Llorente, l'intervista: "Italia, imita la Spagna. Juve? Serve Chiellini"

Le parole del campione del mondo e d’Europa: "Da noi i giovani giocano subito. Scudetto? Napoli e i bianconeri ci sono"
Giorgio Marota

Occhi di ghiaccio e cuore caliente. In questo mix c’è la sintesi della vita di Fernando Llorente, campione del mondo e d’Europa, ma soprattutto di umiltà. Da settembre il suo capello biondo e le sue pupille azzurro oceano faranno breccia sui dispositivi degli italiani per commentare la Champions nel dream team di Prime Video. «Non ho ancora deciso cosa fare da grande - ci ha raccontato prima dell’evento Amazon a Roma - ho smesso un anno fa, allenare è una possibilità però adesso preferisco godermi la famiglia. Questa sfida però ha un fascino pazzesco».

In Champions subito le migliori, tutte contro. Le piace il nuovo format? 
«Giocatori e tifosi vivono per le grandi partite. Questo format ha tutto per essere spettacolare».

Come la Spagna campione d’Europa? Nel 2012 lei era in campo. 
«Nessuno si aspettava un gioco così. È il riscatto di De La Fuente, criticatissimo, che ha superato il nostro tiki taka. Ma anche di Olmo, di Fabian Ruiz, di Rodri che è il migliore al mondo e di Morata. Alvaro è stato meraviglioso».

Andrà al Milan
«Uno così lo vorrebbero tutti, sarà un colpo unico per i rossoneri».

In Spagna lo contestavano. 
«Ha sofferto di una pesante forma di depressione e quando toccano i tuoi cari è tutto più difficile. Contestavano? Lo massacravano. Ha dimostrato di essere il migliore».


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Questa Italia in ginocchio cosa può imparare da voi spagnoli? 
«Credere nei giovani e nel territorio. Avete visto i Paesi Baschi? La Real Sociedad ha dato alla Roja cinque calciatori, il mio Athletic altri tre e due baschi come Nico e Oyarzabal hanno deciso la finale. I giovani non crescono se non giocano e da voi non giocano».

Chi vince lo scudetto? 
«La Juve, che deve ricominciare a stare lassù. Oppure il Napoli, che avrà solo il campionato. Ovviamente anche Inter e Milan sono tra le mie favorite. Queste quattro possono fare il vuoto».

Vede la sua ex Juve così lanciata? 
«Il progetto è nuovo, Motta è bravo e mi aspetto altri colpi di mercato. Uno fuori dal campo».

Chi? 
«Giorgione Chiellini, è la persona giusta per riportare mentalità vincente nel gruppo».

Un parere da ex attaccante: Vlahovic è da grande squadra? 
«Ha più mobilità di me, forse anche più tecnica. Per me sì, deve però diventare un trascinatore».

Lei ha giocato a Napoli e il Napoli ha preso l’allenatore che la volle in bianconero, cioè Conte. Che mix sarà? 
«Bellissimo! Antonio è un uomo del sud, entrerà subito in sintonia con il calore dei napoletani. Conte ti fa vomitare a fine allenamento ma ti dà anche quella forza che non sai di avere».

Si vedono già scene dei calciatori a Dimaro con la lingua fuori. 
«Voleranno, credetemi».


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E Max Allegri? Un giudizio sul suo secondo ciclo alla Juve? 
«È un vincente nato, quando è andato via la Juve è crollata. Sarà un caso? Poi è tornato in un momento non facile, le cose non andavano più in una direzione chiara e lui ne ha risentito. Tra tante difficoltà, il suo resta un ottimo lavoro».

All’Europeo cosa non ha funzionato nell’Italia? 
«Forse è mancato il gruppo. Ho visto un po’ di confusione anche tattica. Certamente non c’erano Yamal e Nico Williams, ma non c’erano neppure nel 2021».

In questo calcio senza tregue si gioca troppo? 
«Forse sì, quindi i calciatori devono prendersi cura di loro stessi. Dormire, alimentazione corretta, allenarsi, dormire e ripartire. Il fisioterapista deve diventare il tuo migliore amico».

Il calciatore che oggi le somiglia di più è? 
«Harry Kane. Per struttura e modo di fare il centravanti ci siamo sempre somigliati. Ci ho giocato insieme al Tottenham, so quanto è forte. E sfortunato».

Nella sua lunga carriera ha lavorato anche con Bielsa. È davvero “loco”? 
«Ti martella il cervello. Ci faceva allenare tre ore la mattina e tre il pomeriggio, rivedevamo le partite con lui, il riposo era intervallato dalle analisi al video. Quando vinci vorresti morire per lui, quando perdi un po’ meno». 


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Occhi di ghiaccio e cuore caliente. In questo mix c’è la sintesi della vita di Fernando Llorente, campione del mondo e d’Europa, ma soprattutto di umiltà. Da settembre il suo capello biondo e le sue pupille azzurro oceano faranno breccia sui dispositivi degli italiani per commentare la Champions nel dream team di Prime Video. «Non ho ancora deciso cosa fare da grande - ci ha raccontato prima dell’evento Amazon a Roma - ho smesso un anno fa, allenare è una possibilità però adesso preferisco godermi la famiglia. Questa sfida però ha un fascino pazzesco».

In Champions subito le migliori, tutte contro. Le piace il nuovo format? 
«Giocatori e tifosi vivono per le grandi partite. Questo format ha tutto per essere spettacolare».

Come la Spagna campione d’Europa? Nel 2012 lei era in campo. 
«Nessuno si aspettava un gioco così. È il riscatto di De La Fuente, criticatissimo, che ha superato il nostro tiki taka. Ma anche di Olmo, di Fabian Ruiz, di Rodri che è il migliore al mondo e di Morata. Alvaro è stato meraviglioso».

Andrà al Milan
«Uno così lo vorrebbero tutti, sarà un colpo unico per i rossoneri».

In Spagna lo contestavano. 
«Ha sofferto di una pesante forma di depressione e quando toccano i tuoi cari è tutto più difficile. Contestavano? Lo massacravano. Ha dimostrato di essere il migliore».


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