Casadei: "La mia Italia non ha paura. Inter? Il Chelsea una scelta di vita"

Ex nerazzurro, bomber al Mondiale U20, negli ottavi lancia la sfida all’Inghilterra
Casadei: "La mia Italia non ha paura. Inter? Il Chelsea una scelta di vita"© EPA
Giorgio Marota
4 min

Veni, vidi, vici. Cesare Casadei, mezzala goleador del Mondiale Under 20, imperatore di nome e condottiero di fatto, sa benissimo che il dado è tratto. Arrivati a questo punto della rassegna iridata, è necessario superare il confine della paura andando persino oltre le difficoltà logistiche causate dalla Fifa e dal clamoroso ritardo con cui è decollato l’aereo per La Plata. Domani (ore 23, diretta RaiSport) gli azzurrini dell’Under 20 sfideranno l’Inghilterra per l’ottavo di finale di maggior fascino della rassegna iridata argentina. Dopo aver battuto il Brasile al debutto (3-2), la squadra di Nunziata ha visto il proprio percorso complicarsi in seguito al ko per 2-0 con la Nigeria (finita 3ª), prima di rialzarsi contro la Rep. Dominicana (3-0 per definire il 2° posto). Ora è dal lato più complesso del tabellone, ma ha con sé il capocannoniere del torneo. Che di mestiere fa il centrocampista. 

Casadei, 4 gol in 3 partite. Non è che da bambino voleva fare l’attaccante? 
"Mi è sempre piaciuto Kaka, poi ho capito che le mie caratteristiche non erano proprio le stesse...". 
 
Mezzala nel 4-3-1-2 di Nunziata, modulo che sembra le sia stato cucito addosso. 
"Mi trovo alla grande in questa Italia. Come mezzala mi inserisco, presso, gioco tanto il pallone, accompagno l’azione, mi diverto e segno. Ma sacrificherei volentieri la gloria personale per vincere il Mondiale". 
 
Un anno fa il trasferimento al Chelsea, per 15 milioni di euro. In Italia se n’è parlato molto. 
"Il Chelsea investe sempre sui giovani e io sono grato per l’opportunità. È stata una scelta di carriera e di vita che consiglierei perché andare all’estero ti apre la mente. All’inizio non è facile, io mi sono dovuto adattare a una cultura diversa. La barriera linguistica la sto superando con un’insegnante di inglese che mi segue. E poi lì non hanno paura di lanciarti: io mi sono quasi subito allenato con la prima squadra blues". 
 
Si è mai pentito di aver lasciato l’Inter così presto? 
"No no, rifarei tutto quello che ho fatto. In Inghilterra sto davvero bene". 

Ha chiuso la stagione in prestito al Reading, com’è andata? 
"Giocare titolare in Championship mi ha permesso di vivere da protagonista il calcio dei grandi. Ora torno al Chelsea per giocarmi le mie possibilità". 
 
Ritrova i suoi amici inglesi agli ottavi del Mondiale. Come si battono? 
"L’anno scorso ci hanno negato il sogno della finale dell’Europeo U19. Sono forti, ma con la nostra rapidità tra le linee possiamo creare dei problemi". 
 
Il capitano Harvey Vale è stato suo compagno al Chelsea. È il pericolo principale lì davanti? 
"Ce ne sono tanti di giocatori che fanno la differenza, lui è tra questi. Servirà un’Italia senza paura: se giochiamo come col Brasile non ce n’è per nessuno". 
 
Da romagnolo, come ha vissuto a distanza i difficili giorni dell’alluvione? 
"Con la testa sono in Argentina, ma con il cuore ero a Ravenna. La mia famiglia per fortuna non è in condizioni così gravi, ma ho amici che stanno soffrendo molto. Sto giocando anche per loro".


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