Under 21, Monachello: il tour del gol

Ha giocato in 6 Paesi e parla 4 lingue: ecco chi è il nuovo bomber degli azzurri
Under 21, Monachello: il tour del gol© Getty Images
Alberto Ghiacci
5 min

ROMA - Emigrante al contrario. Da Agrigento, nella Sicilia dove da anni arrivano migliaia di immigrati, alla conquista di mezza Europa calcistica. Lui lo sa, perché quei “continui movimenti” fino ai 12 anni li ha visti e vissuti a due passi da casa, nelle sue strade. «Volevo giocare a pallone con loro, c’erano bambini come me che cercavano da mangiare, era tutto così strano...». La fame e il pallone. Tutto torna, a sentire il ct dell’Italia Under 21, Di Biagio: «Monachello? E’ un ragazzo che ha fame». Sul campo si traduce così: non molla un centimetro, o ha una voglia da matti. E così, poco più che ragazzino, Gaetano Monachello ha mosso i primi passi verso Milano, perché lo zio era a Lodi e all’Inter giovanile era piaciuto quel sinistro che già prometteva. Il viaggio è stato lunghissimo: quasi dieci anni per arrivare a essere il migliore in campo l’altra sera in un pezzo di Italia diventata Slovenia. A Koper, Capodistria, il 21enne Monachello se lo ricorderanno per un po’: in mezz’ora due bombe col sinistro e un assist, 3-0 per noi e tutti a casa.

TOUR - Ma va rivisto, il cammino. Dall’Inter passa al Parma, siamo sempre a livello giovanile. Però se a quel punto fai la differenza all’Arco di Trento e al Viareggio significa che sei bravo, che puoi dire la tua. Ed ecco il procuratore che ci sa fare, l’ucraino Dimitri Seluk, che tra gli altri cura le sorti di un certo Yaya Touré. Un paio di tentativi e l’agente porta Monachello al Metalurh Donetsk. Il fisico è in via di sviluppo, il sinistro è sempre quello, sta diventando una bella punta, può essere un prospetto interessante di centravanti. Però uno che arriva da Agrigento in Ucraina fa fatica per il meteo, perché già il semplice allenamento si svolge a 4 gradi sotto zero. Sembra l’ora di tornare a casa, il viaggio è finito. Ma no, avrà pensato il procuratore, Gaetano è forte e non vuole mollare: e allora lo piazza a Cipro, all’Olympiacos Nicosia. L’aria dell’isola è l’ideale per il “siculo”: 7 gol in 13 partite (ben 5 nelle prime 4 apparizioni) e un feeling naturale con i tifosi. Si sente a casa. Intanto cresce anche l’uomo, che oggi parla quattro lingue tra cui il russo.

COSTA AZZURRA - Perché da quelle parti, a Cipro, si muovono tanti affari di oligarchi russi, tra i quali c’è Rybolovlev, quello dei miliardi del nuovo Monaco. Le mosse devono essere state giuste, perché Monachello - nel 2013, a 19 anni - finisce tesserato nella nuova creatura guidata da Ranieri. E, tra l’altro, dorme in stanza con Ricardo Carvalho, studia da centravanti da Radamel Falcao e diventa amico dell’altro colombiano, il fenomeno James, con il quale passa le ore libere davanti alla play. Oh, ormai è fatta: Gaetano da Agrigento è tra i grandissimi. Però un grande club che aspira a diventare grandissimo i giovani promettenti li manda in prestito. Altro giro, altra corsa. Stavolta si va in Belgio, quinto Paese nel giro di poco meno di 10 anni. Il Cercle Bruges ha un filo diretto con il club monegasco: vi mandiamo questo ragazzo italiano, è bravo, provatelo. Dopo qualche mese, 16 partite, un gol e un assist, la seconda metà del 2013 la trascorre in prestito da un’altra parte. Altro Paese? E certo, mica ci si vorrà fermare. Si va in Grecia, all’Ergotelis, con la speranza di giocare di più e di fare presto ritorno al Monaco. Un paio di gol in 10 gare. Nel frattempo nuova procura e il destino che rimette tutto a posto e lo riporta in Italia.

SERIE B - Eccola, la stagione che vale come passo importante. Niente Principato, c’è il Lanciano: l’anno scorso gioca 35 partite e segna 8 gol. Nei nostri confini si comincia a riparlare di quel ragazzino che era partito da Agrigento, era quello mancino, sì, Monachello; è diventato grosso, questo ci sa fare. E allora, in estate, ecco l’Atalanta, a titolo definitivo. Poi l’Under 21 e la storia di giovedì sera. «Una bella soddisfazione» dice lui, con la faccia e la voce simpatica. È uomo, ormai. E professionista: «Conta solo la squadra, grazie a Di Biagio che mi ha voluto qui». Perché nel corso delle stagioni l’Under 17 e la 20 le aveva sperimentate, e ora c’è la 21 come naturale conseguenza. In attesa che Reja - che stravede per lui - possa dargli le chance che merita anche in serie A. Oltre alle due botte col sinistro e il pallone al bacio per Benassi, nella notte slovena ci sono anche un errore a due passi dalla porta e la corsa verso il magazziniere-amico. «Emilio, mi dice sempre che segnerò...». Due gol in due presenze alle qualificazioni europee di categoria e un bel posto all’Atalanta. Il viaggio è finito. Venghino signori, c’è Gaetano Monachello.


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