Parolo: “Felipe Anderson gran colpo. Sull’Italia e Jorginho…”

L’ormai ex centrocampista della Lazio vota per il ritorno del brasiliano. E poi parla della Nazionale
PAROLO 6 Con il compagno di reparto si trova ad occhi chiusi, sovrapposizioni e intesa non vanno cercate. Diligente, mai fuori posizione, alcuni buoni inserimenti. Altra promozione.© LaPresse/Spada
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ROMA - Si gode le vacanze da giocatore svincolato, Marco Parolo. Chiusa la sua avventura alla Lazio, contratto non rinnovato, ora guarda avanti. Vacanze a Cesenatico mentre aspetta un’offerta per continuare a giocare, perché la sua intenzione è chiara. Per la panchina poi, la sua aspirazione, ci sarà tempo. A Sky Sport, l’ex centrocampista biancoceleste ha detto la sua sul momento della Nazionale e non solo: “La Spagna ha cambiato tanto, hanno perso qualche campione assoluto, ma ne hanno altri che hanno vinto e che stanno cercando di trasmettere ai giovani la mentalità vincente. Sarà una gara diversa, vogliono dimostrare di essere all'altezza del passato. Noi abbiamo l'adrenalina nel far vedere a tutti che siamo italiani. Tante volte diciamo che l'erba nel vicino è più buona, ma dimentichiamo che la nostra è quella che è stata coltivata meglio. Sono contento, orgoglioso di essere italiano quando vedo questo spirito, questo gruppo”.

Parolo e l’Italia di Mancini

"È molto bello veder giocare gli azzurri. Si è preso lo spunto dalle nazionali vincente, ma c'è sempre dentro il nostro dna. La capacità di difendersi quando serve, di essere compatti, non è una Nazionale che fa solo del palleggio la sua forza. Stiamo trovando il giusto mix e siamo pericolosi. È bello vederli giocare, è bello vederli insieme. Vengo trascinato da quest'atmosfera. Jorginho è incredibile. Voti non mi piace darli, ma posso dire che quand'ero nel Verona nel 2007, lui era nella giovanili e veniva ad allenarsi con noi. Parlando con gli altri dicevo 'questo non perde mai la palla'. Aveva già un grande controllo del gioco, della posizione. È cresciuto tantissimo, l'esperienza all'estero l'ha completato. È il faro del nostro centrocampo in fase di costruzione ma anche nella voce, si percepisce il modo in cui guida i compagni. Dà ordine, li richiama. Lui e Verratti sono veramente difficili da marcare. Barella è un motore inesauribile, ama giocare, farsi vedere, avere in mano il gioco, chiamare i compagni. Bonucci e Chiellini si conoscono a memoria e sanno guidare. Sono le fondamenta della Nazionale, e quando una casa ha fondamenta stabili il vento non la sposta. La loro intesa ed esultanza trascina. I compagni li cercano sempre. Loro hanno vinto più di tutti ed è giusto che trascinino gli altri. Mancini è il trascinatore, ha portato idea e mentalità. Lo seguiranno dappertutto come facevamo noi con Conte nel 2016. Lui fin dall'inizio ha detto che volevano arrivare a Wembley, ma la sua convinzione l'ha trasmessa a tutti".

Parolo e il colpo Felipe Anderson per la Lazio

“Grandissimo giocatore. Dopo la Lazio non è mai riuscito a esplodere definitivamente, ma può fare grandissime cose. Conosce l'ambiente, sa come muoversi e cosa può dare e cosa viene richiesto a un giocatore alla Lazio. Potrà essere il Felipe che avevamo ammirato, un po' più maturo. Le esperienze all'estero sono formative anche se non trovi spazio da titolare. In più dentro ti cresce la voglia di dimostrare ancora di più. Futuro? Un percorso da allenatore lo voglio affrontare. Ho le idee chiare sul mio futuro post calcio, ma al momento ho tanta voglia di giocare. Inizio a guardare le partite un po' meno da tifoso e da tecnico-tattico. Spesso mi capita di fare delle ipotesi che si verificano e dico uno più uno più uno forse sono portato. Un grandissimo giocatore come Klose diceva: 'Quando un attaccante ha tre volte culo, diventa talento'. Se segni tre volte a porta vuota è perché ti sei fatto trovare al posto e al momento giusto. La mia idea è la stessa.


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