Mondiali 2014 Italia, ora si riparte da Allegri o Mancini

Ma c’è anche la candidatura di Spalletti. E al vertice Figc potrà salire uno tra Albertini e il presidente Lnd Tavecchio
Andrea Santoni
3 min
ROMA - Un presidente: Tavecchio o Albertini. E un ct tra Allegri, Mancini e Spalletti. Eppoi un Palazzo da riempire e riorganizzare, Club Italia in testa. Dopo la catena di dimissioni avvenuta ieri sembra l’anno zero della Federazione. Ma non ci sarà il tempo di far posare la polvere di questo ennesimo crollo, perché c’è il Coni di Malagò che ha fretta di cambiare. Ce l’ha da un anno: da quando il calcio sostenne fino alla fine Petrucci nelle elezioni presidenziali. E i nomi che filtrano dal Palazzo H del Foro Italico ci sono già: il posto di numero uno di via Allegri, entro un mese e mezzo, 11 agosto la data show down, se lo giocheranno, come detto, Tavecchio ma anche Albertini, il primo già grande elettore di Abete, dominus del Consiglio Federale con i suoi 6/20 di consigliatura, l’altro suo vice, davanti a Pancalli (presidente del settore giovanile e scolastico), Uva (a capo del centro studi Figc e nuovo dg della Coni Servizi) e Ghirelli, dg della Lega Pro, a vario titolo coinvolti. Di certo un ruolo lo giocherà Lotito, che ambisce alla carica di vice presidente. Le componenti hanno tempo quindi un mese e mezzo per trovare un accordo. Sennò arriverà un commissario dal Coni (sempre da scegliere tra questo quintetto, a naso).

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IL CT - E al posto di Prandelli? La scelta toccherà al nuovo presidente, dato che la stagione azzurra, con le qualificazioni a Euro 2016, inizieranno il 9 settembre a Oslo (essendo stata abolita dal calendario Fifa l’amichevole agostana). Possibile anche una scelta collegiale del CF, se le cose andassero per le lunghe. Comunque sia il nuovo ct dovrebbe uscire da un ballottaggio a tre: Allegri, ex Milan, Mancini, tornato in corsa con l’uscita dell’attuale presidenza, e Spalletti, quest’ultimo esonerato ma ancora a libro paga delle Zenit. Negli ultimi due casi si tratterebbe di tagliare pesantemente gli ingaggi, che viaggiano su cifre 3/4 volte superiori al contratto di Prandelli che tanto ha fatto discutere.

LA SCENA - All’inizio di questa rivoluzione c’è stata una fine celebrata congiuntamente. Prandelli e Abete che, come si dice, traggono le conseguenze. E Albertini, il primo ad aver salutato, prima della pioggia, muto di fianco. E ancora, seduto in basso, il dg Valentini, silente, che i suoi passi li farà a breve, dopo che sarà eletto il nuovo presidente. A Natal si consuma una delle pagine più drammatiche, sul piano sportivo, della storia federale. Con le dimissioni simultanee si è accelerato un processo già pronto. Adesso Tavecchio cambierà natura all’assemblea federale dell’11 agosto, che si doveva occupare di novità statutarie, trasformandola in assemblea elettiva. Naturalmente altri colpi di scena sono possibili. Anzi sicuri. Molti i dossier pronti a partire, c’è da scommetterci. Perché in ballo non c’è solo una poltrona e una panchina.


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