Serbia, negli spogliatoi del Mondiale scoppia lo scandalo: ora rischia grosso

Una bandiera di matrice politica è comparsa prima della sfida con il Brasile e negli spalti del 'Lusail Stadium': i dettagli
Serbia, negli spogliatoi del Mondiale scoppia lo scandalo: ora rischia grosso© Twitter
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DOHA (QATAR) - Scoppia una nuova polemica ai Mondiali qatarioti: sta facendo infatti discutere la presenza di una bandiera apparsa nello spogliatoio della Serbia, ma anche sugli spalti dello stadio Lusail, durante la gara con il Brasile di giovedì 24 novembre. Un drappo di evidente matrice politica che ha creato tensioni e polemiche sul quale è disegnata la mappa del Kosovo, paese libero e indipendente dal 2008, circondata dai colori tradizionali della Serbia: il rosso, il blu e il bianco. Sul vessillo campeggia inoltre la scritta, in serbo, “Non c’è resa”. Un gesto che alimenta le tensioni tra i due paesi, al centro, nelle ultime settimane, di scaramucce che rievocano gli anni bui della dissoluzione jugoslava. Le reazioni non si sono naturalmente fatte attendere, soprattutto da parte della comunità albanese che, proprio nel Kosovo, rappresenta l’etnia con maggiore rappresentanza tra la popolazione. 

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Puntale è arrivata anche la ripsosta della Federcalcio kosovara che, attraverso un comunicato ufficiale, ha ufficialmente presentato alla Fifa un reclamo con il fine di punire la "provocazione che incita all’odio tra i popoli". Il Kosovo, si legge "è uno Stato indipendente e democratico, nel massimo rispetto dei diritti umani e accettato dagli Stati più potenti del mondo, e come tale continuerà il suo cammino, a prescindere da provocazioni come quest’ultima" e auspica a contempo "una punizione formale, efficace e in applicazione rigorosa delle regole stesse della Fifa". Organo calcistico mondiale che, al momento, non si è epsresso in merito. 


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