L’analisi di Bierhoff: “La Germania deve tornare una potenza”

Il dt tedesco: "Cerchiamo soluzioni e non colpevoli. Sono mancate la personalità e la cattiveria, il punto di forza del nostro calcio"
L’analisi di Bierhoff: “La Germania deve tornare una potenza”© EPA
Roberto Maida
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Il popolo è in subbuglio, la stampa chiede dimissioni a catena, ma la Germania non cambia. Almeno per ora. Pur prendendo atto del fallimento il commissario tecnico Hansi Flick resta al suo posto fino all’Europeo 2024, che nei programmi dovrà garantire il riscatto essendo giocato sul suolo tedesco. E lo stesso Oliver Bierhoff , che sarebbe servito in campo come centravanti, non ha intenzione di lasciare il ruolo di direttore tecnico. Alla fine della partita con il Costa Rica, di una vittoria pazza e inutile, Bierhoff si è fermato ad analizzare le ragioni di una disastrosa tripletta: non ci sono solo le due eliminazioni consecutive al Mondiale nelle fase a gironi ma anche il brutto Europeo che ha determinato la fine dell’era Löw. «L’atmosfera nella squadra è sempre stata buona - spiega - così come le motivazioni. Il problema è che non siamo stati abbastanza concreti. È evidente che siamo molto delusi. Stanno mancando la personalità, la cattiveria che spesso nel calcio tedesco sono state un punto di forza».

La ricetta

Bierhoff si è già confrontato con Flick, che ha rassicurato sul futuro. Non sono previsti scossoni fino al 2024, come da contratti firmati. Il cancelliere Scholz ha scritto anche un messaggio definito «amichevole» al ct. Per ripartire però la Germania non può più perdere tempo: «Bisogna iniziare presto, nei settori giovanili: abbiamo investito tanto sulla tecnica o sulla tattica ma non abbiamo insegnato le cose semplici che devono fare gli attaccanti o i difensori. Parlo di mentalità». Neppure il blocco del Bayern Monaco, con sette titolari su undici nell’ultima partita, ha saputo resistere alla Debakel: «Noi pensavamo fosse una risorsa per la squadra, non un limite. Parliamo di giocatori che hanno raggiunto grandi risultati a livello di club. Non credo che sia questo il vero problema. Non cerchiamo colpevoli ma soluzioni». In patria le voci critiche sono state numerose. Anche il grande ex, Michael Ballack, ha detto che «non andremo lontano se continuiamo così». E quando in tv Bastian Schweinsteiger gli ha domandato se mancasse un leader alla Germania, Bierhoff ha preferito chiudersi a riccio: «Ci manca semplicemente l’efficienza tedesca. Bisogna prendere atto che non si è fatto abbastanza».

Dibattito

Il gruppo è già tornato a Francoforte, con un volo Lufthansa che ha lasciato il Qatar ieri mattina. Ma adesso in Germania si ragiona sulla qualità complessiva. A parte Musiala, che ha confermato il suo talento, e la sorpresa Füllkrug, che senza alcuna esperienza internazionale ha segnato 2 gol in 66 minuti giocati al Mondiale, quasi tutti non hanno reso secondo le aspettative. Thomas Müller, simbolo del flop, ha annunciato l’addio alla Nazionale. Ma neanche il futuro di Manuel Neuer appare così scontato. La Bild, quotidiano popolare tedesco, ha lanciato un sondaggio chiedendo ai lettori: il portierone è ancora un intoccabile? La gente è divisa. Peraltro Neuer, che nel 2024 avrà 38 anni, è stato il capofi la della protesta contro la Fifa per la vicenda della fascia arcobaleno, che ha distratto i giocatori prima dell’esordio. Bierhoff allarga le braccia: «La vicenda andrebbe approfondita. Ma non penso che la questione abbia influenzato più di tanto il rendimento della squadra. Nei primi 70 minuti contro il Giappone abbiamo giocato con sicurezza e avevamo la partita sotto controllo. In parte anche contro la Spagna è stato lo stesso. Non possiamo attribuire una delusione sportiva a situazioni che non hanno rilevanza sportiva». A proposito: nessun tedesco ha fatto riferimento al contestato gol del Giappone o alla strategia della Spagna. Gündogan, interpellato sul tema, ha sorriso amaro: «La colpa è nostra». Si può perdere con stile, almeno.


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