Morte di Maradona: procura all'attacco, ma decide il giudice Díaz

Blocco dei passaporti per sette indagati di omicidio volontario con eventuale dolo: reato punibile dagli otto ai 25 anni di carcere. Dal 31 maggio gli interrogatori. Luque si difende in tv tra scuse, pianti e dinieghi mentre i suoi legali chiedono al giudice di garanzia una nuova Giunta medica che valuti le ultime settimane di Diego
Morte di Maradona: procura all'attacco, ma decide il giudice Díaz© ansa
di Biagio Angrisani
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ROMA - Sul tavolo di Orlando Abel Díaz, giudice di garanzia del Dipartimento di San Isidro, ci sono più richieste e tutte legate morte di Diego Armando Maradona. Le ultime assurte alla cronaca sono quelle della Procura della Repubblica (localmente denominata Fiscalia) che ha modificato il capo di imputazione (omicidio volontario con eventuale dolo) a carico dei sette indagati:  il neurochirurgo Leopoldo Luque, la psichiatra Agustina Cosachov, lo psicologo Carlos “Charly” Diaz, gli infermieri Dahiana Madrid e Ricardo Almiron, il coordinatore Mariano Perroni e il medico Nancy Forlini per la morte del Pibe con relativa richiesta di divieto per i sette imputati di lasciare l’Argentina.  Il procuratore generale John Broyard con i suoi aggiunti Cosme Irribarren e Patricio Ferrari e il pm Laura Capra non mollano di un millimetro. Pesanti accuse a medici e infermieri arrivano anche dalla relazione della Giunta medica che ha studiato e valutato le ultime settimane di vita di Diego. Invece, gli avvocati di Luque e Cosachov hanno inoltrato, sempre al giudice di garanzia Díaz, la richiesta di nomina di una nuova Giunta medicaimparziale” poiché a parer loro la precedente era troppo “appiattita” sulle posizioni della Procura di San Isidro.

LOTTA LEGALE E NON SOLO: LUQUE IN TV- Leopoldo Luque in pochi giorni è sceso in campo due volte con interviste televisive per spiegare le sue ragioni sapendo di avere contro la maggior parte dell’opinione pubblica e con il serio rischio di andare alla sbarra di un processo che adesso è oltremodo rischioso con pene variabili dagli otto ai venticinque anni di carcere più pene accessorie (addio albo medico e risarcimenti di danni milionari). Mala tempora currunt anche Augusta Cosachov che al pari di Luque dovrà rispondere - anche di un secondo reato: falso ideologico mentre il neurochirurgo ha a suo carico anche un'accusa di firma falsa per ritirare la cartella medica di Maradona dalla clinica di Olivos. E per la prima volta, in maniera chiara, Leopoldo Luque ha rivelato che non è stato lui a operare Maradona per espressa richiesta della famiglia del Pibe ma ha solo fatto parte dell’equipe medica che ha asportato l’edema subdurale dal cranio di Maradona. In precedenza, Luque aveva fatto intendere invece all’opinione pubblica che era stato lui a operare Diego. Scuse alla famiglia del calciatore da parte di Luque per le volgari frasi pronunciate in chat o al telefono con altri colleghi e amici nei confronti di Diego e di alcune figlie del campione argentino.

LUQUE NELL’ANGOLO - Dalla morte di Diego è certamente il momento più difficile per il neurochirurgo di Lanus che controbatte mischiando attività professionale, amicizia con il Pibe, la sua infanzia complicata e altro. Il tutto corredato da pianti, frasi a ruota libera, diniego di aver percepito soldi per il suo lavoro... Dal 31 maggio partiranno gli interrogatori dei sette imputati. Nel frattempo ci saranno le decisioni del giudice di garanzia Díaz che già lo scorso autunno concesse a Luque e alla Cosachov di restare comunque a piede libero (stesse richieste fatte nel tempo anche dagli altri indagati) nel corso delle indagini. Adesso, però, le cose si sono complicate con il cambio del capo di imputazione e soprattutto pesano come un macigno le ricostruzioni mediche che giudicano "inadeguate, temerarie e inefficienti" le cure riservate a Diego dopo l'uscita dalla clinica e ed effettuate in un'abitazione di San Andrés priva di qualsiasi strumento per un pronto intervento. Diego nella relazione della Giunta medica viene ritenuto un paziente non nella pienezza delle sue facoltà e necessitante di un ricovero in una struttura adeguata. Lunga fu la sua agonia (circa dodici ore).

ALTRI INDAGATI- Possibile, nelle prossime settimane, che altri soggetti si aggiungano al numero degli attuali imputati. Sono al vaglio degli inquirenti le posizioni di tutte le persone, non sanitarie, che circondarono Diego nelle ultime due settimane di vita.


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