Milinkovic, ora o mai più: la Serbia chiede il salto

Il centrocampista della Lazio ha una caviglia gonfia come un melone, ma scenderà in campo nella decisiva sfida contro il Camerun per riscattare la prova anonima contro il Brasile. Stojkovic con due punte: c'è Vlahovic accanto a Mitrovic, Kostic recuperato
Milinkovic, ora o mai più: la Serbia chiede il salto© Getty Images
Fabrizio Patania
5 min

Lo chiamano Pixie, come il topolino dei cartoni animati. Si muove e gesticola alla stessa velocità. Non risponde, invocando la domanda successiva, appena gli chiedono dell’inchiesta aperta dalla Fifa in merito alla bandiera anti Kosovo apparsa nello spogliatoio serbo. Dragan Stojkovic, numero 10 della grande Jugoslavia ai Mondiali ‘90, ha la faccia imbronciata. Il cappellino rosso non basta a mascherarne il nervosismo. La spedizione in Qatar si è trasformata in un calvario quando ancora non era iniziata. «Mi chiedete del Brasile e perché non abbiamo tirato in porta. Mitrovic ha giocato al 50%, Vlahovic al 30% e Kostic era fuori. Se avessi avuto i miei attaccanti al top, non dico che avremmo vinto, ma sarebbe stata un’altra storia. E forse anche Thiago Silva avrebbe parlato in modo diverso».

Caviglia

Subito veleno nei confronti del difensore del Chelsea e la sensazione di essere caduti dentro una pentola a pressione. Camerun da battere oggi e Svizzera da rimontare per ribaltare il destino di un gruppo in cui la Serbia si presentava da antagonista principale dei verdeoro. Invece ogni giorno si aggiungono dei guai. L’ultimo in ordine cronologico riguarda la caviglia di Sergej Milinkovic, gonfia come un melone. Qualche dubbio si è insinuato, ma il centrocampista della Lazio occuperà il suo posto e scenderà in campo nel probabile duello con Anguissa. L’infortunio, di origine traumatica, forse risale alla partita con la Juve, la stessa in cui si fermò Kostic per uno stiramento appena riassorbito (la risonanza magnetica, tre giorni fa, ha svelato una piccola presenza di edema). Conto salato. Il ct serbo, dal suo punto di vista, ha buone ragioni per lamentarsi delle condizioni in cui ha trovato i giocatori a pochi giorni dal Mondiale. Sembra Sarri, a proposito dei calendari, e lo ricorda per il modo di avvicinarsi all’evento: nessuno conosce la probabile formazione, neppure all’interno dello spogliatoio, anche se a Belgrado sono convinti che giocherà con due punte.

Svolta

Ora o mai più. Così viene presentata la partita, celando espressioni forti che in questo momento (o sempre) andrebbero bandite. Squadra a pezzi, ma pronta all’ultimo sforzo, a gettare il cuore oltre l’ostacolo, come si dice, per restare aggrappata al sogno. È anche e soprattutto un altro banco di prova per verificare lo spessore di Sergej, protagonista assoluto in Serie A con la Lazio, eppure snobbato dai top club europei. Non si è ancora consacrato a livello internazionale. Poca Champions, nella stagione della pandemia e degli stadi chiusi. Nel 2018 in Russia non lasciò il segno. Doveva e poteva essere questo il suo Mondiale, capace di farne lievitare la valutazione o avvicinarla alle cifre reclamate da Lotito, lontanissimo dal rinnovo del contratto. Kezman, il suo agente, è in giro per l’Europa a raccogliere offerte. Sbarcherà a Doha solo in caso di qualificazione agli ottavi. Sergej, nei pensieri della Juve, ieri è stato accostato al Real Madrid dal quotidiano Marca. Per prendersi la scena, avrebbe bisogno di fare la differenza. Gli restano due possibilità. Per ora è sembrato il convitato di pietra. Non ha inciso con il Brasile, fuori posizione, troppo avanzato, a ridosso del centravanti del Fulham, quasi mai in condizione di determinare.

Vero ruolo

Questa volta Stojkovic dovrebbe rinforzare l’attacco, rischiando Vlahovic accanto a Mitrovic, con Tadic trequartista. Milinkovic, di conseguenza, arretrato. Una posizione in cui, caviglia permettendo, dovrebbe entrare meglio nel gioco. «La situazione non è delle migliori, ma sono soddisfatto. L’intensità degli ultimi due allenamenti è stata impressionante. Siamo tornati in forma» ha spiegato Stojkovic, felice per il recupero di Kostic. Non ha piena autonomia, ma dovrebbe essere rischiato. Stesso discorso per Vlahovic: «Sempre pronto» il post del centravanti bianconero. Giocano tutti. Almeno la chiusura di Stojkovic è stata all’insegna della sportività. «Mi dispiace molto che Neymar si sia infortunato ma non è stata colpa nostra. Gli auguriamo di rimettersi e tornare presto in campo» ha detto Pixie. «E a Dio piacendo, ci rivedremo». Era un avvertimento?


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