Mancini, è dura cambiare l'Italia

Le assenze dettano il 3-5-2 contro l'Inghilterra, ma il dubbio del ct resiste. Ieri prove di 4-3-3 con Gabbiadini
Mancini, è dura cambiare l'Italia© EPA
Fabrizio Patania
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Quattro anni di gestione nel segno del doppio regista e del 4-3-3, 110 gol realizzati in 53 partite, un titolo europeo e niente Mondiale. Dodici mesi fa, pareggiando con la Bulgaria a Firenze, gli azzurri imboccavano la discesa inconsapevole verso l’eliminazione dal Qatar. La testa era rimasta tra le nuvole di Wembley, si disse, e in buona parte è vero. L’Italia, a 45 giorni di distanza dal trionfo con l’Inghilterra, non era pronta a rituffarsi sulle qualificazioni mondiali. Eppure dei segnali si intravedevano. Si era rotto Spinazzola e qualche mese dopo si sarebbe fermato Chiesa, i due esterni capaci di “strappare”, dando un senso concreto ai ricami di Verratti, ai tagli di Insigne e alle scosse di Berardi, l’altra variabile di fantasia utilizzata da Mancini. Quella Nazionale si sarebbe spenta pareggiando in fondo al girone con Svizzera e Irlanda del Nord: 1-1 e 0-0 senza Ciro, tanto per tornare al dibattito del centravanti. Sterilità assoluta. Quella Nazionale non c’è più ed è significativo come il dubbio del ct resista. Cambiare modulo o no cercando una nuova via? Difficile. La tentazione del 3-5-2 non sfonda.

Troppe assenze

Con un’Italia differente, fedele alla tradizione di contrasto e di contropiede manovrato, aveva retto l’urto della Germana al Dall’Ara. I muscoli di Scamacca e Cristante, la fantasia di Pellegrini, gli slalom di Politano, le discese di Gnonto. Era inizio giugno. Nel ritorno al Borussia Park, dieci giorni dopo, ne prese cinque. Domani a San Siro non si potrà sbagliare con l’Inghilterra. Perdere con i Tre Leoni significherebbe rischiare la retrocessione alla Lega B della Nations League. Lo stesso discorso riguarda Southgate, ultimo nel girone, con una sfumatura decisiva: per gli inglesi, in preparazione al Mondiale, sarebbe una ferita meno profonda. Tuttavia la prospettiva ci deve allarmare. In vista del Qatar, cercheranno di salire al massimo dei giri. Ecco perché il ct ha tentato il recupero di Politano e ha chiamato Gabbiadini, più rodato rispetto a Cancellieri o Zerbin, le altre soluzioni possibili. Certo sarebbe sorprendente giocare la carta del doriano, mai chiamato sinora, di ritorno in azzurro cinque anni dopo l’ultima volta, guarda caso nello spareggio di San Siro con la Svezia e il primo flop mondiale, targato Ventura. Il 3-5-2, più che una tentazione, sembrerebbe una strada inevitabile. Si compone da solo, come ha capito Mancio, devoto alla difesa a quattro. Provate a togliere in un colpo solo Spinazzola, Chiesa, Berardi, Pellegrini, Verratti, Politano, Insigne e capirete perché la solita Italia è meno proponibile.

Due punte

Le prove di Coverciano, nell’alternanza dei moduli, non hanno risolto il rebus. Fanno parte del copione manciniano, spaventato dall’idea che la squadra possa allungarsi sul campoIl ct ha lavorato a una difesa a tre formata da Toloi, Bonucci e Bastoni e una linea a cinque con Di Lorenzo, Barella, Jorginho, Tonali (recuperato) al posto di Pobega, Emerson, a sostegno dell’attacco Immobile-Raspadori. Ma c’è stato spazio, cambiando un solo giocatore e abbassando Di Lorenzo, anche per il 4-3-3 con Gabbiadini, più degli esordienti Cancellieri e Zerbin, in luogo di Toloi. Il dubbio verrà risolto oggi. La doppia punta centrale darebbe un senso e una profondità più vicina alle caratteristiche del capitano della Lazio, a secco in azzurro dal 16 giugno 2021. Quella sera, all’Olimpico con la Svizzera, il ct inserì Toloi in corsa e negli ultimi venti minuti virò sul 3-5-2 con Ciro e Chiesa. E’ passato un anno, dopo l’Europeo, in cui l’Italia ha segnato pochissimo: 18 reti in 14 partite. Senza la cinquina alla Lituania, 13 in altrettante gare. Immobile ne ha giocate solo tre (con Bulgaria, in Svizzera e con la Macedonia) e nelle restanti undici Mancini non ha risolto il difetto. Mettere due centravanti, invece di uno solo, potrebbe essere la svolta. La duttilità di Raspadori, versione esterno sinistro, garantirebbe lo stesso Immobile.

 


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