Eto'o si giustifica sui social dopo l'aggressione: il messaggio divide i tifosi

Continua a far discutere l'episodio con protagonista il presidente della federazione calcistica del Camerun: "Io mi impegno a resistere alle provocazioni e alle vessazioni quotidiane"
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Continua a far discutere l'episodio con protagonista Samuel Eto'o, che ha aggredito una persona mentre abbandonava il 974 Stadium, teatro del match tra il Brasile e la Corea del Sud. Nel pieno della bufera, il presidente della federazione calcistica del Camerun ha inviato le doverose scuse tramite i propri canali social ufficiali. Un gesto apprezzato da molti, mentre altri accusano ancora duramente Eto'o. Stando alle ricostruzioni uno youtuber algerino si sarebbe avvicinato all'ex calciatore, con delle domande sul direttore di gara Gassama, che arbitrò il match tra Camerun e Algeria decisivo per la qualificazione ai Mondiali. Durissima ed eccessiva la reazione di Eto'o, che ha dovuto pubblicare le scuse per placare la bufera mediatica dopo i numerosi video condivisi in rete. 

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Il messaggio di scuse Eto'o

"Sono profondamente dispiaciuto per aver perso la calma e per aver reagito in un modo che non mi appartiene. Mi scuso pubblicamente per questo incidente deplorevole. Mi impegno a resistere alle provocazioni e alle vessazioni quotidiane di alcuni tifosi algerini. Infatti, dalla partita Camerun-Algeria del 29 marzo a Blida (spareggio per Qatar 2022, ndr), sono stato oggetto di insulti e accuse di frode senza alcuna prova. Durante questo Mondiale, i tifosi camerunesi sono stati molestati e infastiditi dagli algerini sullo stesso argomento. Vorrei ricordare che lo scenario della sconfitta dell'Algeria è stato crudele ma perfettamente in linea con le regole e l'etica del nostro sport. Tutti i ricorsi presentati dalla Federcalcio algerina alle giurisdizioni competenti sono stati respinti. Chiedo pertanto alle autorità e alla Federazione algerine di assumersi le proprie responsabilità per porre fine a questo clima malsano prima che si verifichi una tragedia più grave". 


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