Moviola Champions League, Çakir disastroso come il Var: follie Kessie e il penalty

Gli episodi di Milan-Atletico e Shakhtar Donetsk-Inter
Moviola Champions League, Çakir disastroso come il Var: follie Kessie e il penalty© ANSA

Onestamente sorprendente come un arbitro esperto come Çakir, 53 partite in Champions, una finale e sei semifinali della massima competizione europea in curriculum, finisca per dirigere come un arbitrucolo medio, facendosi condizionare (lui e il VAR Bitigen) anche in occasione dell’episodio finale. Perché quello non è mai rigore (prima tocca di mano Lemar, distanza ravvicinata neanche a specificarlo, visto che sono attaccati, tocco di mano di Kalulu non punibile: ma nel VOR giocavano a carambola?) e perché anche l’espulsione di Kessié (ingenuo oltre ogni sospetto) significa condizionare una partita intera.

No rigore

Con un pallone che schizza fra Kalulu e Lemar, l’arbitro (con qualche secondo di ritardo, segno che dubbi ne ha avuti pure lui, visto che era difficile vedere attraverso i corpi) assegna il rigore all’Atletico. Il VAR impiega oltre due minuti e mezzo a decidere, la colpa di Bitigen è grave, e doveva portare il collega in campo al monitor: il braccio sinistro di Lemar tocca volontariamente il pallone prima, lo porta in avanti a sbattere sul braccio di Lemar. Basterebbe questo. Ma poi: distanza? Movimento congruo?

Esagerata

Riavvolgiamo il nastro. Perché il Milan ha pagato a caro prezzo anche l’espulsione di Kessie. E’ il giocatore rossonero il primo colpevole, già ammonito, avrebbe dovuto usare maggiore prudenza su Marcos Llorente. Ma da un arbitro come Çakir, ti aspetti se non proprio la gestione di un episodio del genere, quantomeno la possibilità di contestualizzare l’episodio all’interno della partita. Perché è vero che lo step on foot chiama quasi sempre il giallo, ma nel caso non c’è irruenza, vigoria. Avrebbe potuto - l’arbitro turco - affrontare la vicenda con maggiore serenità.

Graziato

Nell’occasione, Çakir grazia Rebic, che lo prende e quasi lo trattiene sulla spalla destra: è arrivato il giallo, ha rischiato l’espulsione.

Altri episodi

Non punibile il braccio di Tomori: pallone inaspettato, che arriva da un tocco di un compagno col pallone deviato da Correa, che schizza sotto le gambe. Romagnoli non punibile (no ostruisce la linea di visione), ok la rete di Leão. Rovesciata di Leão, segnalato il fuorigioco: il VAR (a questo punto forse) avrebbe assegnato il go, lo teneva in gioco Gimenez.

VAR: Bitigen4
E poi ci lamentiamo dei nostri...


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shakhtar-Inter

Più che sufficiente la partita del romeno Istvan Kovacs, 37 anni, alla settima gara in Champions League (fase a gironi) della carriera (massimo è arrivato agli ottavi, nel marzo scorso, Bayern-Lazio 2-1): se un difetto bisogna trovargli, 35 falli fischiati sono onestamente troppi, a fronte di due soli giocatori ammoniti. Resta che non ci sono errori decisivi, è bravo a giudicare non da rigore il contatto Dimarco-Dodo.

No rigore

Con il giocatore dello Shakhtar Donetsk praticamente già fuori dal campo (ma conterebbe poco), Dimarco, entrato in scivolata, nel rialzarsi finisce per impattare con Dodo. Anche per come il Gran Capo degli arbitri della Uefa, Rosetti, intende un fallo da penalty, giusto proseguire.

Fortuito

E’ assolutamente fortuito il contatto in cui si fa male Lassina Traoré: sul rinvio di Matviyenko , infatti, Dumfries va nettamente in anticipo, il contrasto che arriva è inevitabile ma totalmente casuale, nessun dubbio.

Disciplinare

Due i cartellini galli, ne manca però almeno uno: Dodo colpisce con una manata, più fortuita che volontaria, la faccia di Bastoni che va giù: posto che è fallo (nonostante le proteste di De Zerbi, che poco dopo sarà ammonito per un’altra intemperanza), ci stava l’ammonizione.

VAR: Fritz (Ger) 6
Solo silent check.


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Onestamente sorprendente come un arbitro esperto come Çakir, 53 partite in Champions, una finale e sei semifinali della massima competizione europea in curriculum, finisca per dirigere come un arbitrucolo medio, facendosi condizionare (lui e il VAR Bitigen) anche in occasione dell’episodio finale. Perché quello non è mai rigore (prima tocca di mano Lemar, distanza ravvicinata neanche a specificarlo, visto che sono attaccati, tocco di mano di Kalulu non punibile: ma nel VOR giocavano a carambola?) e perché anche l’espulsione di Kessié (ingenuo oltre ogni sospetto) significa condizionare una partita intera.

No rigore

Con un pallone che schizza fra Kalulu e Lemar, l’arbitro (con qualche secondo di ritardo, segno che dubbi ne ha avuti pure lui, visto che era difficile vedere attraverso i corpi) assegna il rigore all’Atletico. Il VAR impiega oltre due minuti e mezzo a decidere, la colpa di Bitigen è grave, e doveva portare il collega in campo al monitor: il braccio sinistro di Lemar tocca volontariamente il pallone prima, lo porta in avanti a sbattere sul braccio di Lemar. Basterebbe questo. Ma poi: distanza? Movimento congruo?

Esagerata

Riavvolgiamo il nastro. Perché il Milan ha pagato a caro prezzo anche l’espulsione di Kessie. E’ il giocatore rossonero il primo colpevole, già ammonito, avrebbe dovuto usare maggiore prudenza su Marcos Llorente. Ma da un arbitro come Çakir, ti aspetti se non proprio la gestione di un episodio del genere, quantomeno la possibilità di contestualizzare l’episodio all’interno della partita. Perché è vero che lo step on foot chiama quasi sempre il giallo, ma nel caso non c’è irruenza, vigoria. Avrebbe potuto - l’arbitro turco - affrontare la vicenda con maggiore serenità.

Graziato

Nell’occasione, Çakir grazia Rebic, che lo prende e quasi lo trattiene sulla spalla destra: è arrivato il giallo, ha rischiato l’espulsione.

Altri episodi

Non punibile il braccio di Tomori: pallone inaspettato, che arriva da un tocco di un compagno col pallone deviato da Correa, che schizza sotto le gambe. Romagnoli non punibile (no ostruisce la linea di visione), ok la rete di Leão. Rovesciata di Leão, segnalato il fuorigioco: il VAR (a questo punto forse) avrebbe assegnato il go, lo teneva in gioco Gimenez.

VAR: Bitigen4
E poi ci lamentiamo dei nostri...


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Shakhtar-Inter