Eppure i due tocchi di Supermario sono da Mondiale

Non solo aspetti negativi dopo il pareggio della Nazionale contro il Lussemburgo
Stefano Agresti
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Ottavo minuto e spiccioli: controllo quasi impossibile in corsa con il destro e la palla che si ferma lì, docile e malleabile; cross di esterno che esplodi d’invidia perché per tutta la vita hai sognato di riuscire a farne uno simile. Ecco, in quell’istante di Italia-Lussemburgo (gol di Marchisio su assist di Balotelli) ci siamo ricordati chi è e cosa può darci Supermario: un fenomeno capace di fare la storia dell’Italia ai Mondiali brasiliani. Attorno, purtroppo, c’è una partita poco brillante, soprattutto nella ripresa. Eppure quei due tocchi, quella giocata, quel lampo di Balotelli hanno acceso la nostra fantasia. Come due anni fa agli Europei, anche stavolta abbiamo l’uomo che può pilotarci con il talento, la classe, il colpo vincente. E non è il solo, chiaramente: c’è Pirlo, ovviamente (anche se nel ruolo di interno sembra toccare meno palloni), oltre al Cassano visto nel finale di partita. Poi è naturale che se pareggi in casa con il Lussemburgo (che ne ha appena presi cinque dal Belgio) qualche dubbio ti assale: manovra spesso lenta e impacciata, non troppe soluzioni là davanti, difesa a volte titubante. E un risultato pesantissimo: 1-1 contro una cenerentola d’Europa. Attenzione, però, a non dare troppo peso a questo mezzo scivolone: in fondo nell’82 riuscimmo a deludere con una modesta squadra di club portoghese, il Braga, per poi annientare Argentina, Brasile, Polonia, Germania. A parte il gol sull’asse Balotelli-Marchisio, il primo tempo ha anche detto che questo centrocampo folto e ricco di qualità ha grandi risorse e notevole capacità di possesso palla. E’ piaciuto soprattutto Verratti, a testimonianza che la convivenza con Pirlo, più che possibile, è quasi inevitabile (anche se probabilmente si dovrà trovare un modo per evitare che lo juventino diventi marginale nella manovra azzurra). Poi l’Italia si è pian piano spenta, vittima forse anche di una preparazione intensa e dura, fino al malinconico pareggio lussemburghese e a qualche comprensibile fischio della caldissima Perugia. Eppure, con questo Balotelli e quei piedi buoni a metà campo, non riusciamo a essere pessimisti.



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