Mondiale, il pronostico: Brasile in pole, poi la Francia

Spagna e Germania più complete, Portogallo al top in ogni reparto, l’Argentina ha una difesa povera
Mondiale, il pronostico: Brasile in pole, poi la Francia© Getty Images
Alberto Polverosi
6 min

ROMA - Fra meno di una settimana inizierà in Qatar il Mondiale che trasuda soldi e non profuma di calcio. Il Mondiale voluto da una Fifa in adorazione dell’unico dio che conosce, il denaro. Con protervia, il torneo spacca a metà i campionati e le coppe, che riprenderanno a gennaio. Importante è che i qatarioti abbiano ottenuto quanto hanno chiesto. E lautamente pagato. Ma chi ha la passione per questo gioco vive in perenne contraddizione. Come dice Sarri: «Quando in tv vedo verde, mi fermo davanti allo schermo». E ci fermeremo in tanti anche stavolta, aspettando con curiosità mista a tristezza (ci sarà il verde del campo, ma mancherà di nuovo l’azzurro delle nostre maglie) l’inizio di un torneo che, quanto meno, potrà contare su giocatori non spremuti da una stagione intera. Se giocheranno male, non avranno l’alibi della stanchezza, delle 50 partite alle spalle. Il lavoro più impegnativo sarà quello dei commissari tecnici che in meno di una settimana dovranno dare un’identità e un gioco a un gruppo di 26 calciatori. Tanto per fare un esempio, nel ‘94 il campionato di Serie A si concluse il 1° maggio e il Mondiale negli States iniziò il 17 giugno, quasi due mesi per riposarsi, prepararsi, partire, assorbire il fuso, allenarsi e giocare. Stavolta accadrà tutto in 6 giorni.

Il primo passaggio

Forse ci sarà più spazio e più gloria per le nazionali di seconda fascia. Potranno puntare su forza fisica, dinamismo e aggressività per accorciare la distanza dalla tecnica delle grandi. Olanda, Senegal e Polonia, Danimarca e Croazia, Belgio e Svizzera, Uruguay e Ghana avranno questa possibilità. Cerchiamo comunque di individuare le prime favorite di ogni girone. Queste sono le nostre: Olanda e Senegal nel primo gruppo, Inghilterra e Galles nel secondo, Argentina e Polonia nel terzo, Francia e Danimarca nel quarto, Germania e Spagna nel quinto, Belgio e Croazia nel sesto, Brasile e Svizzera (con un’attenzione particolare anche alla Serbia) nel settimo, Portogallo e Uruguay nell’ottavo. Dovendo indicare la squadra con il maggior talento tecnico diremmo ovviamente Brasile, poi Francia, poi Portogallo che, tanto per dire, nel reparto meno considerato, quello difensivo, ha due giocatori del Manchester City (Ruben Dias e Cancelo) e due del Psg (Danilo Pereira e Nuno Mendes), per il centrocampo e l’attacco il ct Fernando Santos può scegliere a occhi chiusi, non sbaglierebbe in nessun caso.

Le favorite

Passando alla fase a eliminazione diretta, è inevitabile banalizzare il pronostico: Brasile, Francia, Spagna, Germania e Argentina. Dietro Inghilterra, Uruguay (Valverde è in condizioni splendide), Belgio e Croazia (con Modric tutto è possibile). Il Brasile ha davvero tutto. Un grande portiere, anzi, due grandi portieri come Alisson ed Ederson, una difesa in cui Marquinhos è il dominatore, forse a centrocampo non è al top nonostante Casemiro e in attacco ha due fulmini come Neymar e Vinicius. La Francia è il Brasile d’Europa, non ha un portiere all’altezza dei due della Seleçao, però in difesa e soprattutto in attacco (Benzema insieme a Mbpappé, il Pallone d’Oro di oggi e il Pallone d’Oro degli anni a venire) raggiunge cime assolute. La Spagna è la nazionale dal gioco più consolidato, non sembra una selezione ma una squadra di club, in cui i giovani talenti di Gavi e Pedri, di Yeremi Pino e Ferran Torres sono destinati a lasciare un segno in questo Mondiale. E se si parla di solidità e di organizzazione non si può mettere dietro la Germania: la gran parte dei giocatori che Hans-Dieter Flick ha portato in Qatar non rubano l’occhio come quelli del Brasile e del Portogallo, ma la Germania è storicamente una nazionale da battere. L’Argentina non ha una difesa di livello straordinario, lo stesso si dica per il ruolo del portiere, sale di tono col centrocampo e arriva al punto più alto con l’attacco, con Dybala, Di Maria, Lautaro Martinez, Gonzalez e Correa, oltre a Messi.

Le sorprese

Ci aspettiamo molto dalle nazionali di seconda fascia. Dalla Croazia che trabocca di talento, dal Senegal di Koulibaly campione d’Africa, dall’Uruguay che mischia qualità (Valverde e Torreira) ad agonismo, dalla Polonia piena di “italiani”, dalla Danimarca di Kjaer e dall’eterna promessa del Belgio. Ci aspettiamo anche qualche giovane su questa ribalta, Gavi e Pedri, Vlahovic, Rodrygo e Vinicius, Tchouaméni e Musiala, Bellingham e Foden, Joao Felix, Leao e Darwin Nunez, anche se in quest’ultimo caso come età si sale un po’: 23 anni.

L’ultimo ballo

Ma se alla fine, invece dei ragazzini, spuntassero ancora loro, gli eterni rivali dell’ultimo decennio e più di calcio euromondiale? Per Ronaldo e Messi sarà l’ultimo Mondiale, anche se con questi due è sempre più prudente usare il condizionale. Cristiano vuole il riscatto di un finale di carriera che lo sta tormentando, Leo cerca in Qatar quella gloria che in Francia gli viene in parte sottratta da Mbappé e Neymar. Sarebbe divertente se Portogallo e Argentina vivessero ancora del loro talento. L’ultimo pensiero va a Christian Eriksen: è davvero un piacere ritrovarlo anche al Mondiale. La vita insieme al calcio.


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