Ungheria-Italia, Mancini verso la conferma del 3-5-2: ipotesi turnover

Il ct dovrebbe riproporre la scelta fatta con l’Inghilterra, ma con qualche cambio
Ungheria-Italia, Mancini verso la conferma del 3-5-2: ipotesi turnover© Getty Images
Andrea Santoni
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INVIATO A MILANO - E ora, dopo la grande paura di retrocedere in B, tutti a Budapest, rinfrancati, per bissare l’ingresso nella Final Four di Nations League, già centrato nell’autunno di due anni fa, poi ospitata tra Milano e Torino nell’ottobre scorso (Francia prima, noi terzi). Un obiettivo non solo tecnico ma anche milionario per le casse federali, colpite dalla mancata qualificazione mondiale. Dunque ci sono molti motivi per cercare di superare la sorprendente Ungheria di Marco Rossi. Già, ma come affrontarla? Stavolta non ci sarà tecnicamente il tempo per alimentare un altro ballottaggio tattico dopo quello che ha preceduto Italia-Inghilterra. Probabile che Mancini confermi anche contro gli ungheresi (attesi per altro con un 3-4-2-1, già adottato dagli inglesi l’altra sera) il 3-5-2 varato al Meazza, senza rinunciare ai dubbi, ripetutamente espressi, per altro.

I moduli

Alla fine del primo tempo, a S.Siro, sullo 0-0, un’azione dell’Italia in ripartenza sulla destra con Di Lorenzo e Toloi, si è trasformata, dopo un’indecisione della coppia azzurra, in un contropiede quasi micidiale di Kane, la cui conclusione potente ha superato per fortuna italiana la traversa. Avremmo voluto vedere la faccia di Mancini, in quel momento, davanti al concretizzarsi di una delle sue paure legate al poco amato 3-5-2, varato dopo lunghe stagioni di 4-3-3: «Schierarsi con tre centrali dà maggiori sicurezze sul piano difensivo ma il rischio è quello di trovarsi con una squadra allungata, soprattutto con certe caratteristiche fisiche come le nostre» aveva detto il ct nei giorni di vigilia del match, concetto che ha pure ripetuto poi al Meazza dopo l’1-0. Sta di fatto però che la scelta finale, maturata nella serata pre gara a Milano, si è rivelata felice non solo perché vincente.

Antica questione

Che la Nazionale avesse bisogno di un modulo alternativo rispetto a quello glorioso del primo triennio manciniano, culminato nel trionfo di Wembley, era diventata questione non più rinviabile. Troppe le assenze di uomini chiave di quella lunga stagione felice, da Spinazzola a Chiesa, da Verratti a Berardi e Insigne, per potersi sentire garantiti anche adesso. A questo si è aggiunta la particolare emergenza di questi giorni, che ha ridotto ulteriormente le scelte, lasciando per esempio in fatto di esterni, solo opzioni poco praticate (Cancellieri, Zerbin, Grifo). Mancini dunque con realismo ha deciso di cambiare, sfruttando le caratteristiche della rosa a disposizione, basata su molti giocatori abituati a questo tipo di schema. E non essendo per ovvi motivi cambiata la situazione, dovrebbe rinnovare, questa scelta appunto anche a Budapest. La percentuale di turn over sarà valutata tra stasera e domattina. E’ già tanto essere usciti da San Siro senza nuovi acciaccati.

Arbitro

La partita sarà arbitrata dal francese Benoît Bastien (un precedente con l’Italia, contro Israele nel 2017, 1-0 per gli azzurri, gol di Immobile: in totale, 5 gare, 3 vittorie e 2 ko), assistenti Zakrani e Berthomieu, quarto Pignard mentre Millot e Dechepy saranno VAR e AVAR.


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