"Una Nazionale sempre in campo in Serie B". La rivoluzione che voleva Prandelli

La proposta dell'ultimo ct in grado di portare l'Italia a un Mondiale: "Mi bocciarono l'idea, ma la proposta è ancora valida"
"Una Nazionale sempre in campo in Serie B". La rivoluzione che voleva Prandelli
2 min

Il nome nuovo dell'Italia di Mancini è Mateo Retegui, l'ultima trovata del ct per provare a dare una svolta al reparto offensivo azzurro, sempre più carente di bomber, fatta eccezione per Immobile, che però in Nazionale ha avuto difficoltà e che comunque ormai ha 33 anni. Il classe '99 (23 anni) sarà convocato per i prossimi impegni e Mancini lo studierà da vicino, testandolo sul campo. È una speranza per uscire dal buio degli ultimi anni, sul quale si è soffermato anche Cesare Prandelli, l'ultimo commissario tecnico in grado di portare l'Italia ad un Mondiale (era il 2014).

Prandelli: "Ecco perché non abbiamo attaccanti"

"Sembra essere nel 2010, sono sempre gli stessi argomenti. Bisogna capire cosa può fare una Federazione, ricordo che alcuni progetti che avevamo furono rimbalzati. Noi siamo molto competitivi a livello giovanile, poi dai 19 anni la maggior parte si perde: vuoi perché i club scelgono giocatori stranieri, vuoi perché sentono la pressioni", ha spiegato Prandelli a Radio Anch'Io Sport su Radio1.

Il progetto della Nazionale in Serie B

"Noi avevamo proposto di creare una nazionale che potesse giocare in Serie B, ma l'idea fu bocciata. Io credo che sia una proposta ancora valida per dare una maggior continuità a questi ragazzi", ha aggiunto Prandelli. "Nel futuro vedo un calcio con il tempo effettivo, con l'arbitro sempre connesso con un Var, ma lo spettacolo rimarrà e senza arbitro non si può giocare. Il futuro però è quello, perché la gente vuole spettacolo per cui non credo si fermerà l'utilizzo della tecnologia", ha concluso.


© RIPRODUZIONE RISERVATA