Mondiali, copertura italiana per lo stadio che ospita gara inaugurale

Realizzata dell'impresa Cimolai di Pordenone: l'azienda aveva precedentemente collaborato alla costruzione dell'Olimpico di Atene
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TRIESTE - L’Italia ha fallito la missione delle qualificazioni per la fase finale dei Mondiali, ma sarà comunque protagonista. Domenica pomeriggio ci sarà la partita inaugurale dei Mondiali all'Al-Bayt Stadium, costruito in joint venture da un pool di imprese tra cui la Cimolai Spa di Pordenone, che ha realizzato e montato le gradinate superiori, le membrane e l'intera copertura in acciaio, compreso il tetto mobile largo 100 metri, lungo 160 metri e pesante 25 mila tonnellate, che si estende da una parte all'altra del terreno di gioco.

Un tetto retraibile

L'enorme copertura impiega circa 20 minuti per aprirsi e chiudersi in due metà verso il centro del campo attraverso sofisticati meccanismi, e può anche essere traslata totalmente verso nord, per favorire una maggiore penetrazione del sole e consentire l'illuminazione del manto erboso. Per costruire l'intera struttura, Cimolai ha impiegato oltre 30mila tonnellate di acciaio, realizzando tubi negli stabilimenti di San Giorgio di Nogaro, Monfalcone, Polcenigo e Roveredo in Piano, tutti comuni del Friuli Venezia Giulia. Sono serviti cinque anni di lavoro in Qatar, e sono state coinvolte nel progetto 450 persone tra ingegneri, supervisori e tecnici specializzati. Lo stadio Al Bayt rappresenta solo l'ultimo esempio di grandi impianti sportivi calcistici realizzati da Cimolai dopo lo Stadio Olimpico di Atene per le Olimpiadi del 2004, l'FNB Stadium di Johannesburg per i Mondiali del 2010 in Sudafrica, lo Stadio Nazionale di Varsavia, in Polonia, per gli Europei del 2012.


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