Moviola Roma-Samp, giusto annullare il gol a Veretout

Calvarese quasi perfetto. Braccio di Carlos Perez: non conta la punibilità se è in attacco. Atalanta-Lazio, Orsato controlla
Moviola Roma-Samp, giusto annullare il gol a Veretout© LAPRESSE

ROMA-SAMPDORIA

Ultime curve anche per Giampaolo Calvarese, 44 anni, arrivato all’ultima stagione da arbitro effettivo (aveva sperato in una deroga e nessuno come lui l’avrebbe meritata, al momento gliel’hanno negata). Partita sempre sotto controllo, chiamata del VAR doverosa sul gol annullato a Veretout e bisognerebbe interrogarsi sulla regola, non sulla sua applicazione. Assurdo annullare una rete per un tocco di braccio che ha tutte i connotati dell’involontarietà, ma come dicevano i padri latini (con una locuzione attribuita a Socrate): «Dura lex, sed lex», anche se dura, la legge è legge.

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Dura lex sed lex

Correttamente annullata, dunque, secondo la nuova interpretazione sul fallo di mano, la rete di Veretout: Calvarese sulle prime non se ne accorge (difficile riuscirci, vista la velocità degli eventi), ma sulla violenta respinta di Yoshida, il pallone finisce sul gomito sinistro di Carles Perez, completamente attaccato al busto. Basta come attenuante? Fosse stato a parti inverse (ovvero, in azione difensiva) assolutamente sì. Ma qui siamo in attacco ed il regolamento parla chiaro: basta che il pallone abbia «toccato le mani o le braccia» per ritenerlo “punibile”. Di Bello, al VAR, chiama l’arbitro della Val Vomano all’OFR (la revisione sul campo), annullare la rete è una logica conseguenza.

Dzeko nella top5 dei bomber della Roma

Doppietta in gioco

E’ sempre regolare la posizione di Dzeko, in occasione dei due gol segnati: e se sul secondo la decisione presa dall’assistente numero uno, Vivenzi, non è difficile (parte da dietro sul lungo lancio di Cristante), più difficile poteva essere l’azione della prima rete, quando è Augello che, di poco, tiene in gioco l’attaccante bosniaco al momento del lancio di Pellegrini.

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Corretti i cartellini per Jankto (trattenuta su Carles Perez), per Bereszynski (fallo su Mkhitaryan) e per lo stesso Mkhitaryan (in ritardo Depaoli).

 


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LAZIO-ATALANTA

Non sbaglia nulla Daniele Orsato, anche se va riconosciuto che le due squadre hanno pensato solo a giocare una partita neanche troppo dura. L’internazionale di Schio (che con Manganelli e Giallatini andrà agli Europei del 2021, era questa la squadra designata prima che il Covid spazzasse via tutto) ci entra in punta di piedi: 28 falli e quattro ammoniti, sempre senza strafare.

NON E’ RIGORE - Un solo episodio da moviola, il VAR (Irrati) ha dovuto fare solo un check: sul colpo di testa di Gosens, il pallone finisce sul gomito sinistro di Patric, che è completamente attaccato al corpo, corretto considerarlo (subito, in campo) involontario (meglio, non punibile). DISCIPLINARE Nulla da dire anche sotto il profilo della gestione disciplinare: senza i tifosi, è possibile apprezzare maggiormente i colloqui fra i protagonisti, Orsato (notoriamente uno poco incline ad essere compiacente e conciliante) ha impostato la gara con il colloquio, i quattro gialli (Toloi, Da Roon, Milinkovic e Patric) sono stati inevitabili.

MELI, BENE E MALE - Nel primo tempo, due episodi hanno visto protagonista l’assistente Meli: dopo 5’ vede bene il fuorigioco di Freuler su tocco di Zapata, che aveva intercettato un rinvio difettoso di Strakosha. Alla mezz’ora, però, inverte clamorosamente una rimessa laterale, chiaramente a favore dell’Atalanta, consegnando il pallone alla Lazio.


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INTER-SASSUOLO

Massa non brilla (da un punto di vista disciplinare non ci siamo), ma vede bene i due rigori, giudica non punibile il fallo di mano di Young (condivisibile): porta a casa la sufficienza, crescendo durante la partita.

NON EVIDENTE MA È RIGORE - Rigore per l’Inter: la dinamica facilita Massa, non è un fallo evidente o violento, di quelli clamorosi, ma il contatto (sul polpaccio sinistro) di Boga (voleva calciare il pallone) su Skriniar c’è. Dinamica identica per il contatto fra Young su Müldür, con il primo che calcia l’avversario e non il pallone.

INVOLONTARIO PER ATTITUDINE - Il Sassuolo chiede un fallo di mano di Young: sul cross di Müldür, pallone sul suo braccio destro, il nerazzurro dà però l’impressione di voler muovere il braccio dietro la schiena, «l’attitudine» come la chiama Rizzoli fa pendere l’ago per la non punibilità.

REGOLARE DA ANNULLARE - E’ regolare la rete di Caputo dopo 4’, pochi problemi per l’assistente numero 2, Imperiale (taglio di capelli rivedibile, però, a meno che non sia un emulo di Nainggolan): al momento dell’assist di Djuricic, ci sono Skriniar e soprattutto Moses (molto basso) a tenere in gioco l’attaccante di De Zerbi. Imperiale sollecitato anche nella ripresa, sulla rete annullata a Lukaku: al momento del tiro di Lautaro, poi respinto da Consigli, è oltre la linea difensiva del Sassuolo. Ok il 3-2 di Borja Valero (assolutamente in gioco sulla battuta di Candreva) e il 3-3 di Magnani (Bastoni sana tutto).

DISCIPLINARE MOLTO RIVEDIBILE - Non ha superato la sufficienza l’internazionale Massa per quanto riguarda la gestione disciplinare della partita, assolutamente non lineare: perdona due falli duri (Berardi dopo neanche due giri di lancette, e Bastoni), poi per un contatto normale (lui fa segno che stava andando verso l’area, ma l’intervento è di spalla) fra Rogerio e Moses, fa scattare il primo cartellino per il giocatore del Sassuolo. Risultato? Come complicarsi la vita: perché subito dopo deve ammonire Skriniar (visto il precedente, ci sta) e poi deve perdonare prima Rogerio, che ha rischiato il rosso (già ammonito, entra in ritardo su Skriniar) e poi Gagliardini (diretto su Djuricic). Espulso Skriniar: in ritardo su Haraslin. Già ammonito. Inevitabile.


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ROMA-SAMPDORIA

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