Raspadori senza limiti: tutto l'azzurro di Jack

Con cinque reti in quindici presenze in Nazionale, l’attaccante del Napoli è tra gli Under 23 che hanno segnato di più in minor tempo
Raspadori senza limiti: tutto l'azzurro di Jack© Getty Images
Andrea Santoni
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INVIATO A BUDAPEST - L’autunno azzurro, che a novembre non conoscerà consolazione, ha dunque visto sbocciare Giacomino, il Cerbiatto del gol. Nell’affannosa ricerca di un centravanti di prospettiva, Mancini ha raccolto quanto seminato inopinatamente a primavera 2021, quando mise sull’aereo direzione finale Londra, anche l’acerbo prospetto del Sassuolo, spedito poi quattro volte in tribuna nella fase culminante del torneo ma ora divenuto prima il nuovo attaccante tuttofare e tuttosegnare del Napoli di Spalletti (sua la definizione riportata), poi il nuovo bomberino della Nazionale. I 5 gol (in 15 presenze), due nelle ultime due partite, contro Inghilterra e Ungheria (che hanno prodotto 6 punti da Final Four di Nations League), sono un risultato particolarmente significativo. E lo sono ancora di più se si comparano con altri che lo hanno preceduto. In particolare con il più amato e rimpianto attaccante di Roberto Mancini: Mario Balotelli, comunque la si pensi oggettivamente uno che aveva iniziato un percorso super anche in Nazionale, prima di perdersi, pure in azzurro.

Italia under 23

Ci sono stati infatti solo due giocatori, dal 1945 a oggi, capaci di arrivare a quota 10 gol con l’Italia, prima dei 23 anni. Il primo è stato Sandro Mazzola (22 reti totali in 70 partite), l’altro appunto Balotelli (14/36). Lasciando da parte l’Altafini nerazzurro, prendendo in esame i numeri di Mario, si vede che anche lui è arrivato a quota 5 gol azzurri in 15 partite, come Raspadori (Mazzola ne impiegò 8, in 645'!). Solo che il neo napoletano ci è riuscito in 740' effettivamente giocati rispetto ai 950' impiegati da Balo per cogliere questo traguardo intermedio. Difficile (non impossibile) che Giacomino riesca a raddoppiare il suo parziale prima dei 23 anni, che compirà, beato lui, il prossimo 18 febbraio (compleanno di un certo Roby Baggio). Per farlo dovrebbe appunto segnare 5 gol nelle prossime due amichevoli novembrine, contro Albania e Austria, prima della ripresa azzurro a marzo. Con l’Italia al mondiale sarebbe stato diverso, anche per lui... Ma al di là di questa ennesima amara valutazione, c’è da dire che concretamente Raspadori si sta proponendo come il giocatore chiave in attacco del nuovo ciclo azzurro, buono per il 3-5-2 e per il 4-3-3 (e perché no, per un eventuale 4-4-2), con o senza Immobile (i cui primi 5 gol azzurri arrivarono a 26 anni, dopo 19 partite e 1131 giocati). Ricordando ancora una volta che sapersi esprimere nel club e in Nazionale con gli stessi livelli realizzativi non è mai scontato.

Paradossi Italia

Per dire, a guardar bene, numeri alla mano, il miglior centravanti azzurro degli ultimi tre lustri resta... Graziano Pellé. Portato in azzurro da Conte, tra il 2014 e il 2016, a 29 anni 2 mesi e 28 giorni, in 20 partite ha realizzato 9 gol (come Totti, in 58...). Pellé bruciato poi da quell’errore nei rigori finali contro la Germania a Euro 2016, nei quarti, a Bordeaux, preceduto dalla grottesca provocazione a Neuer, un attimo prima del suo trasferimento multimilionario in Cina. Questo per confermare quanto sia a volte paradossale la storia azzurra, dove, tornando all’oggi, l’indiscutibile miglior bomber italiano del periodo in oggetto, Ciro Immobile (187 gol in serie A in 298 partite), è assillato quasi ogni giorno, come confessato da lui stesso, dal tarlo di non riuscire a mantenere con l’Italia la stessa super media realizzativa del campionato. Ecco, Raspadori (19 gol in serie A, in 81 presenze), paradossalmente, deve solo stare attento a non crearsi il problema contrario. Perdersi, come capitato a Mario, per il Cerbiatto non è variabile data.


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