Gavi e Musiala, baby d’oro nel bivio di Spagna e Germania

A 18 e 19 anni sono già stelle vere ma il faccia a faccia di stasera pesa molto di più per il tedesco. Il meglio del futuro nel Mondiale che può chiudere l’era di Ronaldo e Messi
Gavi e Musiala, baby d’oro nel bivio di Spagna e Germania
Roberto Maida
4 min

INVIATO A DOHA - Noi li chiamiamo giovani perché li invidiamo. Alla loro età un calciatore italiano è appena uscito dalla Primavera e se gioca (Miretti, Volpato) noi siamo lì a notare l’eccezione. Invece Gavi e Musiala, 18 e 19 anni, sono già architravi di due potenze del Mondiale e ci sventolano davanti al naso un quesito di difficile risoluzione: i nostri ragazzi sono bravi e non vengono valorizzati oppure da noi certi talenti non nascono più? In ogni caso il problema non riguarda Spagna e Germania, che hanno allevato nelle loro case le piantine pregiate di un futuro infinito. Il problema è di chi non ha saputo creare lo stesso giardino. 

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Riscatto

Stasera, allo stadio Al Bayt, è Jamal Musiala a sentire la pressione sulle spalle. Non per una questione individuale, anzi: contro il Giappone, nonostante la sconfitta, è stato uno dei migliori in campo. Come si dice in questi casi, gli è mancato solo il gol. Nel Bayern ha già giocato 100 partite tonde tonde, con 9 gol nelle 14 giornate di questa Bundesliga. Ha insomma l’esperienza, oltre alla qualità, per gestire il momento. Ma la situazione del girone gli impone un contributo extra per tirare fuori la Germania dalla paura. Dopo il flop di Russia 2018, che provocò uno sconquasso generazionale nella squadra, il rischio di una nuova eliminazione al primo turno è concreta. Per rimediare, battere la Spagna è quasi obbligatorio: 4 punti non basteranno, se il Giappone liquiderà come da pronostico la Costa Rica. 

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Bufera

Per non farsi mancare nulla, la federazione tedesca si è infilata in un’altra polemica con la Fifa che segue di pochi giorni il caso Neuer: ieri, dopo una diatriba diplomatica, nessun calciatore ha accompagnato il ct Hansi Flick alla conferenza stampa della vigilia. E’ una violazione dell’articolo 44 del regolamento del torneo, che costerà una multa. Il motivo ufficiale? Non volevano muovere un giocatore dal quartier generale di Al Shamal, nel nord del Qatar, per un’ora di viaggio fino al centro stampa. E però è un altro sasso lanciato nel tafferuglio. La sensazione è che Infantino non piangerà, nel Mondiale delle tante lacrime più o meno spontanee, se la Germania sarà eliminata.

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L'uomo epoca

Di tutt’altro umore è la Spagna di Luis Enrique, che invece ha rispettato le regole presentandosi al media center in compagnia di Dani Olmo, un campioncino che gioca proprio in Bundesliga, nel Lipsia. Dopo il sonante 7-0 dell’esordio, un pareggio sarebbe tranquillizzante in prospettiva ottavi. Ma non è un discorso che appartiene alla mentalità di questo signore che ieri ha ripetuto il mantra: «Siamo una squadra convinta di poter vincere tutte le partite e quindi vogliamo vincere anche questa». E’ stato lui a convocare Gavi nella diffidenza generale nel settembre 2021, rendendolo il più giovane debuttante della storia del calcio spagnolo a 17 anni e 2 mesi: quel record, appartenente ad Angel Zubieta, resisteva addirittura dal 1936. E’ stato ben ripagato dall’asso del Barcellona, nel quale tutti ora vedono un po’ Xavi e un po’ Iniesta, che all’esordio in un Mondiale è diventato il terzo più giovane marcatore di sempre dopo Pelè e il messicano Manuel Rosas. «Gavi - spiega Luis Enrique - è già capace di dominare con sfrontatezza ogni aspetto del calcio. Ha solo 18 anni, quindi dobbiamo andarci piano, ma ha le capacità per segnare un’epoca»


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