto scendere in campo. E’ stato preservato proprio in vista della sfida con la Spagna.



Cosa consiglierà ai giocatori in vista dell’estate?
In questi 8 mesi abbiamo incentivato nei più giovani l’appartenenza alla maglia azzurra. C’è voglia di fare bene insieme e di giocare partite importanti come quella di settembre. Ci sarà attenzione da parte di tutti. La mia preoccupazione è quella della condizione fisica: giocheremo solo 2 partite e i calciatori delle grandi squadre saranno reduci da tournée. Tutti avranno la voglia di misurarsi contro una squadra forte e su un campo difficile, ma anche con la consapevolezza che abbiamo tutti i mezzi per fare qualcosa di importante. Adesso, ma anche dopo.

Contro le nazionali extraeuropee l’Italia fatica parecchio. Perché?
L’importanza della partita di domani è notevole perché sarà una verifica importante contro un’avversaria ostica che non guarda in faccia a nessuno per natura, per dna. Ci può far capire a che punto siamo e cosa possiamo diventare. E’ molto più importante di una semplice amichevole. Il fatto che ci può far cancellare numeri negativi contro le sudamericane potrebbe essere ancora più importante.

La voglia di lanciare Donnarumma nasconde il timore che Buffon tra un anno non sia quello attuale?
Donnarumma gioca perché è un giocatore giovane, ma di qualità. Stiamo lavorando per costruire, che non vuol dire eliminare quello che c’è. Quando ci sarà la fine di un ciclo di un grande giocatore, ci sarà uno dietro che potrà sostituirlo. Donnarumma è giovanissimo e Buffon si avvia al finale di carriera. Stiamo facendo questo processo con loro, ma anche con i sostituti di Barzagli e Chiellini che tra 3-4-5 anni saranno costretti a rallentare. Vogliamo avere i sostituti dal punto di vista tecnico e dal punto di vista della capacità al sacrificio, della leadership e dell’abilità a trasmettere valori importanti agli altri. Vogliamo dare un senso di appartenenza a chi viene convocato in nazionale prendendo esempio da chi c’è qua.

Perché Balotelli non è stato convocato?
Non è un problema tecnico del giocatore, ma di altra natura. Tutti quelli che hanno avuto Mario, hanno avuto questi problemi. Sono venuto a Nizza a incontrarlo e siamo stati bene per 3-4 ore. Abbiamo spaziato a 360 gradi per fargli capire come può essere un giocatore importante della nazionale. O è un punto di riferimento della nazionale o è difficile convocarlo. Ora è una scelta che nell’anno del mondiale spetta a Balotelli.

Domani sarà una verifica per il 4-2-4?
Se non succede niente giocheremo così e vedremo quello che riusciremo a produrre e quello che non faremo produrre agli avversari. Vedremo quanto saremo bravi a leggere le situazioni nel poco tempo che abbiamo per lavorare insieme.

ITALIA, VERRATTI KO


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