Morata: "Ecco come Luis Enrique mi ha salvato". E poi piange per il papà

L'ex attaccante della Juve ha già segnato in questi Mondiali e ora attende la Germania: “Ma i 7 gol al Costarica possono aiutarci anche nella differenza reti”. Intensa l'intervista a Marca
Morata: "Ecco come Luis Enrique mi ha salvato". E poi piange per il papà© Getty Images
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Alvaro Morata e i Mondiali in Qatar. Un'esperienza che è iniziata con un gol alla prima partita per l'ex attaccante della Juve. Luis Enrique crede molto in lui e di questo l'attaccante è grato al commissario tecnico. Lo ha ricordato anche nell'intervista concessa a Marca

Morata: “Ora inizia il nostro Mondiale”

Il 7-0 al Costarica fa poco testo per Morata, ma servirà in un caso: “Siamo molto felici per la vittoria, ma ora è passata. Ora inizia il nostro vero Mondiale. Quelli sono tre punti e un ammontare di gol che potranno aiutarci molto se la qualificazione dovesse complicarsi. Questa Spagna ha un gruppo forte". E si misurerà questa sera con la Germania che non ha più niente da perdere.

Morata: “Agli Europei eravamo spaesati, ora no”

Tra gli ultimi Europei e i Mondiali sembra passato un secolo: “All'Europeo, prima di iniziare, avevamo tutti più dubbi: ora qui sappiamo tutti cosa dobbiamo fare, chi gioca dall'inizio e chi entra dopo. Si vede subito quando il gruppo è buono. L'allenatore ora ha una situazione incredibile in mano: per lui sarà davvero difficile fare delle scelte, perché chiunque dei 26 può giocare nella formazione titolare". 

Morata: “Non mi interessa giocare di più o di meno, ma vincere”

C'è solo una parola d'ordine in Qatar per Morata: "Non mi interessa giocare di più o di meno degli altri. Sono al Mondiale: non importa se non devo giocare di più, mi interessa vincerlo. Alla fine si tratta di tirare le somme, ognuno di noi deve fare quel che deve fare. Chi è più anziano ha la responsabilità di prendersi cura e motivare chi è più giovane. Parlo molto con i più giovani: con Nico Williams, con Ansu Fati o con Yéremy Pino. Abbiamo molti ruoli, non si tratta solo di essere titolari o sostituti”.

Morata: “Luis Enrique ci aiuta nella buona e cattiva sorte”

Capitolo Luis Enrique: “Ci sono momenti in cui scherza con noi, ma ci aiuta sempre, nella buona e nella cattiva sorte. Nei momenti cattivi, fa sentire quelli che non giocano uguali o addirittura più importanti di quelli che giocano. Lui mi ha aiutato molto. È difficile da spiegare. Si è fidato di me nel momento più difficile, non solo della mia carriera, perché ho avuto altri momenti difficili, ma anche della mia vita personale. Sentivo di avere un intero Paese contro di me, era una situazione molto difficile e lui si è messo lì e mi ha difeso contro tutti. Cerco solo di restituirgli la fiducia e tutto ciò che ha fatto per me".

Morata: "Ecco cosa ha fatto Luis Enrique per me"

Morata parla ancora del commissario tecnico: "Ho avuto tanti momenti difficili, ma se devo citarne uno, è stato il giorno prima della seconda partita, contro la Polonia. Ero nel corridoio ad aspettare, perché dovevo parlare a una conferenza stampa. Mi sono alzato e non avevo nemmeno voglia di guardare il telefono, ho parlato solo con mia moglie, i miei genitori e i miei figli. Sono andato alla conferenza stampa senza voler parlare. Aspettavo e l'ho sentito dire: "Morata e altri dieci". In quel momento ho capito che non dovevo solo pensare al campo, che dovevo dare tutto e che alla fine dovevo sentirmi morto".

Il ricordo del padre e la commozione dell'attaccante: "E' sempre con me, lo ricordo molto. Di tutti i momenti che mi portava ad allenarmi da piccolo. È meraviglioso, i genitori hanno messo da parte il loro lavoro per te".

Morata: “Luis Enrique all'Atletico? Io sto bene con Simeone”

Ultimamente Diego Simeone è stato spesso criticato, ma Morata lo difende: “Luis Enrique all'Atletico Madrid? Non so, io con Simeone mi trovo bene e lavoro bene anche con lui. Vorrei continuare con Simeone all'Atletico e Luis Enrique con la Spagna".

Morata: "Da grande vorei fare l'agente di calcio"

Il ruolo di allenatore, in futuro, non fa per Morata: "Penso che mi piacerebbe di più essere un agente ed essere in grado di aiutare le persone in modo che non commettano gli stessi errori che ho commesso io e aiutarle a capire che non tutto è calcio nel calcio".


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