« Un assist è come un gol». Solamente chi considera il calcio come un’opera d’arte riesce a paragonare la felicità di un passaggio vincente all’inebriante gioia di un gol da cineteca. Certe reti però valgono di più, e Simone Pafundi lo sa. La punizione magica sotto l’incrocio che ha steso la Corea del Sud a un soffio dal 90’, ad esempio, ha portato l’Italia Under 20 a un passo dal sogno Mondiale. «Quella è la mia mattonella, non potevo sbagliare» dice il trequartista dell’Udinese, pregustando già un’altra perla nella finale di domani notte. Mondiale in Argentina, gol su punizione di sinistro nello stadio di La Plata intitolato a Maradona.
Proseguiamo coi simboli?
«Nell’aria c’è qualcosa di speciale, lo sento. Mio padre è napoletano e mi ha sempre detto “guardati qualche video di Diego, è il migliore mai esistito”. L’ho fatto, con la speranza di imparare qualcosa».
Lei è d’accordo con suo papà?
«Certo, ma io sono della generazione Messi, per me Leo è un idolo assoluto».
È vero che i compagni in allenamento la chiamano Messi?
«Mi prendono in giro. Non è facile gestire certe pressioni. So che ci sono delle aspettative, ma ho 17 anni e a volte si esagera quando si parla di me. Devo ancora dimostrare tutto con l’Udinese».
Che emozioni state provando?
«Abbiamo festeggiato, brindato e cantato “Notti magiche”, una canzone che ormai è diventata pure nostra. Speriamo porti bene come all’Europeo dei grandi».
Quello di Mancini, il Ct che ha detto «prima convoco Pafundi e poi tutti gli altri».
«Un onore. Per me lui è come un padre, mi fa i complimenti e mi rimprovera quando serve».
Si sente uno da Nazionale?
«Sì ed è bello: il gruppo mi ha accolto benissimo e dai grandi imparo tante cose. Sarebbe bello giocare il Mondiale dei grandi del 2026».
Siamo già alla vigilia di Italia-Uruguay. Sensazioni?
«Affrontiamo una squadra fortissima, completa in ogni reparto. Loro vorranno fare la lotta, noi ci faremo trovare pronti».
Per lei è una sorpresa l’Italia in finale?
«No, ci abbiamo sempre creduto anche quando gli altri ci consideravano mediocri»
Fin dall’inizio?
«Sì. Il gioco di mister Nunziata è spettacolare e l’intesa con Baldanzi è speciale. Dopo aver battuto Brasile e Inghilterra ci siamo resi conto della nostra forza».
Cosa riporterà nella valigia dall’Argentina?
«La sensazione di aver fatto parte di una grande storia, comunque andrà a finire. E poi la coppa, voglio riportare in Italia la coppa del mondo».