La difesa della Francia ostaggio del virus

L'influenza sta circolando nello spogliatoio: Konaté e Varane hanno saltato la seduta
La difesa della Francia ostaggio del virus© Getty Images
Fabrizio Patania
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DOHA (QATAR) -  Pagare moneta, vedere cammello. Tutto torna. Alla Francia di Mbappé, imparentata con il fondo sovrano del Qatar, hanno consegnato lo stadio dell’All Sadd per gli allenamenti. Dodicimila posti, tribune coperte, modernissimo. Distretto di Al Rayan, cinque chilometri dal centro di Doha. L’impianto è intitolato allo sceicco Jassim bin Hamad bin Abdullah Al Thani, ex ministro dell’istruzione e dello sport. Il centro sportivo limitrofo ospita gli uffici della società che partecipa alla Qatar Stars League e dove, nel 2009, si presentò Lotito con l’idea di ottenere lo sconto per il cartellino di Zarate. Gli arabi chiedevano 30 milioni, non un euro di meno, e la trattativa si fermò a un’epica sfida di calcio balilla di cui sono rimaste le foto. Quel biliardino chissà dov’è finito.  

L'ombra di Zizou

Sulle pareti ora ci sono le foto delle vecchie glorie francesi. Da Zidane a Barthez e Bats, passando per Six, Boghossian e Hidalgo, il ct dei Mondiali 1978 e 1982. Un modo forse per ricordare la grandeur dei Bleus e farli sentire a casa. La Federazione ha persino organizzato un charter (decollo stamattina da Parigi) e invitato una ventina di vecchie glorie francesi che viaggeranno con dipendenti e sponsor per assistere alla finale. Zinedine Zizane ha declinato l’invito. La notizia conferma e fa pensare una volta di più che l’ex stella di Juve e Real Madrid sia il futuro ct. Deschamps, in carica dal 2012, è vicino all’addio. Battendo l’Argentina, entrerebbe nella storia e nella scia di Vittorio Pozzo, campione con l’Italia nel 1934 e nel 1938. Ora, però, ha diversi grattacapi da risolvere e la questione riguarda ancora i cammelli, sotto forma di raffreddore e colpi di tosse. 

Il virus

Alle sei del pomeriggio, i riflettori sono accesi e il canto del muezzin, dal vicino minareto, rimbalza sul campo. C’è meno rumore rispetto al ritiro della Seleccion, preso d’assalto dalle tv argentine. I francesi osservano il riscaldamento in religioso silenzio, quasi mormorando. Griezmann e Giroud sono gli unici sorridenti. Il Piccolo Diavolo scherza allungando il passo per superare il centravanti milanista. Mbappé ha lo sguardo assorto e pensieroso di chi sta per giocare una finale. In tribuna, poche mascherine tra i cronisti. Lo staff medico della Nazionale in mattinata ha smentito ipotesi di Covid, riferendosi all’aria condizionata, ma è un dato di fatto che il virus influenzale stia attraversando lo spogliatoio. Deschamps ieri ne ha persi altri due. Konaté e Varane non si sono allenati, stesso discorso per Coman, fermo da due giorni a causa di febbre e raffreddore. Upamecano e Rabiot, invece, hanno smaltito e sono già tornati in campo. A riposo Theo Hernandez e Tchouameni per gestire fastidi muscolari. Restano 36 ore per completare il recupero, ma certo l’allarme in difesa esiste e c’è il timore che il virus possa continuare a circolare, fermando altri giocatori. Dembelé e Kolo Muani, in conferenza, hanno provato a minimizzare. «Non abbiamo paura del virus, in ritiro stiamo prendendo delle precauzioni. Upamecano e Rabiot avevano mal di testa e mal di stomaco, ma dopo un giorno stavano bene. Speriamo di essere tutti pronti e in forma domani». 


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