Dall’Africa arriva la storia più bella

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Dall’Africa arriva la storia più bella© EPA
Alberto Polverosi
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Contava solo per il terzo posto, ma anche in una partita come questa, l’ultima in fondo al loro stupendo Mondiale, Croazia e Marocco hanno lasciato l’immagine di due squadre vere. In modo diverso, sono due sorprese. Il Marocco lo è in assoluto, la Croazia perché ormai va ammessa al tavolo delle grandi. Dal giorno del suo primo Mondiale dopo l’indipendenza, anno 1998, è arrivata due volte terza e una volta seconda. Per tre edizioni sul podio. E’ un Paese di poco meno di 4 milioni di abitanti, come la Toscana, e nel ‘98 pensammo a una felice congiuntura dopo la polverizzazione della Jugoslavia, in squadra c’erano fenomeni veri come Suker, Boban e Prosinecki. Vent’anni dopo, altri fenomeni come Modric che ha resistito fino a ieri a livelli fantastici. E la sua storia continua. Vale la Francia, vale l’Argentina, vale quanto le più forti nazionali del pianeta.

La storia più bella in Qatar l’ha scritta il Marocco, prima nazionale africana a raggiungere una semifinale. E’ una squadra che riunisce il calcio di almeno tre continenti. Gioca con la serietà europea, con la tattica italiana (contropiede, quando è possibile, e in questo Mondiale è successo spesso), con la tecnica brasiliana (i colpi di Zyech, Boufal, Hakimi e Ounahi hanno arricchito di qualità le azioni marocchine) e con l’orgoglio del suo Paese. Orgoglio e rabbia che hanno spinto Hakimi a dirne quattro a Infantino: il rigore clamoroso che il messicano Ramos non ha concesso al Marocco nella semifinale contro la Francia è stato il momento più indecente di Qatar 2022. Le scelte arbitrali, fra designazioni, var e campo, hanno sparso dubbi su tutto il Mondiale: ma come si può assegnare una finale, seppure del terzo posto, a uno scarso arbitro di casa? Solo perché è di casa? Al Jassim non ha danneggiato il Marocco, anzi, c’era un rigore netto a favore della Croazia, ha solo danneggiato la partita.

Adesso dobbiamo capire se per il Marocco si è trattato di un exploit o di un grande inizio. Il calcio africano appare in crescita, non era mai successo che tutte le nazionali di quel continente riuscissero a vincere almeno una partita come è capitato in Qatar. Il risultato, il gioco, il consenso ottenuto dalla squadra di Regragui possono trascinare tutta l’Africa a innalzare il proprio livello.


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