Il sistema Mancini: le chiavi per ritrovare le basi per il futuro

Dopo il crollo di Wembley nella sfida persa contro l’Argentina, le inattese prestazioni dell’Italia in Nations hanno ridato nuova fiducia all’intero ambiente
Il sistema Mancini: le chiavi per ritrovare le basi per il futuro© ANSA
Andrea Santoni
5 min

INVIATO A WOLVERHAMPTON - Fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione. Di questo si nutre la genialità (secondo Amici Miei...) per chi possiede queste precise caratteristiche. Ora, senza ritirare fuori gli ottoni e le fanfare portate in piazza Europa un anno fa per rispetto a quella impresa, bisogna pur dire che Roberto Mancini ha riempito di contenuti positivi questo strano giugno agonistico azzurro (con gli occhi di tutti alla Nations League e la testa al mondiale mancato), grazie al tocco ritrovato di allenatore di talenti. A dire il vero il primo a essere rimasto sorpreso in fondo è stato proprio lui, e lo ha ammesso candidamente a Molinaux Stadium, sabato notte. «Non pensavo che saremmo stati capaci di ottenere certi risultati». Di più, alla vigilia, ragionando chiaramante a voce alta, l’unico rimpianto che il ct ha ammesso di avere rispetto al Qatar sfumato riguarda il suo eterno rovello, Mario Balotelli («Avrei dovuto chiamarlo lo scorso novembre, contro la Svizzera...»). Il futuro, insomma, sembrava un paese straniero. Lo abbiamo già scritto nei giorni scorsi: dopo l’Argentina, il timore di un filotto negativo a seguire non deve essere stato un pensiero remoto anche intorno se non dentro la Nazionale. E invece ecco che con fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione Mancini ha portato alla ribalta una serie di giovanissimi molto interessanti, da Gnonto a Gatti, basandosi sulla sua sensibilità, non certo sul curriculum dei vari azzurrini lanciati in Nazionale prima che in serie A

Italia, fare accademia

Un percorso che a lui viene naturale se è vero come è vero che, dopo gli ultimi 9 esordienti, è vicino a toccare quota 50 deb (raggiungibile domani con Scalvini, Luiz Felipe e Caprari) sull’ottantina di giocatori utilizzati (tra i 91 convocati della sua gestione). Con un’Italia arrivata a poco più di 25 anni di età media nel tourbillon di 34 giocatori in 4 partite. Però non sarebbe corretto ridurre tutto solo al “tocco” manciniano. Il fatto è che il Club Italia nel suo insieme, su input federale, ha messo in piedi in un paio di mesi dopo Palermo, un sistema di scouting azzurro emergenziale, al cui vertice staziona il ct. Ci sono voluti Sandreani che ha avuto il compito di raccogliere i 50/60 giovani azzurrabili da proporre a Mancini; Viscidi che ha coordinato il lavoro; i ct delle varie Under, Nicolato, Bollini, Nunziata, Corradi che hanno contrubuito a completare il quadro; c’è voluto il presidente Gravina che ha ottenuto la collaborazione delle Leghe, per avere la disponibilità dei ragazzi, a scadenza bimestrale, per una serie di stage a Coverciano di un paio di giorni. Si capisce che non si tratta di una rivoluzione. Ma di uno sforzo concreto sì. Reso produttivo poi, da Mancini. E’ lui che, dopo aver conosciuto dal vivo questa cinquantina di ragazzi, ha poi deciso di puntare su Gnonto, Gatti, Scalvini, Cancellieri, Zerbin, Esposito aspettando poi Ricci e Pinamonti. E i risultati si sono visti. 

Carboni, i fratelli mancati

L’unica operazione che non gli è riuscita, invece, riguarda i fratellini d’oro dell’Inter, gli italo-argentini Franco e Valentin Carboni, figli di Ezequiel, ex Catania. Si tratta di due talenti purissimi. Valentin, di un anno più giovane, trequartista mancino, vanta 12 presenze e 4 gol con la U17 di Corradi. Lo scorso marzo i Carboni sono entrati nella lista dell’Argentina di Scaloni. Così il 9 maggio, al Centro Sportivo Facchetti, in tribuna ad assistere al derby del campionato Primavera, Inter-Milan, c’era appunto Mancini con Oriali. La missione era quella di convincere prima il padre poi i ragazzi di scegliere l’Italia. Dopo il 2-2, firmato anche da Franco (con Valentin appena entrato in campo), però l’incontro con Ezequiel non ha prodotto il risultato sperato. Altrimenti in questi giorni forse avremmo visto debuttare in Nazionale anche loro.


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