Italia, com'è dura la risalita

Leggi il commento del Direttore del Corriere dello Sport-Stadio sulla sconfitta degli azzurri contro l'Inghilterra
Italia, com'è dura la risalita© LaPresse
Ivan Zazzaroni
4 min

Abbiamo visto due Italie: disarmante e distratta quella del primo tempo, vivace e più credibile quella del secondo. Come se, dopo l’intervallo, la Nazionale esclusa dal Mondiale fosse stata sostituita da una squadra non troppo rinnovata ma che vuole comunque arrivare fino in fondo nell’Europeo. Non parto da Retegui “la Toppa”: per pudore e rispetto di un giovane argentino precipitato da Marte che ha comunque segnato un bel gol, un diagonale secco alla Batistuta o alla Immobile. Analizzo con più attenzione la condizione individuale di chi Mancini ha potuto o voluto mettere in campo all’inizio. La coppia centrale formata da Toloi e Acerbi non trova riscontri in campionato: giocano entrambi a tre, ma non è solo questo il problema. Da quando è rientrato, Spinazzola alterna una bella prestazione ad altre insufficienti: è ancora alla ricerca della continuità anche se mi è sembrato più in palla e sicuro del solito. Pellegrini vive una stagione tormentata dal punto di vista atletico: tanto cuore e una tecnica superiore, ma gambe deboli; Verratti è discusso in Francia e anche da noi; Jorginho ha poco spazio all’Arsenal e Barella è altalenante e nervoso nell’Inter delle nove sconfitte su 27; Berardi non riesce a giocare tre partite di fila: noie fisiche. Il più in forma in assoluto, Di Lorenzo, è stato presentabile solo nella ripresa. Dove si è dato molto da fare Willy Gnonto. Superfluo aggiungere che sulle palle inattive regalavamo decine di centimetri agli inglesi che hanno sei giocatori sopra l’1,86 e Maguire a quota 1,94. Ai nostri manca giusto Biancaneve. Risultato: 2-0 per gli inglesi nei primi 45 minuti e l’“emozionante” Pickford senza pensieri; 2-1 alla fine, molti rimpianti e una salita - anzi, una risalita - subito complicatasi. 

L'immagine di Dybala

L’argentino che mi sta a cuore da sempre è Paulo Dybala: ieri è stato travolto da una shit storm bianconera dopo che Corriere della Sera e Repubblica hanno pubblicato la notizia di una causa multimilionaria alla Juve anticipata, ma non ancora intentata, dal legale del giocatore, l’avvocato Luca Ferrari, ovviamente con l’approvazione dell’entourage del giocatore e - pare - anche della madre. L’avvocato Ferrari, sentito il 28 febbraio scorso dal procuratore aggiunto Gianoglio e dal pm Bendoni nell’ambito dell’inchiesta sui conti della Juve, confermava infatti l’intenzione di ricorrere alle vie legali contro il club, in caso di mancato pagamento di 3,7 milioni entro aprile, per gli stipendi arretrati con la seconda manovra stipendi. L’eventuale causa, una evidente forzatura, prevederebbe la richiesta di oltre 50 milioni, ovvero la differenza tra l’accordo sul rinnovo dell’autunno 2021 (mancante delle firme, peraltro) e lo stipendio lordo corrisposto dalla Roma dopo che Paulo non si vide confermare il prolungamento per un cambio di strategia di Torino. Segnalo che il ritardo originario fu determinato dall’assenza della domiciliazione dell’agente Jorge Antun. Ho l’impressione che chi cura gli interessi di Dybala stia facendo più danni della grandine: aggiungo infatti che sempre nel gruppo che lo assiste (Antun, Carlos Novel) c’è chi intende sfruttare la clausola liberatoria di 12 milioni per portarlo a luglio in Spagna o in Premier. Paulo va per i 30 anni, a Roma è amatissimo e alla Roma è legato, in particolare ha un rapporto splendido e vincolante con Mourinho: è il caso che cominci a far pesare la sua di volontà, indicando rotte che non ne penalizzino l’immagine, la carriera e a questo punto anche il ricordo. 


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