Bertoni, che attacco all’Italia: “Azzurri penosi, non hanno gioco”

Italia-Argentina con un campione del mondo ‘78: "Di Maria alla Juve? Ha un’età avanzata Dybala all’Inter? Serve più carattere"
Bertoni, che attacco all’Italia: “Azzurri penosi, non hanno gioco”
Alberto Polverosi
4 min

Alle prime note dell’Himno Nacional, Daniel si alza in piedi. «Ma anche il vostro inno è bello, è maestoso». Sono passati 44 anni dal gol in finale contro l’Olanda, l’Argentina di Bertoni e Passarella, futuri viola, vinse il titolo mondiale in casa sua, doppietta di Kempes, gol di Daniel, e quella maglia albiceleste gli fa sempre un certo effetto. L’ha portata a lungo, l’ha onorata, l’ha esaltata. È in Italia da due settimane, ha festeggiato con i suoi vecchi compagni della Fiorentina il 40° anniversario di un secondo posto che per Firenze vale il primo. Sta per partire per Zurigo, lo aspetta suo figlio Jair, direttore di uno dei settori più importanti della Fifa. Ma questa partita, questa Finalissima, non può perderla. 

Davanti alla tv, in un albergo fiorentino di grande charme, il Fornace Suite, sulle rive dell’Arno, Daniel Bertoni aspetta l’inizio della Finalissima Italia-Argentina. «La Seleccion è sbilanciata, Messi e Dybala insieme, più Di Maria, Lautaro Martinez in attacco e De Paul a centrocampo. Speriamo bene». Quando poi la Fifa rettifica le formazioni, con Lo Celso e non Dybala, si sente più tranquillo. «Anche se Dybala è forte». E quando Gravina premia Chiellini, all’ultima in azzurro, gli scappa un sorrisetto: «Ora dovrete rifare tutta la difesa, ma non so se l’Italia ha difensori di quel livello, io credo di no». Si comincia, l’Italia prova ad attaccare. «È giovane, piccolo ma anche intraprendente quel Raspadori. Almeno lui arriva al tiro, gli altri no». Non lo convince la Nazionale, ma neppure la Seleccion lo entusiasma, fino al momento in cui la qualità superiore della sua squadra non prende il sopravvento sulla nostra. «È bastato un numero di Messi per mettere l’Italia in ginocchio». Poi arriva il raddoppio. «Bonucci non poteva contrastare Lautaro, un minuto prima aveva preso un’ammonizione a metà campo, un giallo che poteva essere pure rosso, ha avuto paura a entrare e se l’è fatto scappare. Però anche Chiellini ha lasciato andare Di Maria». Ok, ma il tocco sotto su Donnarumma in uscita è una delizia. «Il Fideo in quelle occasioni non sbaglia». Commento a fine primo tempo: «Non è stata una grande partita finora. L’Italia ha fatto pochissimo, però non ha giocatori come Immobile, Berardi e Insigne. Noi abbiamo attaccato due volte seriamente e abbiamo segnato due gol». Due gol da applausi, aggiungiamo. Daniel sorride soddisfatto.

Nel secondo tempo l’Italia lascia Wembley con grande anticipo, in campo resta solo l’Argentina. Ma gli “olè” dello stadio non piacciono troppo a Bertoni. «Di Maria e Messi stanno dando spettacolo, ma gli azzurri sono fuori partita». È realista con l’Italia: «È una squadra penosa, ha vinto l’Europeo ma da due mondiali non si qualifica e nell’ultimo a cui ha partecipato è uscita nel girone iniziale. Non ha gioco, non è capace di marcare, siete davvero in un brutto momento». Insistiamo su Di Maria: può essere un grande acquisto per la Juve? Perplesso: «Ha un’età molto avanzata». Entrano Dybala e il suo più recente erede fiorentino, Nico Gonzalez. E’ l’ex juventino a piazzare il colpo del 3-0. «Leggo che lo vuole l’Inter, ma Dybala è un giocatore che deve stare accanto a chi ha un carattere forte, lui non ne ha quanto serve».  


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