Reginaldo esclusivo: "Torniamo a giocare. Io con la Reggina fino in Serie A"

L'attaccante brasiliano: "Il mancato taglio degli stipendi del presidente Gallo? Un grande gesto da numero uno. Vogliamo vincere il campionato sul campo"
Reginaldo esclusivo: "Torniamo a giocare. Io con la Reggina fino in Serie A"© LAPRESSE
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REGGIO CALABRIA - Un po’ di saudade lo coglie quando pensa alla moglie Ryana e ai figli Sophia e Rayanna, partiti per il Brasile alle prime avvisaglie di pandemia. La preoccupazione è per i danni che sta provocando il Covid 19 in tutto il mondo. Reginaldo Ferreira da Silva, 37enne attaccante della Reggina, accompagna i pensieri con un profondo sospiro. Poi, il suo viso si illumina. Un sorriso per sostenere la rassicurante affermazione che "tutto passerà. Spero che passi presto. Ascolto continuamente le informazioni in tv. I dati dell’infezione sono in calo e questo mi conforta".

Come passa le giornate senza calcio?
"A casa. Mi fa compagnia Rivas. Insieme ci alleniamo 70 minuti di mattina e pomeriggio. Ci atteniamo alle indicazioni del nostro preparatore atletico che ci ha consegnato anche qualche strumento di lavoro. Dopo la parte atletica ci spostiamo sul terrazzino di casa, grande 30 metri quadri, e proseguiamo con il pallone. Ci divertiamo ma con impegno".

Tornerete in campo prima dell’estate?
"Credo di si. Lo spero molto. La Reggina vuole vincere il campionato sul campo. Potremmo disputare 4-5 partite a porte chiuse e completare la stagione. Squadra e società lo vogliono per dare la felicità ai tifosi".



Si tagliano gli stipendi ma la Reggina rispetterà i contratti.
"Un altro grande gesto del nostro presidente. Il gruppo è stato spettacolare e la decisione credo sia un riconoscimento a quanto fatto sul campo. Un grande segnale da un numero uno".

Reginaldo rimarrà alla Reggina?
"Spero di sì. Qui sto benissimo. La gente ti dà serenità. Il contratto sarà valido anche in B. Giocando tra i cadetti cercheremo di conquistare la Serie A. Allora rimarrò un altro anno altrimenti smetterò con il calcio".

di Eugenio Marino

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