Gol di Acerbi, il retroscena: cosa è successo tra Pairetto e Nasca 

Il gol vittoria del difensore biancoceleste in offside contro lo Spezia incide sugli ultimi turni di campionato: Rocchi amareggiato. Comunicazione errata, l’arbitro non ha aspettato la fine del check: stagione già chiusa e finale rovente
Gol di Acerbi, il retroscena: cosa è successo tra Pairetto e Nasca © LAPRESSE
Edmondo Pinna
4 min

Che non fosse la giornata giusta, Luca Pairetto, l’arbitro nominato internazionale dalla nuova AIA dallo scorso gennaio, avrebbe dovuto capirlo già da prima di raggiungere lo stadio quando, passeggiando davanti all’Hotel di La Spezia che lo ospitava con la sua squadra, parlando al telefono, rammentava quanto successo durante Bologna-Sampdoria dello scorso 10 aprile sul fuorigioco segnalato dall’assistente Alassio a Caputo che, in realtà, poteva essere stato rimesso in gioco da Medel. Da lì a poco sarebbe successo il patatrac, con la rete di Acerbi convalidata nonostante un offside abbastanza evidente. La ricostruzione, più che partire dalle parole sentite dal direttore di gara figlio d’arte, dovrebbe partite da quello che non si è sentito. Il non dialogo entrerebbe di diritto nella trilogia dell’incomunicabilità di Michelangelo Antonioni. Di solito, ci sono delle frasi standard che dal VOR di Lissone partono in direzione dello stadio. Sui gol, la frase di rito è «Check completato (in ambito internazionale: Check completed), gol regolare, puoi riprendere il gioco» nel caso una rete sia stata certificata dal VAR. Ecco, questo non si apprezzerebbe negli audio tenuti rigorosamente sotto chiave dall’AIA (a proposito di trasparenza...) su quanto si sono detti (anzi, non si sono detti) Nasca (nella Video Operation Room) e Pairetto (in campo). Quindi neanche quell’«OK» che potrebbe essere anche entrato (ma non ci è entrato... ) nell’auricolare dell’assistente che è davanti alle panchine (il microfono sempre aperto potrebbe captare anche espressioni di tecnici e giocatori di riserva).

Troppa fretta

Insomma, ci sarebbe stata la mancanza di attitudine di Pairetto junior di aspettare che il check fosse completato (già, ma perché?) e quella di Nasca di fermarlo prima che fosse troppo tardi una volta che il gioco in campo era ripreso (l’AVAR, nel caso Valeriani, era impegnato con Nasca a tirare le linee invece di vedere il monitor del gioco in diretta perché teoricamente il gioco stesso doveva essere fermo). Resta da capire anche cosa stesse facendo il supervisore VAR, Stagnoli, che praticamente vive all’IBC Center di Lissone: c’era una sola gara, cosa stava guardando? Il risultato è il confezionamento dell’errore più grave da quando il VAR è stato introdotto, perché incrina una delle poche certezze che questa classe arbitrale (attenzione, che la storiella che la colpa è solo della decennale gestione precedente comincia a perdere forza...) assolutamente non all’altezza era riuscita a regalare (non ci voleva molto, eh?): le situazioni oggettivo (off side, dentro/fuori) erano ormai codificate come certe e avulse dalle polemiche. Invece...

Punizione

Nonostante la giornata di festa (primo maggio) che avrebbe potuto in qualche maniera agevolare una spiegazione più chiara ed agevole (e soprattutto più diluita nel tempo), quello che è filtrato è solo un racconto pieno di «pare» e «si dice», sotto copertura, in perfetto stile cortina di ferro. Ma è parso chiaro a tutti che l’errore più grande, stavolta, sia stato commesso in campo e solo successivamente al VAR. E visto il montare della polemica (una posizione in classifica piuttosto che un’altra può valere milioni di euro) la soluzione trovata è stata quella di gettare a mare i colpevoli: sospesi fino alla fine della stagione, il che crea un altro danno al povero designatore Rocchi, che già non naviga nell’oro circa il numero di arbitri presentabili in un fi nale di campionato che vede tutto ancora in ballo. Una sospensione, però, che non cancellerà un errore madornale. E chissà quante scorie lascerà...


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