Pelé è morto, il mondo del calcio è in lutto

All'età di 82 anni, si è spenta l'irripetibile icona brasiliana e mondiale. Con la Seleçao ha segnato 77 gol in 92 partite, vincendo tre volte i Mondiali (1958, 1962, 1970)
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ROMA - Edson Arantes do Nascimento, per tutti Pelé, è morto. All'età di 82 anni, si è spenta l'irripetibile icona del calcio brasiliano e mondiale. O Rei ha segnato un'epoca: con la Seleçao ha segnato 77 gol in 92 partite, vincendo tre volte i Mondiali (1958, 1962, 1970).

Il ricordo del Santos e la scelta: sette giorni di lutto

Il Santos, che ha decretato sette giorni di lutto in cui non verranno svolte attività dal club, ricorda Pelé con un post listato a lutto con l'immagine di una corona e la scritta "Eterno". Successivamente ha diffuso una nota in cui "lamenta con profonda tristezza la scomparsa del miglior giocatore di calcio di tutti i tempi, l'uomo che ha portato nel mondo il nome dell'Alvinegro Praiano (Binconeri della Spiaggia, in italiano), il nostro maggiore idolo, che eternizzato la maglia 10 e l'ha trasformata in un'opera d'arte. Qualsiasi omaggio è piccolo rispetto alla grandezza di Edson Arantes do Nascimento, il nostro eterno Rei Pelé".

La famiglia di Pelé chiede di ritirare la maglia n.10 del Santos

La famiglia di Pelé chiederà al Santos di ritirare la maglia numero 10. Lo scrive Globo Esporte, secondo cui "è desiderio della famiglia" di O Rei "che nessuno indossi la maglia che un tempo apparteneva al Re del calcio". La richiesta, scrive ancora Globo Esporte, verrà ufficializzata a breve. Pelé indossò la maglia numero 10 del Santos tra il 1956 e il 1974. Attualmente, il numero 10 della squadra brasiliana è sulle spalle del venezuelano Yeferson Soltedo.

Infantino commosso: "Pelé immortale"

"Pelé è immortale, perché resterà per sempre con noi". Così Gianni Infantino, presidente della Fifa, ricorda Pelé, con una foto e un post Instagram. "Lo chiamavano "Il Re" e il suo volto è uno dei più riconoscibili nel calcio mondiale", sottolinea la Fifa sul suo sito, ricordando di averlo premiato come il "più grande giocatore del 20° secolo". "La stella di Pelé era già in ascesa all'età di soli 17 anni, quando ha celebrato il suo primo titolo di Coppa del Mondo FIFA con il Brasile in Svezia, il 29 giugno 1958. Detiene ancora il record come il più giovane campione del mondo di tutti i tempi".

Ceferin: "Pelé prima superstar globale del calcio"

"Siamo profondamente rattristati nell'apprendere della perdita di Pelé, uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi". Così il presidente Uefa, Aleksander Ceferin. "È stato la prima superstar globale del calcio e, grazie ai successi dentro e fuori dal campo, ha svolto un ruolo pionieristico nell'ascesa del calcio fino a diventare lo sport più popolare al mondo. Ci mancherà molto. A nome della comunità calcistica europea, riposa in pace, Pelé", aggiunge Ceferin.

Il Brasile in lutto, tifosi disperati

Il Brasile piange. Ha perso il suo Re, ma come scrive la 'Folha de Sao Paulo' nella sua edizione straordinaria online, "Pelé è vivo, è morto Edson" perché il suo messaggio e il suo mito rimarranno eterni, nel segno di un giocatore che incantò sui campi di tutto il mondo, interruppe le guerre e cambiò il calcio per sempre. E il cui mito all'epoca fu superiore perfino a quello dei Beatles. La notizia, data dalla famiglia e subito confermata dall'ospedale Einstein di San Paolo in cui l'ex fuoriclasse era ricoverato dallo scorso 29 novembre per i postumi di un tumore al colon e per aver contratto il Covid, era attesa ma ha lasciato comunque sgomenti, perché Pelé è stato anche l'uomo che, nel 1958, fece conoscere il Brasile al mondo. Era il simbolo di tutto il paese, anche di coloro che ritenevano che Garrincha gli fosse superiore. Sulla spiaggia di Copacabana oggi, appena si è diffusa la notizia, è sceso un silenzio surreale, nessuna ha più giiocato a calcio o footvolley, mentre a Ipanema si è interrotto il ritmo delle 'batucadas'. Silenzio, e poca gente in strada, a Santos, città di mare il cui club oggi si autodefinisce 'praiano', ovvero 'della spiaggia', e che definendo O Rei "Eterno" ha decretato sette giorni di lutto con il blocco delle attività. Poi si è accodato anche il sindaco Rogerio Santos (si chiama come la città) che ha annunciato una settimana di lutto cittadino. In tanti vanno a farsi una foto avanti alla statua dell'ex fuoriclasse, che si trova in centro. Sgomento, e tante lacrime, anche a Tres Coracoes, Tre Cuori, città di 75mila abitanti dove O Rei era nato, e dove c'è un'altra sua statua che secondo la credenza popolare fa miracoli. La gente si sta radunando lì davanti, e in tanti piangono, compresi i turisti che, proprio in questi giorni e sentendo che la fine era vicina, erano a caccia di ricordi e cimeli e per visitare la casa natale di O Rei, che non è quella originale ma, a suo tempo, è stata ricostruita in base alle indicazioni dello stesso Pelé. Nei pressi c'era anche un campo in terra battuta, quello dei primi calci del bambino che allora veniva chiamato Dico e a volte era accompagnato da papà José Ramos, calcisticamente Dondinho. Sì, perché Pelé era figlio d'arte, anche se la carriera di papà aveva avuto il Bauru come massimo. 


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