Pagina 3 | Pagelle Italia: Verratti domina, Insigne decisivo. Immobile nell'imbuto

Ecco i voti agli azzurri per la sfida con la Grecia

Donnarumma 6,5
Intervento d’istinto con la mano sinistra. Si fa trovare pronto sulla botta ravvicinata di Limnios. E’ una parata pesantissima.

D’Ambrosio 6,5
Viene impiegato alla Conte. Quasi terzo centrale accanto a Bonucci. Rischia di uscire subito a causa di un contrasto duro con Kouloris. Mancio gli concede il tempo di assorbire la botta e fa bene perché non brucia un cambio. L’interista alla lunga si riprende. Secondo tempo pieno di sostanza e senso tattico.

Bonucci 6,5
Stacca Del Piero e s’avvicina a Facchetti, celebrando la novantaduesima presenza azzurra con la qualifi cazione agli Europei.

Acerbi 6
Sul prato amico dell’Olimpico, il centrale della Lazio fa quello che deve. Essenziale, concentrato, affidabile. Un altro passo verso la convocazione, merita di restare nel gruppo anche quando tornerà Chiellini.

Spinazzola 6
Mancini gli restituisce la fascia prediletta. E’ molto più avanzato di D’Ambrosio, gli impulsi arrivano dalla sua parte. Corsa e volontà ci sono, manca un briciolo di concretezza.


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Barella 6
Prima mezz’ora in apnea, fatica a ricevere il pallone e anche a inserirsi perché resta imbottigliato nel traffico. Guadagna il primo angolo e comincia a buttarsi dentro l’area della Grecia con più convinzione.

Zaniolo (42’ st) sv
Forse il giallorosso poteva entrare prima per dare più fisicità alla linea mediana.

Jorginho 6,5
I greci gli montano una guardia feroce, cercando di sporcare il suo palleggio. Resta dentro la partita con saggezza e giocando semplice. Dagli undici metri trasforma il rigore decisivo per agganciare la qualificazione.

Verratti 7
La partita è bloccata, Jorginho marcatissimo, così ci pensa il play del Psg a muoversi di più per non dare riferimenti ai greci e costruire da dietro. Riesce a nascondere la palla come vuole, ne perde una sola, rischiosissima. Ma è l’unico errore dentro una prova sontuosa. Entra nell’azione del rigore e in tante altre.


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Chiesa 5,5
L’avvio è promettente, aspetta la palla larghissimo a destra, quasi calpesta la linea laterale, Stafylidis gli prende presto le misure. L’esterno viola si eclissa e poi deve uscire per infortunio.

Bernardeschi (39’ pt) 6,5
Il vero ballottaggio era con Chiesa, di cui prende il posto. Sembra sprecare il suo talento, invece risponde tirando fuori il sinistro del raddoppio per mandare al tappeto la Grecia.

Immobile 6
Gli capitano le partite più complicate, non ha spazio e neppure rifornimenti, fi nisce subito nell’imbuto greco. Mancio gli chiede di galleggiare tra Chatzidiakos e Siovas. La prima palla buona gli arriva dopo 55 minuti: colpo di testa sventato da Paschalakis. Sufficienza stiracchiata, alla resa dei conti suona come un’occasione persa. Il posto di titolare non è ancora suo.


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Belotti (34’ st) sv
Entra quando la Grecia si è ormai consegnata.

Insigne 6,5
Si accentra per lasciare spazio alle discese di Spinazzola e giocare vicino a Immobile. Dovrebbe puntare e cercare l’uno contro uno con più decisione. Lo fa molto meglio nella ripresa, provoca il rigore, va vicino al terzo gol.

Mancini (ct) 7
L’Italia non brilla, ma riesce a gestire con pazienza una partita complicata. Ottava vittoria consecutiva, qualificazione e primo posto nel girone strappato con tre turni d’anticipo. Chapeau.


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Chiesa 5,5
L’avvio è promettente, aspetta la palla larghissimo a destra, quasi calpesta la linea laterale, Stafylidis gli prende presto le misure. L’esterno viola si eclissa e poi deve uscire per infortunio.

Bernardeschi (39’ pt) 6,5
Il vero ballottaggio era con Chiesa, di cui prende il posto. Sembra sprecare il suo talento, invece risponde tirando fuori il sinistro del raddoppio per mandare al tappeto la Grecia.

Immobile 6
Gli capitano le partite più complicate, non ha spazio e neppure rifornimenti, fi nisce subito nell’imbuto greco. Mancio gli chiede di galleggiare tra Chatzidiakos e Siovas. La prima palla buona gli arriva dopo 55 minuti: colpo di testa sventato da Paschalakis. Sufficienza stiracchiata, alla resa dei conti suona come un’occasione persa. Il posto di titolare non è ancora suo.


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